In questa puntata della nostra consueta rubrica sull’integrazione realizzata in collaborazione con KEFORMA parleremo del rapporto tra vitamina D e sport.

La vitamina D non è “famosa” come altre vitamine di cui si parla più spesso in ambito sportivo (come ad esempio la C, la E o il complesso B), ma in realtà riveste un ruolo estremamente importante sia a livello muscolare che di sostegno al sistema immunitario.

Una carenza di vitamina D può peggiorare le prestazioni ma, soprattutto, può avere parecchie conseguenze negative nella vita di tutti i giorni, dunque anche per i soggetti non sportivi. La criticità, inoltre, è che una carenza di vitamina D è difficile da diagnosticare senza un esame del sangue specifico, poiché i primi sintomi che compaiono possono essere associati a molte altre problematiche.

Come al solito tratteremo l’argomento insieme al Dott. Alexander Bertuccioli, che ha risposto alle nostre domande.




– Cos’è la vitamina D?
– Con vitamina D descriviamo in realtà una serie di sostanze, tra cui le più importanti per la specie umana sono il colecalciferolo o vitamina D3 (prodotta a livello della cute a partire dal colesterolo, con l’esposizione al sole) e l’ergocalciferolo o vitamina D2 (di origine vegetale). Nell’organismo queste sostanze vengono elaborate per azione del fegato e dei reni ottenendo il calcitriolo, ovvero la forma metabolicamente attiva.
Dal punto di vista alimentare sono particolarmente ricchi di colecalciferolo l’olio di fegato di merluzzo, i pesci grassi, l’uovo, il fegato e le carni rosse in genere. Mentre l’ergocalciferolo può essere ottenuto dalle verdure verdi.

– Perché è importante per il nostro organismo e quali funzioni svolge?
– La sua importanza deriva dal ruolo centrale esercitato dalla vitamina D relativamente all’assorbimento del calcio, minerale fondamentale per la salute delle ossa, la contrazione muscolare e il mantenimento di un corretto bilancio di altri minerali, equilibrando delicati processi di riassorbimento.
Inoltre, alcuni studi suggeriscono come la vitamina D possa esercitare un ruolo anche sull’efficienza del sistema immunitario e del sistema nervoso.

Vitamina D e sport

– Cosa succede in caso di carenza di vitamina D? Come ce se ne accorge? Ci sono esami specifici?
– In genere gravi carenze di vitamina D sono correlate all’osteomalacia (indebolimento dell’osso) in età adulta e al rachitismo (gravi difetti di ossificazione, debolezza, ridotta risposta immunitaria, ecc…) in età pediatrica.

In tutti i casi si riscontra una significativa debolezza muscolare e secondo alcuni studi una maggiore frequenza di malattie infettive, in particolare a livello respiratorio come, ad esempio, la classica sindrome influenzale che si riscontra molto frequentemente nella stagione invernale. Spesso il sintomo di insorgenza può essere un problema osseo che diventa evidente, poiché gli altri sintomi di cui abbiamo parlato in molti casi non vengono subito associati alla carenza di vitamina D.
Per cui, senza un suo diretto monitoraggio mediante analisi del sangue, la carenza non è sempre facilmente identificabile. Esistono anche test rapidi in grado di valutare, attraverso una goccia di sangue capillare, se i livelli rientrano negli intervalli consigliati.

– Da cosa può dipendere la carenza? Solo scarsa esposizione alla luce solare o altro?
– La carenza può essere molto comune in quanto, come abbiamo visto, la produzione della forma attiva dipende dall’esposizione al sole, fattore variabile in base alla zona di residenza (esposizione massima nelle zone equatoriali che si riduce man mano ci si allontana da esse) e al periodo dell’anno interessato.
Quando per fattore geografico e/o stagionale l’esposizione solare non è sufficiente, l’unica alternativa è l’assunzione mediante l’alimentazione. Nel caso di soggetti intolleranti al lattosio o con problematiche nell’assunzione di alimenti maggiormente ricchi in vitamina D, l’integrazione diventa una risorsa praticamente essenziale.

Vitamina D e sport

– Che importanza riveste per lo sportivo? Può migliorare le prestazioni?
– Il ragionamento da fare nel caso della vit. D è inverso: più che parlare di miglioramento delle prestazioni è corretto dire che una sua carenza può peggiorarle, dato che è ben documentato come i ridotti livelli di calcio che ne possono derivare siano associabili a debolezza muscolare e in alcuni a una maggiore frequenza di episodi infettivi che, come sappiamo, hanno effetti decisamente negativi sulla prestazione.

Vitamina D e sport

– L’attività sportiva prolungata e intensa può abbassare i livelli di vit. D nell’organismo?
– Non proprio in maniera diretta. Quello che è importante da considerare è come l’attività fisica prolungata e intensa possa contribuire alla riduzione di molte sostanze essenziali, intervenendo sia su un maggiore consumo dovuto alle necessità di recupero e supercompensazione, sia su una ridotta produzione a causa dell’impiego dei precursori necessari (colesterolo nel caso della vitamina D) per altre funzioni.

Vitamina D e sport

– Come integrarla? Quando e in quali quantità?
– In assenza di carenze l’EFSA (Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha stabilito che l’apporto adeguato giornaliero per l’adulto è di 15 mcg, pari a 600 UI.

Livelli maggiori possono essere assunti in caso di carenza o di incrementati livelli di attività fisica considerando che il massimo consentito con l’integrazione alimentare è di 2000 UI al giorno. Dosaggi superiori sono di pertinenza medica.
Un periodo da prendere in considerazione è sicuramente quello invernale dove la carenza può essere più frequente, anche se occorre considerare che nei soggetti con reale carenza, malassorbimento o limitazioni alimentari un monitoraggio e un eventuale dose correttiva sono da valutare anche nella stagione estiva.

Per maggiori informazioni sui prodotti KEFORMA: keforma.com
Per maggiori informazioni sul Dr. Bertuccioli: synalab.it

QUI, invece, trovate gli altri articoli della rubrica sull’integrazione realizzata insieme a KEFORMA.