Qualche tempo fa abbiamo incontrato Claudio Marchisio (QUI l’intervista), grande ex del calcio italiano, oggi votato alla bici al punto da essere testimonial del marchio veneto Basso. Da questo confronto sono emerse riflessioni importanti attorno ad un tema scottante. Ecco come la pensa Claudio Marchisio sulla sicurezza stradale dei ciclisti…

Claudio Marchisio sulla sicurezza stradale

– Schietto, diretto ed elegante allo stesso tempo. Quando devi dire la tua non ti sei mai tirato indietro. Da ciclista avverti i pericoli della strada?

– Faccio un passo indietro. Per avere un cambiamento significativo tutti dovrebbero provare almeno una volta la sensazione di andare in bici. E non mi riferisco solo all’utilizzo di una bici da competizione. Questa pratica, a mio avviso, permetterebbe di capire meglio le difficoltà di chi è in sella. Da quando pedalo con costanza la percezione del pericolo è cambiata parecchio. Mi sono accorto che è cambiato anche il mio atteggiamento quando salgo in macchina. Lo dice uno che per indole ama la prestazione e che ha la fortuna di guidare auto sportive.

 

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– Un bel cambio di prospettiva. Cos’è successo?

– Ho capito che quando si pedala il rischio si genera in un attimo, su qualunque strada. Una bici non si sente arrivare, è meno visibile. Per questo può essere davvero difficile sentirsi al sicuro anche su strade poco trafficate lungo entrambi i sensi di marcia. In città poi la situazione è ancora più complicata, visto l’aumento della presenza di mezzi alternativi come i monopattini. Di conseguenza guardo con occhi differenti quel sentimento di frustrazione e difficoltà provato dall’automobilista.

Claudio Marchisio sulla sicurezza stradale

– Messa così la situazione sembra più una giungla che una convivenza pacifica. Cosa si potrebbe fare per migliorare questa situazione?

– Le amministrazioni pubbliche devono comprendere la complessità della situazione. In Italia abbiamo centri storici bellissimi, ma difficili dal punto di vista della mobilità e degli interventi possibili. Di questo bisogna tenere conto. Le città sono cambiate molto e cambieranno ancora. In più a volte dimentichiamo che l’Italia è un “paese vecchio” dotato di strutture non del tutto al passo con i tempi. Alcune soluzioni mal ponderate hanno finito per creare ancora più caos. Non ho una ricetta, ma di sicuro bisogna passare attraverso un’attenta valutazione della realtà per operare cambiamenti validi e strutturali.

– Oltre alla sfera pubblica e agli interventi cosa possono fare le persone che usano la strada ogni giorno?

– Sicuramente a livello individuale ciascuno di noi deve mettere al primo posto la responsabilità che si declina in uno stile di guida lucido e pulito che tiene conto anche della velocità, a prescindere dal mezzo utilizzato per spostarsi. Una bici contromano o un monopattino su un marciapiede non aiutano di certo la convivenza, anche se magari meno pericolosi di un’auto che viaggi sopra i limiti di velocità… Non si tratta di una battaglia dove qualcuno è dalla parte della ragione mentre gli altri hanno torto. Tutti vogliamo muoverci e vivere la strada, ma senza rispetto del prossimo non si riuscirà mai a trovare una soluzione.

Claudio Marchisio (a sinistra) assieme a Leonardo Basso, responsabile marketing Basso Bikes. Foto: @marchisiocla8

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Qui sotto potete leggere l’intervista completa a Claudio Marchisio citata in apertura di questo articolo.

Intervista a Claudio Marchisio. “La bici è la mia nuova sfida”