Bici meno costose?
Negli ultimi tempi sembra diventata un’utopia, visto che dall’inizio della pandemia in poi i prezzi sono aumentati in maniera esponenziale. 

Un piccolo barlume di speranza, però, arriva dal Portogallo, che è stato il primo Paese dell’Unione Europea a tagliare l’IVA sull’acquisto e sulla riparazione delle biciclette, passando dal 23% al 6%.
Come dite? Un bel risparmio, ma se il provvedimento riguarda il Portogallo, come può interessare i consumatori italiani?
I fattori da considerare sono due…

1- Le linee guida dell’UE

Il provvedimento di riduzione dell’IVA sulle bici adottato dal Portogallo è stato possibile grazie a una Direttiva Europea che ora consente agli Stati membri una maggiore flessibilità sulle aliquote IVA.
In pratica sarà possibile applicare aliquote ridotte su prodotti legati alla salute pubblica, all’ambiente e alla transizione digitale.

Tra questi l’UE ha inserito anche le biciclette e le e-bike, con il chiaro obiettivo di incentivare la mobilità sostenibile e ridurre le emissioni inquinanti.
Potenzialmente, dunque, tale provvedimento potrebbe essere adottato da ognuno degli Stati dell’UE.

2- L’effetto domino sui Paesi confinanti

La riduzione dell’IVA adottata dal Portogallo rappresenta un incentivo per il mercato della bici entro i propri confini, ma avrà inevitabilmente ricadute anche sugli altri Paesi europei, a partire dalla confinante Spagna.
I potenziali acquirenti spagnoli che si trovano non troppo lontano dal confine, infatti, potrebbero essere attirati dai prezzi più concorrenziali e acquistare le bici in Portogallo anziché in Spagna.

Da qui nasce la forte preoccupazione dell’AMBE (Associazione dei Marchi e delle Biciclette di Spagna) e dei negozianti spagnoli, che stanno già chiedendo un adeguamento dell’IVA anche in Spagna, per non trovarsi in una situazione di svantaggio commerciale.

Ci vorrà del tempo, ma se ciò dovesse accadere, la stessa situazione poi si verificherebbe in Francia e, con un effetto domino, sul resto dei Paesi Europei.

bici meno costose

Quanto si potrebbe risparmiare in termini pratici

In Italia l’aliquota IVA ordinaria è del 22%, che è quella attualmente applicata alle bici e ai servizi connessi, come riparazione e noleggio.
Sono previste, però, anche delle aliquote ridotte per specifici beni e servizi, come riportato sul sito dell’Agenzia delle Entrate:

  •  4% per alimentari, bevande e prodotti agricoli
  •  5% per alcuni alimenti
  • 10% per la fornitura di energia elettrica e del gas per usi domestici, i medicinali, gli interventi di recupero del patrimonio edilizio per specifici beni e servizi.

L’elenco completo dei beni a cui si applicano aliquote ridotte è contenuto nella tabella A parte II, parte II-bis e parte III del DPR n. 633/1972.

In pratica, una bici da 4.000 euro + IVA oggi al consumatore finale italiano costa 4.880 euro.
Ipotizzando (ottimisticamente) una riduzione al 5%, il costo di listino della stessa bici scenderebbe a 4.200 euro, con un risparmio di 680 euro.

Staremo a vedere cosa succederà nei prossimi mesi e intanto incrociamo le dita.
Ridurre l’IVA sulle bici sarebbe una boccata d’ossigeno per gli appassionati, ma anche per tutti coloro che usano bici ed e-bike per muoversi quotidianamente. E, soprattutto, sarebbe una dimostrazione concreta che anche in Italia si crede davvero allo sviluppo della mobilità sostenibile.

Foto d’apertura Sportler

Il bike to work fa schifo