Gli appassionati più attenti alle innovazioni del mercato degli accessori sanno che la tecnologia della stampa 3D è già utilizzata da diversi marchi per realizzare, del tutto o in parte, accessori per il ciclismo. Dalle selle ai misuratori di potenza, dai caschi fino ad arrivare ai prototipi di telai, la stampa 3D è una tecnologia sempre più presente nel mondo del ciclismo.

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La sella fi’zi:k Argo Adaptive realizzata con tecnologia 3D / Foto: mattbenstone.com

Sebbene più accessibili di qualche anno fa, i costi della stampa 3D restano molto elevati e i prodotti di questa tecnologia sono presenti in porzioni limitati nell’accessoristica di serie.
Tuttavia, questi costi possono apparire giustificati e di conseguenza adeguati nel momento in cui tale tecnologia consenta di realizzare accessori personalizzati sulle caratteristiche e l’anatomia del singolo ciclista.

Caschi personalizzati Hexr

Vi abbiamo già parlato qualche tempo fa delle selle Posedla Joyseat, prodotte da un’azienda ceca sul calco del sedere del cliente. Qualcosa di simile viene proposto dal marchio britannico Hexr, che realizza caschi da ciclismo stampati in 3D in base alle specifiche misure e forme dell’acquirente.

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Se l’aspetto esterno dei caschi Hexr dipende dalla calotta esterna e dipenderà quindi dal modello scelto, la calotta interna sarà modellata sulla forma del cranio di chi lo indosserà

Sebbene non abbiamo potuto sperimentarlo, il procedimento per la trasmissione dei dati necessari alla personalizzazione del casco appare piuttosto semplice. Più semplice ad esempio di quello previsto per le selle Posedla, che comprendono l’uso di un calco in schiuma e l’invio di fotografie dello stesso.

Quando si acquista un casco Hexr si compila un questionario tramite il quale si forniscono alcune indicazioni generali. Tipo di utilizzo previsto, bici al quale sarà abbinato, parametri fisici generici dell’acquirente.

Dopo aver fatto questo si deve attendere di ricevere il “fit cap”. Si tratta di uno speciale cappellino che consente il rilevamento esatto delle misure e forme della testa sulla base delle quali verrà realizzato il casco.

Il fitting cap serve per rilevare le misure e la forma della testa attraverso l’apposita app

Per effettuare tale procedura è necessario scaricare l’app che Hexr mette a disposizione a questo scopo. Indossando il fit cap sarà quindi necessario seguirne le istruzioni per rilevare alcune immagini. Per quest’ultima parte è necessaria la collaborazione di una seconda persona.

A questo punto è sufficiente attendere che il casco stampato venga spedito, corredato delle due calotte intercambiabili già incluse nel prezzo totale.

I vantaggi della stampa 3D: sicurezza

La costruzione a nido d’ape del casco Hexr, realizzata grazie al procedimento di stampa 3D, lo rende diverso dai classici caschi in bici.
Oltre a conferirgli un aspetto particolare, il nido d’ape promette una resistenza agli urti ed una capacità di assorbimento degli impatti superiore alla media dei caschi in commercio. 
Addirittura si parla di risultati dei test relativi alla sicurezza superiori del 26% rispetto agli altri produttori di caschi in schiuma, inclusi modelli dotati di sistemi Mips e Wavecel.

La struttura interna di un casco Hexr con la tipica lavorazione a nido d’ape stampata in 3D

Il fondatore di Hexr Jamie Cook e responsabile dell’idea alla base della struttura a nido d’ape afferma: “Ogni metodo di design per l’assorbimento dell’energia si basa sull’assunto che l’area di contatto sia costante, ma non è questo il caso per una superficie curva.
Abbiamo bisogno di disegnare specificamente per la curvatura unica della testa. L’unico modo per creare una struttura a nido d’ape senza modificarne le proprietà meccaniche è la stampa 3D”.
Da questa intuizione nasce tutto lo sviluppo dell’azienda, che in 5 anni e oltre 3.200 test ha portato al prodotto attualmente sul mercato.

I caschi Hexr non sono pensati per un uso specificatamente sportivo quanto piuttosto urbano, come evidente anche dalle forme. 
Sebbene siano consigliati per tutti i tipi di bici, non presentano quindi le caratteristiche di aerodinamicità e leggerezza che siamo abituati a ritrovare nei caschi sviluppati per le bici da corsa.
Fa eccezione la versione da pista Track Concept (attualmente non disponibile sul sito), utilizzata dalla nazionale britannica durante i mondiali su pista di Glasgow del 2020.

Vestibilità customizzata

Il maggior vantaggio di questi caschi dovrebbe essere comunque quello della vestibilità totalmente customizzata.
Un dettaglio non trascurabile nel momento per un oggetto che indossiamo ogni volta che usciamo in bici. Si tratta inoltre di un accessorio che non viene sostituito con alta frequenza, e per questo la sua comodità risulta ancora più importante.

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Il costo di un casco Hexr è abbastanza elevato. Parliamo di 299 sterline (circa 349 euro).
Un prezzo non esattamente conveniente, ma comunque in linea con i caschi da strada di alta gamma in commercio. Il casco può essere personalizzato gratuitamente con l’aggiunta di testo, mentre per le immagini si paga un sovrapprezzo di 10 sterline.

Se consideriamo che viene spedito con due calotte intercambiabili il costo non risulta dunque esagerato considerando che si tratta di un oggetto realizzato in esclusiva per noi.
In questo modo l’azienda annulla i costi di magazzino e non produce scarti. La stampa in 3D utilizza il Poliamide-11, estratto al 100% da olio di semi di ricino.

Tutto questo, insieme all’utilizzo di packaging in cartone, fanno dei caschi Hexr dei prodotti altamente sostenibili dal punto di vista ambientale.

Nello shop del marchio sono disponibili anche tutti i ricambi necessari per prolungare la vita del casco, a prezzi decisamente abbordabili. Per fare un esempio il “refresh bundle” che comprende pad protettivi, strap, mentoniera e tutte le parti “applicate”, costa 29,99 sterline (circa 35 euro).

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Il “refresh bundle” è pensato per sostituire tutte le parti che si usurano più velocemente e prolungare la durata del casco Hexr

Fitting e personalizzazione: il futuro della stampa 3D?

Sappiamo che al momento le tecnologie per la stampa 3D di telai e componenti maggiori (come il manubrio) esistono già. Ne abbiamo visto un esempio nella Pinarello Bolide  con cui Filippo Ganna ha conquistato il Record dell’Ora.

Si tratta tuttavia di processi ancora complessi ed estremamente costosi, ben lontani da quelli di una produzione commerciale.

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Una fase della lavorazione del telaio per la Pinarello Bolide utilizzata da Filippo Ganna per il Record dell’Ora

Guardando ad esempi come quelli di Posedla o Hexr viene da chiedersi se il futuro della stampa 3D nel mondo del ciclismo non sarà piuttosto nel campo degli accessori, grazie alle possibilità di personalizzazione sempre più raffinate.

Una volta che il processo di fitting e customizzazione degli accessori dovessero unirsi alle performance cui ci hanno abituati i prodotti di serie, è facile immaginare che numerosi  appassionati sarebbero disposti ad acquistarli per un prezzo che possiamo immaginare di poco superiore ad un oggetto equivalente di serie.

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