Con tutti gli appassionati di bici che ci sono in Italia e l’enorme crescita che il movimento ciclistico sta conoscendo, sommati alla nuova coscienza green, al caro benzina e alle odi che si leggono ovunque sul web al “bike to work” come panacea a tutti i mali, non ci si spiega proprio come mai le nostre strade continuino ad essere invase dalle automobili e non da orde di ciclisti con lo zaino in spalla e il sorriso stampato in faccia.
Com’è possibile?

Lasciatevelo dire da una che andava al lavoro in bici da quando non aveva ancora un’allure così cool come adesso: la verità è che il bike to work fa schifo.
Se non ci credete, provate a farlo. 

Nel vestirvi dovrete scegliere tra gelare al mattino o bollire nel pomeriggio: se siete abili vi riusciranno entrambe le cose.

Se avete un marito o una moglie, li farete preoccupare se va bene e arrabbiare se va male, perché è probabile che costringerete in qualche modo la famiglia a riorganizzare i propri ritmi per assecondare la vostra folle idea. 

il bike to work fa schifo

Una volta in sella, per quanto vi sforziate di trovare tracciati alternativi quasi sicuramente vi ritroverete a percorrere strade tutt’altro che bike friendly, in particolare alle 7 del mattino, quando la distrazione e la noncuranza degli automobilisti per cui non siete un mezzo come tutti gli altri ma un fastidioso ingombro a bordo strada, finiranno per stringervi, sfiorarvi, sorpassarvi a velocità eccessiva, tagliarvi la strada e via di seguito. Potrebbe quindi capitarvi di arrivare a destinazione più stressati che se aveste preso l’auto, perché un conto è pedalare sulle strade che scegliete quando uscite in bici per piacere, ma ben altra cosa è doverlo fare per raggiungere un determinato posto ad un’ora prestabilita.

Se non siete fra quei pochissimi fortunati che lavorano in posti come quelli che diventano oggetto di articoli roboanti sulla diffusione della cycling culture, probabilmente al lavoro non disporrete di servizi adeguati (non dirò una bike room attrezzata ma almeno un bagno dotato di doccia e spogliatoio ad esempio).
Se siete fortunati avrete un antibagno spazioso in cui cambiarvi senza che nessuno vi disturbi e forse potrete tenere la bici in ufficio senza che nessuno si lamenti, salvo poi passare la giornata a spostarla perché continuerete a trovarvela fra i piedi.

Se avete un capo che ci tiene a voi vi farà dei complimenti benevoli, ma questo non significa che si adopererà per facilitarvi le cose. 

il bike to work fa schifo

Se siete sportivi un minimo attenti a quello che mangiate sarà complicato portare ogni giorno con voi colazione, spuntino e pranzo sani ed equilibrati e al terzo giorno finirete per cedere alla brioche del bar o al tramezzino del distributore.

Dato che un’altra cosa che non riuscirete a portare con voi saranno tacchi e rossetto o camicie stirate avrete sempre un po’ un’aria da scappati di casa e se avrete modo di spiegarne il motivo ai colleghi che lo noteranno aspettatevi altri complimenti benevoli, ma sappiate che qualcuno potrebbe iniziare a pensare che siate un po’ fuori di testa. 

Se pensate che a fronte di tutto questo sarete più allenati, beh, non è così.
Certo, farete dei chilometri, ma l’allenamento specifico è un’altra cosa.
Anzi, probabilmente la vostra voglia di allenarvi sarà meno, perché avrete l’impressione di essere sempre in bici e sarete provati dalla scomodità dei tanti aspetti organizzativi del bike to work. La bici, il vostro mezzo di libertà per eccellenza, diventerà allora pericolosamente vicina ad un senso di routine e potrebbe capitarvi di svegliarvi con una voglia matta di salire in macchina.

Però…

Però ci sarà ogni giorno un breve momento in cui passerete di fianco alle auto in fila al semaforo e sentirete di essere dalla parte giusta del finestrino.
E ci saranno quei dieci minuti in cui riuscirete a prendere quella stradina secondaria un po’ sconnessa ma così tranquilla che ogni volta vi fa respirare con un ritmo diverso.

Ci sarà quel cavalcavia che vi permetterà di vedere il sole appena sorto inondare la campagna nella distanza.

E ci sarà un giorno fra tutti in cui una collega vi fermerà in corridoio: “Mi hanno detto che vieni in bici al lavoro. Piacerebbe anche a me. Com’è?”. 

Sicuramente, allora, le direte che fare bike to work è bellissimo e che dovrebbe provare. Che da quando lo fate vi svegliate ogni giorno al mattino pensando che state per andare in bici e non al lavoro. Che vi fa stare meglio e risparmiare un sacco di soldi.
E vi infervorerete talmente tanto nel raccontarle tutto questo che alla fine la convincerete. 

A scoprire che il bike to work fa schifo farà in tempo da sola.
Ma ormai anche per lei sarà troppo tardi, e sulla strada ci sarà una pazza in più guadagnata alla causa.
Se poi, negli anni, migliorassero le infrastrutture e si lavorasse sulla cultura ciclistica, i pazzi sarebbero sempre più numerosi e il bike to work farebbe meno schifo…

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