La 17° tappa del Giro d’Italia 2022, Ponte di Legno-Lavarone, è già nella storia.
Per la prima volta la Salita del Menador vedrà transitare una competizione.

Un esordio in grande stile per questa strada impervia che nasconde un vero e proprio balcone da cui ammirare quel pezzo di Trentino chiamato Valsugana.
Al 9° tornante (tornante Belvedere) si apre, infatti, un panorama mozzafiato che “abbraccia” i laghi di Levico e Caldonazzo, la Panarotta (arrivo di tappa al Giro 2014, la montagna dal 2006 è gemellata con l’Alpe d’Huez) e la Vigolana con il suo altopiano.
Alle spalle il monte Pegolara e l’Alpe Cimbra: Folgaria, Luserna e Lavarone.

Salita del Menador
Foto: Giacomo Podetti

Luoghi ricchi di storia: i primi insediamenti attribuiti ai Reti risalgono a 3.500 anni fa. Luoghi che strizzano l’occhio alla bici da strada e non solo.
In pochi minuti è possibile abbandonare le rotte battute dal turismo e percorrere strade selvagge, poco trafficate, ma ben asfaltate.

Salita del Menador
Foto: Giacomo Podetti




La salita del Menador ha tanti volti. Non lasciatevi ingannare dalle dimensioni ridotte della carreggiata. L’antico sentiero del Menador pur adiacente è tutt’altra cosa: riservato esclusivamente agli escursionisti.
I locali la chiamano salita della Pegolara e ancora strada del Menador, strada per Monterovere o “Laas” in lingua cimbra. Il nome ufficiale è S.P. 133 di Monterovere, ma ancora di più troverete cartelli a sfondo marrone che contraddistinguono i luoghi ad interesse storico con questo nome: Kaiserjägerstrasse.

Foto: Giacomo Podetti

Furono infatti i cacciatori imperiali (da qui il nome, kaiser = impero, jäger = cacciatore, e strasse= strada) arruolati nei reggimenti fanteria dell’esercito austro-ungarico a costruire la strada tra il 1911 e il 1915, scavando la roccia per creare una via direttissima in grado d’agevolare i fornimenti agli stabilimenti militari di Forte Verle e Forte Bellavista, fino al Pasubio e l’altopiano di Asiago.
E sono proprio le due gallerie (lunghezza 25 e 20 metri), opera dei Kaiserjäger, a sancire il fascino di questo luogo.

Salita del Menador
Foto: Giacomo Podetti

Salita del Menador: in bici è (quasi) vietato guardare il panorama

Il Mendador è l’ultima asperità della 17° tappa. Una frazione di 168 km e 3.730 metri di dislivello che promette spettacolo.

Salita del Menador

La corsa parte in salita da Ponte di Legno verso il Passo del Tonale.
Dopo il GPM e la relativa discesa segue un tratto di oltre 70 km sempre con pedenza favorevole attraverso le valli di Sole e di Non. Si transita da Cles, il paese di Maurizio Fondriest.
Raggiunta la Val d’Adige, a San Michele all’Adige, inizia la “salita dei Campionissimi” (5,9 km, pedenza 6,8%) che porta a Palù di Giovo, frazione del comune di Giovo che vanta un record: 2.490 abitanti e tre Giri d’Italia grazie a Francesco Moser (1984) e Gilberto Simoni (2001 e 2003).
Un’asperità già inserita nel percorso della granfondo La Leggendaria Charly Gaul.

Salita del Menador

La corsa a seguire vira verso la Val dei Mocheni per raggiungere Pergine Valsugana.
Qui inizia la salita verso il Valico del Vetriolo, 11,8 km, pendenza media al 7,7%.
Salita pedalabile, ma non banale.

Salita del Menador

Foto: Giacomo Podetti

Superato il traguardo volante di Caldonazzo inizia la salita del Menador.
Senza respiro, verso Monterovere.
7,9 km, 780 metri di dislivello, pendenza media del 9,9%, massima del 15%.
La quota non è altissima, quindi anche il caldo potrebbe essere una variabile nella lotta per la maglia rosa.

Sulla destra il cartello del progetto “Salite da mito” promosso dal Trentino annuncia tutti i dettagli dell’ascesa. Si tratta di un’iniziativa molto interessante che identifica le ascese storiche con cartelli illustrativi posti ad inizio-fine di ogni asperità, destinata a tutti gli appassionati che vogliono sfidare le grandi salite.

Oltre a questo si aggiungono sul lato destra della strada pannelli integrativi posti ogni 1.000 metri che comunicano al ciclista la pendenza media per ogni km, la distanza percorsa e da coprire per raggiungere la vetta.

Salita del Menador

Foto: Giacomo Podetti

Il primo tratto è ombreggiato con la strada riparata dal bosco, poi quando ce ne sarebbe più bisogno la vegetazione si dirada e lascia via via sempre più spazio alla roccia.
Qui le pendenze sono sempre attorno al 10%.

Foto: Giacomo Podetti
Foto: Giacomo Podetti
Foto: Giacomo Podetti

Dal bivio di Caldonazzo sono passati “solo” 4 km.
A questo punto la strada propone un ampio tornante verso sinistra. Le pendenze non cambiano, ma è l’ambiente a variare la percezione della fatica: la carreggiata si restringe fino a 3,5 metri. 300 metri dopo il tornante a sinistra si imbocca la prima galleria.

