In quel momento, all’improvviso, rimani solo.
Tu, la bici, la fatica e il coraggio.
Il cuore pompa a mille.
Spariscono i suoni.
I pensieri si assottigliano e ne resta solo uno.
Le gambe, al pari di te, stanno esplorando nuovi limiti.
Spingere, resistere, recuperare, sopportare, andare oltre, resistere di più, spingere ancora e ancora.
L’unico pensiero è sui pedali, sul calibrare la forza, centellinarla, lasciarla esplodere, recuperarla, ascoltarla, conoscerla.
Un equilibrio precario sul quale stai pedalando in questo istante.
Ogni minimo incremento sui pedali, ogni stilla di potenza in più costa cara.
Non sei al lumicino, ma forse ci sei quasi.
E quel “quasi” diventa esplorazione pura.
Se hai un minimo di preparazione o se hai gareggiato almeno una volta nella vita sai di cosa si sta parlando.

E’ in quel momento che tutte le qualità tecniche-tecnologiche della tua bici e dei tuoi accessori spariscono

Smettono di avere il solito significato e passano in sottofondo.
Quello che conta, in quel momento, sono un’emozione e una fatica fortissime.
In quel momento tutta la tecnologia della tua bici di cui vai fiero passa in secondo piano.
La raffinatezza dei comandi del cambio elettromeccanico sparisce.
Fa il suo dovere, senza clamore, punto.
C’è, ma non c’è.
E lo stesso si può dire del cambio, della rigidità delle ruote e del telaio e di tutti quei componenti che fanno sì che ogni pedalata sia un auto compiacimento della tecnologia acquisita.
Cioè la bici, intesa come veicolo per l’impresa sportiva e come strumento per “una profonda scoperta di sé”, è un oggetto che non ti capita di vedere spesso.
La bici è un mezzo speciale ed emozionante, che le continue novità riescono a rendere eccitante, ma allo stesso tempo, beh, un po’ la mascherano, la mutano e la fanno sembrare un’altra cosa.
Uno strumento (o chiamalo giocattolo se preferisci) di cui pavoneggiarsi.
E non c’è niente di male, ma la bici, lo sai, è ben di più.

tecnologia scompare



Ma quando tutto il clamore tecnologico si zittisce e passa in background, è in quel momento che avviene il fatto magico.
Succede quando vai oltre le tue sicurezze, la tua zona di comfort e la tua soglia abituale di resistenza alla fatica.
Oltre, insomma, quello che ritenevi possibile.
Se è vero che la bici plasma le gambe, il cuore e i polmoni, in realtà fa molto di più sulla testa.
Sulla tua percezione dei limiti.
E di conseguenza sulla tua autostima.
Sulle tue capacità di concretizzare e sognare.
Hai iniziato da bambino a farlo, solo che ora il gioco è un po’ più difficile, perché le salite dietro casa, ormai, sono ben poca cosa.

tecnologia scompare

Quando la bici fa strillare le gambe, fa venire voglia di spegnere tutto e buttarsi per terra, è lì che stai facendo conquiste.
E’ tosta, lo sai, ma alla fine, pensaci bene, è una sorta di preparazione mentale più che fisica.
Un modo per tenerti allenato e pronto alle difficoltà.
Strano parlare di questo sulle pagine di una rivista di bici, ma alla fine il discorso è proprio questo:

Se la bici ti piace tanto è perché ti insegna tanto

Ti porta a conoscere te stesso, a capire come reagisci quando il buon senso ti dice “Molla tutto!!!”, a studiare le infinite reazioni del tuo fisico e del tuo cervello quando ti trovi (anzi, ti vai a mettere) sotto pressione e sotto stress.

tecnologia scompare

E in quel momento, quando la tecnologia scompare, la tua bici strafiga sparisce.
Diventa un oggetto ideale, uguale a quella di tutti, quasi banale se vuoi.
Diventa la “bicicletta” e non ha più nemmeno una marca, un nome o un colore.
Diventa la stessa maestra di tutti gli altri ciclisti.
L’unica differenza sei tu, con il tuo coraggio, la tua forza e la tua ambizione.
Quindi, spegnila ogni tanto la tecnologia.
Pensa alla strada, alle persone con cui la condividi, anche per caso, e cerca una nuova impresa.
Fatti aiutare da Strava se vuoi, da un amico o da un’idea un po’ folle, ma spegni la tecnologia ogni tanto.
Spingi la bici con il cuore, ma mettici sempre la testa.
Esci dalla tua zona di comfort.
Le bici si cambiano, le tue conquiste rimangono.
Le emozioni chiamano altre emozioni.

La strada prosegue, metti le persone giuste al tuo fianco e racconta loro delle tue imprese. E’ così che la bici ti fa felice

Finito.
La tua impresa personale ora sono numeri.
Tempi, spazi, dislivelli, watt e battiti.
Sudore, gambe sporche e pelle umida.
Usa tutto questo come sai, come una storia da raccontare ad altri.
Ringrazia ogni giorno per le chance che ti dà o che ti toglie.
La strada continua sempre.

tecnologia scompare