Attesa e annunciata, la Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità (European Cycling Declaration) è finalmente realtà. È stata la Commissaria Europea per i Trasporti Adina Vālean a presentarla durante le giornate dedicate alla mobilità urbana di Siviglia, in Spagna.
Per il momento si tratta di una proposta della Commissione Europea che si trasformerà entro la fine dell’anno in una dichiarazione congiunta con il Parlamento e il Consiglio Europeo.

Nel 2022 una prima dichiarazione sull’argomento era stata realizzata da alcuni Paesi membri e sottoscritta da quasi tutti gli altri (Italia compresa). Nel mese di febbraio di quest’anno il Parlamento aveva poi approvato una risoluzione per l’adozione di una strategia europea. A questo step era seguito a marzo l’annuncio di Frans Timmermans che anticipava la Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità, di cui vi avevamo parlato in questo articolo.

In arrivo la Cycling Declaration: detterà i passi verso un’Europa ciclabile

Le premesse delle European Cycling Declaration

Se il trasporto è una delle chiavi dell’inclusione sociale e dello sviluppo europeo, ad oggi purtroppo resta anche uno dei nodi più problematici per l’Europa.
Inquinamento, congestione, incidenza negativa sulla vivibilità delle città sono gli effetti di un sistema basato ancora prevalentemente sul trasporto su gomma.

Ecco perché il sostegno a forme di trasporto differenti diventa imprescindibile per il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici che l’Europa si è posta. Tra questi la riduzione delle emissioni di gas serra del 55% (rispetto al 1990) entro il 2030.

Per considerare la bicicletta come un mezzo di trasporto a tutti gli effetti è necessario considerare un’ampia tipologia di mezzi “a propulsione umana”, come li definisce la Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità. Bici per terreni differenti, cargo, bici per il trasporto dei bambini, per persone con disabilità, tricicli, velomobili, recumbent, tandem, e-bike e speed pedelecs sono altrettante tipologie di bici di cui le infrastrutture dovranno tenere conto.

Parola d’ordine: inclusività

La Dichiarazione ha una visione della bici ben lontana da quella “sportiva”.
Se è vero che la bicicletta è definita come “una delle più sostenibili, accessibili e inclusive, low-cost e salutari forme di trasporto e svago” è fondamentale che l’accesso alle due ruote sia garantito a tutti.

Per questo è necessario lavorare su politiche e finanziamenti a tutti i livelli, locale, nazionale ed europeo, per garantire:

  • pianificazione dei trasporti che tenga conto della bicicletta alla pari degli altri mezzi di trasporto;
  • sviluppo della consapevolezza dei benefici della bici tra la cittadinanza, con programmi educativi a partire dalle scuole;
  • allocazione di spazi adeguati nello sviluppo paesaggistico;
  • creazione di infrastrutture adeguate;
  • regolamenti capaci di garantire la sicurezza dei ciclisti.

Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità

Sicurezza come priorità

A quest’ultimo punto in particolare è dedicato un intero capitolo della dichiarazione.
È ormai evidente infatti come i rischi di incidenti e furti e la mancanza di sicurezza rappresentino il principale deterrente rispetto all’uso della bicicletta nel quotidiano.

A questi rischi sono particolarmente sensibili le categorie più esposte come bambini e anziani, per i quali i vantaggi di una mobilità attiva sarebbero invece ancora più evidenti che per gli altri utenti.

Il proposito è quello di intervenire lavorando contemporaneamente su due fronti. Quello dei ciclisti stessi, con la creazione di infrastrutture che rispettino standard adeguati (già definiti dalla direttiva 2019/1936 sulla sicurezza stradale) e con l’educazione stradale.
E quello degli altri utenti della strada, automobilisti in primis, attraverso regolamenti più stringenti per il rispetto dei più deboli.

Le prospettive economiche per imprese e turismo

La Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità non trascura anche l’aspetto economico del ciclismo in Europa. Con oltre 1.000 piccole e medie imprese nel settore e un milione di posti di lavoro all’attivo il comparto bici rappresenta già un settore importante dell’economia europea.
Il potenziale di crescita è tuttavia enorme e ancora largamente non sfruttato. La creazione di nuovi posti di lavoro qualificati e la crescita del turismo nelle aree meno sviluppate dell’Europa sono due obiettivi dichiarati di fondamentale importanza.

Per sostenere questa crescita la proposta è quella di investire sullo sviluppo di modalità di trasporto intermodali, che rendano sempre più accessibili ai cicloviaggiatori non solo le zone urbane, ma anche i collegamenti sulle lunghe distanze.
Oltre a questo serve il sostegno ad un’industria “bike” sempre più competitiva e all’avanguardia, che passerà anche attraverso la regolamentazione della raccolta di dati per analisi e programmazioni a lungo termine.
Nella Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità sono individuati i fondi già esistenti che serviranno a finanziare queste iniziative.

Cosa aspettarsi…

Per chi come noi crede che la bici possa cambiare il mondo, la European Cycling Declaration non può che essere motivo di festeggiare, ma resta sempre il dubbio di cosa nel concreto vedremo realizzarsi e di quanto tempo ci vorrà per vedere dei cambiamenti strutturali.

Un aspetto positivo è l’indicazione esplicita contenuta nel documento che impone un’applicazione quanto più possibile rapida. La motivazione come già detto è da ricercare nel contributo decisivo che lo sviluppo della ciclabilità europea potrebbe dare agli obiettivi ambientali europei che hanno dei termini temporali precisi e vicini.

Rispetto ai documenti prodotti fino ad oggi, la Dichiarazione Europea sulla Ciclabilità rappresenta inoltre un impegno congiunto dell’Unione e di conseguenza dei suoi Stati membri ad applicare le direttive in essa contenute e a dare conto dei risultati ottenuti.

Di certo i passi compiuti sono serviti a focalizzare le priorità del settore e a creare la consapevolezza necessaria a generare un cambiamento. Fino a qualche anno fa una considerazione di questa portata per la bici e la sua importanza sociale ed economica sarebbe stata impensabile. Si tratta già a nostro avviso di un cambiamento epocale, che viene sì dall’alto ma che si manifesta anche nei comportamenti e nella percezione delle persone. Le basi sono state gettate, ora sta anche a noi costruire.

QUI trovate il comunicato stampa in italiano della Commissione Europea.
QUI invece è possibile scaricare il pdf della Dichiarazione.
Foto: facebook European Cyclists’ Federation.

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