Foto: Giacomo Podetti

Poco più di 300 metri ed ecco la seconda galleria dove una targa ricorda l’opera ingegneristica del 2° Reggimento, 3^ Compagnia dei Tiroler Kaiserjäger (T.K.J). Dopo questi 700 metri è il capitello votivo incassato nella roccia del tornante verso sinistra a segnare il cambio delle pendenze. Il vero Menador inizia qui.
2.000 metri d’inferno: pendenza media dell’11,2%, pendenza massima del 15%, picco che si raggiunge poco prima del celebre tornante Belvedere (foto sotto e in apertura).

Foto: ildolomiti.it
Salita del Menador
Foto: ildolomiti.it
Foto: Giacomo Podetti

Lasciato alle spalle il punto panoramico è quasi vietato guardare il panorama perché la salita non molla: altri 600 metri al 10% poi le pendenze diventano più clementi, al punto che sembra d’esser in un falsopiano quando in realtà la strada è all’8%. Poi l’ultima rampa ed un piazzale a segnare la fine di questa ascesa.
Sulla sinistra il cartello di fine salita del progetto “Salite da mito” promosso dal Trentino segna il GPM.

Foto: Giacomo Podetti

Il finale di tappa

Il Giro a questo punto svolta a destra per raggiungere Malga Laghetto.  A seguire discesa tortuosa ma non ripida verso Gionghi. Il traguardo di Lavarone dista solo 2 km e se qualcuno avrà svalicato in solitaria difficilmente verrà ripreso.

Da non dimenticare: poco prima di raggiungere Gionghi sulla destra il bivio per Magré dove è possibile ammirare il Drago di Vaia (o Drago Alato di Magré, foto sotto), costruito recuperando oltre 2.000 arbusti, scarti della tempesta Vaia, che ha segnato profondamente queste zone il 29 ottobre del 2018.

Il Drago di Vaia protagonista della notte rosa, iniziativa promossa da RCS a 100 giorni dal via del Giro 2022

Lavori in corso, chiusure ed info utili

La S.P. 133 di Monterovere in questi mesi è stata oggetto di lavori d’allargamento, rettifica e consolidamento della sede stradale nel tratto a monte delle gallerie dal km 7,450 al km 8: il tratto più suggestivo, ma allo stesso tempo più stretto ed impervio. Si tratta solo del 1° lotto di lavori per la messa in sicurezza di tutta la strada del Menador che tuttavia non andranno ad intaccare le pendenze originarie

La Provincia autonoma di Trento ha deliberato la riapertura al transito – QUI il comunicato – fino al 28 agosto (ad eccezione delle chiusure per il passaggio del Giro), quando riprenderanno i lavori di sistemazione. Chi desidera sfidare queste arcigne pendenze, dunque, nel 2022 avrà quasi tutta l’estate a disposizione.

Salita del Menador
La S.P. 133 di Monterovere al 12 maggio. Foto: ildolomiti.it
Foto: ildolomiti.it
Foto: ildolomiti.it

Attenzione: la strada è frequentata da diverse tipologie di veicoli (camper, auto, moto, biciclette) che in genere sostano all’uscita del tornante Bellavista.
Da sottolineare il divieto di transito permanente a veicoli con altezza e larghezza superiore ai 2,5 m.
In determinati orari, inoltre,  è possibile incrociare i mezzi del trasporto pubblico servizio extraurbano (linea B303) – QUI gli orari direttrice d’andata, QUI gli orari direttrice ritorno.
Sconsigliamo di percorrere la strada in discesa anche se è consentito.
L’intenzione della Provincia autonoma di Trento è quella di mantenere il transito in entrambe le direzioni anche per i ciclisti.
Massima prudenza in uscita dalle due gallerie!
L’arteria stradale è tutt’ora un nodo strategico per gli abitanti dell’Alpe Cimbra che utilizzano la strada del Menador per raggiungere più velocemente il fondovalle.

Durante l’ascesa e al GPM non ci sono fontane o strutture ricettive (bar, ristoranti, hotel). I punti ristoro più vicini una volta in vetta sono Malga Rivetta (al bivio di Monterovere si prosegue a sinistra per 2 km sulla SS 349 verso Passo Vezzena). In alternativa è possibile girare a destra per ripercorrere il finale di tappa e raggiungere Lavarone e le sue frazioni.

Foto: ildolomiti.it

Il Servizio Opere Stradali e Ferroviarie della Provincia autonoma di Trento ci ha comunicato che al momento sono tre le ipotesi progettuali al vaglio che andranno a delineare il futuro della salita del Menador. In tutti i casi vengono mantenute le storiche gallerie.

1. Sistemazione e messa in sicurezza di tutta la SP 133 con allargamento a 6,00 m della carreggiata, tranne per il tratto delle gallerie, dove verrà adottata la larghezza minima consentita dal Codice stradale per il doppio senso di circolazione di 5,50 m.

2. Sistemazione e messa in sicurezza di tutta la SP 133 con allargamento a 6,00 m della carreggiata, tranne per il tratto delle gallerie, dove verrà mantenuta la larghezza attuale e la circolazione sarà a senso unico alternato, regolata da un semaforo, con tempi d’attesa considerevoli nei periodi di maggiore afflusso.

3. Sistemazione e messa in sicurezza della SP 133, con allargamento a 6,00 m della carreggiata; il tratto delle gallerie verrà mantenuto con la larghezza attuale, per il solo transito in salita, mentre per il transito in discesa si prevede la costruzione di una nuova galleria di by-pass a sezione ridotta, con una corsia a senso unico per veicoli e corsia dedicata ai cicli.

Foto: Giacomo Podetti

Per maggiori informazioni: visittrentino.info/it

Foto in apertura: Giacomo Podetti

Qui sotto tutte le salite più importanti del Giro 2022.

Giro d’Italia 2022: le dieci salite decisive