E’ il sabato prima di Pasqua e sono appena tornato da un bel giro di 100 km.
Dov’è la novità, vi chiederete?

Per la prima volta ho provato una bici da strada elettrica, lasciando in garage la mia Trek Emonda SLR da 6.8 kg, per andare alla scoperta di un nuovo modo di interpretare il ciclismo.
E adesso vi racconto come è andata.

Prima di tutto, però, una premessa: se state pensando che mi sia trovato male a pedalare con una e-bike, vi sbagliate di grosso.



Torniamo quindi al sabato, il giorno del mio battesimo su una bici da strada elettrica, più precisamente la Trek Domane+ LT.

Accendo la bici secondo le istruzioni di Nicola (che me l’ha fatta provare dopo aver concluso il test, che potrete leggere nei prossimi giorni).
Compio i soliti movimenti per uscire dal garage che prevedono il sollevamento della bici per metterla nella direzione dell’uscita ed in quel momento… oddio!!
Con i suoi 14 kg, questa bici elettrica non è sicuramente paragonabile alle attuali bici road, e sollevarla me lo ha ricordato subito!

Non mi faccio scoraggiare dal peso, anche perché non sto nella pelle dalla curiosità, visto che Nicola me ne ha parlato bene.

L’appuntamento è con Mattia alle ore 8:00 al solito bar.
Anche lui non vede l’ora di mettersi alla prova “contro” un’elettrica.
Rapido check alla bici anche da parte sua e si parte.

Vi introduco Mattia.
Ragazzo di 30 anni, ha scoperto la bici da un decina di anni, ma l’ha presa di petto.
Gran pedalatore, mi sembra sia già a 8.000 km, mi chiama “maestro” perché dice che gli ho insegnato molto in ambito ciclistico.
Dallo scorso anno, vuoi per motivi familiari, vuoi lavorativi, io esco molto poco rispetto a lui.
Ad oggi, sono a circa 3.000 km, insomma non sono al suo livello di allenamento.

bici da strada elettrica

L’idea di uscire con lui, oltre che per piacevole abitudine, nasce dal fatto che può essere interessante avere un confronto con una persona allenata, che conosco bene, e che posso “utilizzare” come riferimento. 

La prima parte del giro, di cui trovate il link sotto, prevede una quarantina di chilometri ondulati, con molti tratti pianeggianti che ci conducono alle porte di Città della Pieve.

Questi pochi chilometri mi fanno maturare ben presto la prima conclusione: le bici da strada elettriche in pianura fanno fare più fatica!
Cominciamo bene, direte.

Mi spiego meglio.
Il punto chiave sta nei 25 km/h che, come saprete, rappresentano la velocità oltre la quale tutte le bici a pedalata assistita cessano di dare supporto.
A dire la verità, in pianura il peso e gli attriti non si avvertono più di tanto, ma pedalare ad un passo superiore ai 30 km/h con una bici che pesa circa il doppio rispetto ad una classica bici da strada e ha gomme da 32 mm è penalizzante.

bici da strada elettrica

Le ipotesi in pianura sono due, anzi tre:

– se pedalate in solitaria non avrete grossi problemi, semplicemente procederete del vostro passo e probabilmente non vi accorgerete neanche di avere una bici elettrica;
– se state effettuando un’uscita di gruppo, sfruttate il più possibile la scia perché ad andature “allegre” riuscirete a compensare il gap rispetto agli altri;
– se uscite, come nel mio caso, con un buon pedalatore, inevitabilmente farete più fatica di lui.

bici da strada elettrica

Insomma, se percorrete strade prevalentemente pianeggianti e la vostra velocità media si aggira sui 30 km/h, non è la bici che fa per voi! A meno che….

