Non più “bla bla bla”: è tempo di lavorare duro per un’Europa ciclabile entro il 2030.
Questa l’espressione usata e il messaggio emerso a più riprese dal Summit del CIE, l’Associazione delle Industrie Europee del Ciclismo, che si è tenuto a Bruxelles lo scorso 9 marzo. 

Ad aprire l’incontro degli industriali della bicicletta è stato Frans Timmermans, il Vice-Presidente della Commissione UE campione della mobilità su due ruote.
A lui in primis si devono gli sviluppi che hanno portato poco tempo fa all’approvazione della risoluzione che definisce la Strategia Europea per il Ciclismo e che pone come obiettivo per il 2030 il raddoppio degli spostamenti in bici nell’Unione.

Cycling Declaration

Cosa conterrà la Cycling Declaration europea

Durante il discorso che ha aperto il summit Timmermans ha annunciato un’importante novità per l’estate 2023.
La Commissione Europea proporrà infatti al Parlamento una European Cycling Declaration, una dichiarazione interistituzionale sulla ciclabilità in Europa.
Una volta approvata da Consiglio e Parlamento, la Dichiarazione sul Ciclismo detterà in concreto l’agenda delle azioni che gli Stati Membri saranno chiamati a mettere in atto per imprimere alla mobilità europea una decisa virata verso il ciclismo.

“Non ci limiteremo – ha dichiarato Timmermans parlando della Cycling Declaration – a nominare semplicemente i principi. Daremo sostanza ai modi in cui regole concrete e strumenti di finanziamento, vecchi e nuovi, porteranno a mettere in pratica questi principi.
Così che i nostri cittadini godano non soltanto sulla carta del diritto ad una maggiore ciclabilità, ma ottengano anche le misure e i mezzi per assicurarsi che questo diritto diventi una realtà”.

Foto Lazer Helmet

La priorità, ancora una volta ribadita, è quella alle infrastrutture che dovranno essere imposte e finanziate in tutti i progetti di edilizia privata e pubblica.
Sostegno all’industria europea perché possa garantire all’interno del continente una produzione sufficiente e di qualità all’aumentata richiesta attesa.
Maggiore indipendenza dai mercati extra-europei e più interazione fra i settori che ruotano attorno al ciclismo saranno la chiave per il settore, che dovrà essere protagonista delle strategie di sviluppo economico in Europa.

Timmermans ha affermato che laddove sarà possibile inserire una strategia per il ciclismo, la European Cycling Declaration servirà a garantire che questo venga fatto.
Che si parli di interventi o finanziamenti per lo sviluppo delle infrastrutture, per il miglioramento del clima, per la mobilità o l’edilizia o il sostegno sociale.

Cycling Declaration

Cycling Declaration: le prospettive di crescita

Mentre il mercato della bici sportiva mostra segni di rallentamento dopo il boom di richieste che ha fatto seguito alla pandemia, il futuro sembra dunque roseo per quanto riguarda la bicicletta intesa come mezzo di trasporto.
Una delle indicazioni emerse durante il Summit è stata, non a caso, quella di considerare la bicicletta come servizio e non come prodotto.

In buona sostanza, produrre e vendere più biciclette non potrà che essere la conseguenza di azioni mirate a fornire servizi che portino più persone in sella.
Le previsioni di cui si è parlato sono quelle di un raddoppio del giro d’affari complessivo nel prossimo decennio, che renderà possibile la creazione del milione di posti di lavoro previsto dalla Cycling Strategy.

Cycling Declaration

Il presidente del CIE Tony Grimaldi ha accolto questo appoggio come un passo avanti di fondamentale importanza per la crescita del settore in Europa.
Se da anni la politica riconosce l’importanza della bicicletta per i temi legati al trasporto, all’ambiente, alla salute pubblica e alla società, sono tuttavia mancate fino ad oggi azioni complete e strutturate per sostenere il settore.

Come lo stesso Timmermans ha riconosciuto, il sostegno alla ciclabilità è stato perlopiù demandato ai governi locali, su cui l’Europa non è mai intervenuta in modo diretto.
Gli sviluppi segnati dalla European Cycling Strategy e dalla prossima European Cycling Declaration sembrano segnare invece un chiaro cambio di rotta a favore di direttive unitarie, che aiutino ad uniformare la situazione tra i vari paesi membri.

Da sinistra: Frans Timmermans, Tony Grimaldi, Karima Delli, Georges Gilkinet

La convergenza di intenti e le sfide per il futuro

L’impressione tratta dal confronto che ha animato il resto della giornata è che le forze degli operatori e delle istituzioni stiano oggi convergendo verso una direzione comune.

A sintetizzare lo stato dell’ecosistema ciclistico europeo un’osservazione di Anna Buchmann giovane CEO di Noca Mobility:
“Se fino a due anni fa le nostre conversazioni finivano con una generica espressione della necessità di collaborare, sono molto eccitata nel rendermi conto che oggi sappiamo di cosa abbiamo bisogno gli uni dagli altri.
Le nostre richieste sono precise, sappiamo cosa chiedere e sappiamo di dover collaborare”.

Cycling Declaration
Foto Specialized.com

Attendiamo nei prossimi mesi di vedere in quali termini si concretizzerà la European Cycling Declaration e, soprattutto, come sarà recepita dagli Stati Membri.
Più volte nel corso del Summit si è ribadita l’urgenza di interventi coraggiosi che apriranno le porte ad un periodo di transizione che comporterà i disagi connessi a qualunque cambiamento di grossa portata.

Finora la sensazione, almeno in Italia, è stata quella di una certa ritrosia nell’introdurre una visione nuova sulla mobilità e sullo sbilanciamento del settore dei trasporti a favore di un maggiore uso delle biciclette.
Speriamo che la Cycling Declaration possa servire a far breccia nelle resistenze e ad imporre un deciso cambio di passo che favorisca anche un’economia più attenta ai cambiamenti in atto.

Foto d’apertura https://www.facebook.com/scott.sports

Bici meno costose? Forse è la volta buona grazie al… Portogallo