La tappa numero 19 è quella che porterà il Giro d’Italia alle Tre Cime di Lavaredo. Una salita mitica e durissima, posta al termine di una frazione altrettanto dura. La più difficile della corsa rosa, con ben 5.400 metri di dislivello.

Il Giro è arrivato alle Tre Cime di Lavaredo per 7 volte. La prima nel 1967. L’ultima nel 2013, con Nibali che si impose in maglia rosa sotto una fitta nevicata che costrinse l’organizzazione ad accorciare la tappa.

Anche quest’anno ha nevicato fino a pochi giorni fa, ma per venerdì 26 maggio pare che il tempo non dovrebbe riservare brutte sorprese. Ci può essere qualche temporale, ma nulla di più…

Giro d’Italia alle Tre Cime di Lavaredo
Foto Daniele Bottallo / La Presse

Tappa durissima

Abbiamo già anticipato che la Longarone-Tre Cime di Lavaredo è la tappa più dura di questo Giro d’Italia 2023: 183 chilometri con 5.400 metri di dislivello, la maggior parte dei quali racchiusi negli ultimi 120 chilometri. Oltre al dislivello e alla pendenza, un altro elemento determinante potrebbe essere la quota: in molti casi si andrà oltre i 2.000 metri e sappiamo bene che non tutti i corridori reagiscono allo stesso modo a queste condizioni.

Prima dell’arrivo in quota alle Tre Cime i corridori dovranno affrontare altre 4 salite mitiche: Passo del Campolongo (4 km al 7%), Passo Valparola (14,1 km al 5,6%, ma con una seconda parte molto impegnativa), Passo Giau (9,9 km al 9,3%) e Passo Tre Croci (7,9 km al 7,2%). Difficilmente vedremo attacchi prima dell’erta finale, ma tutta questa salita contribuirà a mettere fatica nelle gambe dei corridori, specie di chi non sarà in grande giornata.

In particolare, il Giau è un’ascesa di quelle che lasciano il segno: per scalarla ci vorranno circa 35 minuti e anche a ruota si farà sempre fatica, perché la pendenza è costantemente intorno al 9%. Gli ultimi 2 km, quelli oltre quota 2.000 metri, sembrano davvero non passare mai…

Se si esagera qui, si rischia di pagare con gli interessi sulle dure rampe verso il rifugio Auronzo. Chi partecipa regolarmente alla Maratona delle Dolomiti sa di cosa parliamo…

Giro d’Italia alle Tre Cime di Lavaredo

I numeri delle Tre Cime di Lavaredo

La salita finale verso il rifugio Auronzo, ai piedi delle Tre Cime di Lavaredo, misura 7,2 km al 7,6%, ma la media non rende l’idea della durezza, poiché è estremamente irregolare.

Dopo Misurina i corridori affronteranno subito 1,4 km al 10,6%, con punte al 18%. A seguire, però, potranno sfruttare anche un tratto in discesa per respirare, che chiaramente abbassa di molto la pendenza media.

Il tratto davvero terribile inizia ai 4 chilometri dall’arrivo, perché da lì in poi la pendenza non scenderà mai sotto il 10%, con una media dell’11,7% e una massima del 18%. Non ci sarà nemmeno bisogno di attaccare, perché la selezione si farà “da dietro”.

La tendenza attuale dei corridori è di pedalare molto agile e siamo curiosi di vedere che rapporti sceglieranno i big per affrontare il muro finale. Di certo, ci sarà da divertirsi.

Una panoramica della strada che conduce al Rifugio Auronzo. Foto www.facebook.com/3epic.it

Il record di scalata delle Tre Cime di Lavaredo

Il record di scalata in gara è di Vincenzo Nibali, che nel 2013 si impose in maglia rosa sotto una fitta nevicata. Secondo i dati forniti da climbingrecords, Lo Squalo scalò la salita finale in 21:57”, alla media di 19,1 km, con una VAM di circa 1.500 m/h.

Una prestazione di grande rilievo, che fu sicuramente condizionata in negativo dal freddo e dal maltempo, ma che beneficiò della modifica del percorso, con il taglio di tutti i passi dolomitici precedenti (ad eccezione del Tre Croci) proprio a causa del maltempo.
Proprio per questo non sarà un tempo facile da battere.
Vedremo domani se qualcuno saprà fare meglio…

Foto Ferrari – LaPresse

Per maggiori informazioni: giroditalia.it