A meno che, non vogliate riscoprire il piacere di andare in salita.
Se per qualsiasi motivo avete rinunciato a fare salita (motivi di salute, poco allenamento, ecc.), queste bici vi faranno riscoprire il gusto di affrontarle.
Vi spiego il perché…

La seconda parte del giro è più movimentata e prevede una bella scalata fino a circa 800 metri di quota, con una salita a tratti impegnativa, ma con molti “mangia e bevi”.
Si parte con un bel tratto ripido di circa 4 km.
Mattia lo prende subito forte, io sulle prime resto spiazzato e perdo qualche metro.
Dimenticavo una cosa fondamentale: per tutto il giro ho utilizzato il livello di assistenza minimo, che per il motore Fazua Evation montato su questa Trek Domane + LT prevede l’erogazione di 100 watt.

Saliamo con passo regolare, ma sostenuto. Io sono sui 150 battiti, il mio fondo medio, e procedo spingendo, ma con molta riserva.
Mattia comincia ad essere parecchio in affanno.
Il tratto finale è il più ripido, io sono sempre a 150 bpm, Mattia è a tutta, e lo percepisco dal fiatone…

“Matti com’è?” gli domando.
“Ero a tutta!” La risposta.
Da Strava, al termine dell’uscita, scoprirà di aver battuto il suo “personale”.
Insomma, siamo andati molto forte.

La salita con vari sali e scendi prosegue e me la sto godendo di brutto!
I 100W si sentono eccome in salita, inoltre le prime discese mi danno subito la sensazione che anche qui la bici sia un “missile”.

Seconda conclusione.
La bici da strada elettrica vi farà tornare il piacere di fare salita.
Cosa c’è di più bello di arrivare in cima ad una salita per poi godersi il panorama e divertirsi in discesa?
Queste bici vi faranno scoprire luoghi che non pensavate raggiungibili.
Vi faranno scalare con il giusto sacrificio qualsiasi salita e chi se ne frega se sia una bici elettrica o no?
Quello che importa è godersela! In questo caso con la libertà aggiuntiva di poter scegliere quanto faticare…

E comunque ATTENZIONE, non stiamo parlando di un motorino.
Qui c’è da pedalare sul serio, l’aiutino c’è, ma la bici non vi porta in cima se non spingete sui pedali (soprattutto se utilizzate un livello di assistenza basso).

Il giro si chiude con una bella discesa fino a casa, dove faccio la prova del nove.
Sarà veramente veloce come mi era sembrata nelle prime discese brevi?
La risposta è sì!

bici da strada elettrica

Questa Trek Domane + LT ha coperture da 32 mm, sistema Isospeed anteriore e posteriore e motore e batteria Fazua posizionati nella parte bassa e centrale della bici.
Oltre ad essere super stabile e sicura, in discesa è un vero e proprio carro armato, che riesce a superare i tratti sconnessi con estrema facilità.

Il giro volge al termine.
Mi resta solo un breve tratto di pianura. Guardo il display posizionato sul tubo orizzontale e mi accorgo di avere ancora oltre il 50% di autonomia della batteria dopo aver percorso circa 100 km per un dislivello di 1.500 metri.
Non male direi.

Autonomia residua a fine giro

Nell’ultima parte di salita ho provato per brevi tratti anche il livello di assistenza massimo.
In caso di salite estremamente impegnative e/o di allenamento precario potrebbe servire anche questa modalità, ma diciamo che usandola si perde un po’ del piacere di andare in bici.

Insomma, può far comodo, ma solo per situazioni limite, altrimenti meglio andare più piano e “sentire la catena”.

CONCLUSIONI FINALI
Le e-Road bike rappresentano un mondo nuovo.
Le bici “tradizionali” e le bici da strada elettriche sono due rette parallele che non si incontreranno mai, ma entrambe hanno un senso ed una ragione di esistere.

Se pensate che siano dei motorini, vi sbagliate.
Se pensate che possano essere paragonate alle bici da corsa, a mio avviso, sbagliate lo stesso.

Sono dei mezzi con una propria identità, con una loro vocazione e che faranno la felicità di molti ciclisti.
Sì, li chiamo ciclisti, perché c’è sempre da pedalare e fare fatica.

Personalmente, oggi non rinuncerei mai alla mia Trek Emonda, ma avere una seconda bici a pedalata assistita non mi dispiacerebbe affatto. Chissà che in futuro…

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