In questo articolo approfondiremo il rapporto tra aerodinamica e abbigliamento da bici.

Nella prima crono del Giro d’Italia 2022 vinta da Simon Yates, infatti, ha suscitato scalpore il body usato dal britannico, che avrebbe un costo superiore ai 3.200 euro.
Ma in generale, ormai quasi tutti i Pro’ in gara (non a crono) utilizzano il body anziché l’accoppiata pantaloncino e maglia e per le prove a cronometro sono dotati di body a manica lunga e su misura.
Ma abbigliamento e accessori hanno davvero un’incidenza così elevata sulle performance aerodinamiche di un atleta?

La risposta è sì, almeno in ambito professionistico, e per comprenderne i motivi abbiamo approfondito l’argomento insieme a Castelli, che da quest’anno veste il team Quick Step-Alpha Vinyl e che fino alla passata stagione forniva l’abbigliamento alla Ineos-Grenadiers di Filippo Ganna.

Aerodinamica e abbigliamento da bici




Prima di entrare nello specifico ricordiamo (in modo molto semplificato) alcuni concetti di aerodinamica applicata al ciclismo che possono già aiutare a capire perché abbigliamento e accessori hanno un’incidenza così alta:

1- In pianura circa il 90% della resistenza che il ciclista deve superare è dovuta all’aerodinamica;

2- La suddetta percentuale aumenta in maniera esponenziale rispetto alla velocità. Dunque, gli accorgimenti aerodinamici sono poco significativi su un cicloamatore che pedala a 30 km/h, mentre hanno un’importanza decisiva su un Pro’ che viaggia oltre i 50 km/h.

3- La maggior parte della resistenza aerodinamica è causata dal ciclista (60-85%) e non da bici e ruote (15-40%). Queste percentuali possono variare in base al tipo di bici, ruote e alla posizione del ciclista, ma ci fanno capire perché tutto ciò migliora le prestazioni aerodinamiche dell’atleta (abbigliamento, casco, ecc) è da considerarsi determinante.

Aerodinamica e abbigliamento da bici

Galleria del vento e analisi CFD

Castelli ci ha spiegato che tutti i prodotti destinati alla competizione vengono sviluppati partendo dall’analisi CFD e da test in galleria del vento insieme ai professionisti.
Uno degli esempi più recenti in questo senso è il nuovo body da corsa BTW Speed Suit.
Questo tipo di analisi è ancora più attento quando si parla delle cronometro, dove le velocità sono più elevate e le tappe si giocano sul filo dei secondi.

L’analisi in galleria del vento permette di ottimizzare la resa del body in base alle caratteristiche del corridore, definendo il taglio, il tipo di filato, ma anche di perfezionare altri dettagli come come cuciture e zip.

I dati della galleria del vento, come era immaginabile, hanno confermato che la parte superiore del body ha più impatto sulla penetrazione rispetto a quella inferiore, che di solito è un Bibshort come quello indossato in gara, con lo stesso fondello.

Grande importanza è riservata anche agli accessori, come calze e copriscarpa, che sono sempre più sofisticati e possono permettere di risparmiare parecchi secondi.
La loro rilevanza è testimoniata dal fatto che l’UCI ha legiferato in materia definendone l’altezza massima: “calze e copriscarpe usati in gare ufficiali non possono superare l’altezza definita dalla metà della distanza tra il centro della caviglia (malleolo) e il centro della testa del perone”.

Aerodinamica e abbigliamento da bici

L’incidenza aerodinamica del tipo di tessuto

Gli studi più recenti hanno mostrato che un tessuto non perfettamente liscio è più aerodinamico di uno liscio.
Ecco perché lavorare sulla rugosità dei materiali può incidere in maniera significativa sulla resistenza aerodinamica, poiché (semplificando parecchio) consente di ridurre le turbolenze che si generano attorno al corpo.
Il principio è lo stesso della pallina da golf, che Zipp ha introdotto anche nel mondo delle ruote da bici ormai molti anni fa.

Non è un caso, infatti, che l’UCI sia intervenuta anche in questo ambito, stabilendo che “le modifiche alla rugosità superficiale degli indumenti sono autorizzate, ma possono essere solo il risultato di tessitura o assemblaggio del tessuto. Le modifiche della rugosità superficiale devono essere limitate a una differenza di profilo di 1 mm al massimo”.

Nel 2018 l’UCI aveva vietato anche lo Speed Gel usato dalla Lotto-Soudal, che si basava sullo stesso meccanismo: aumentare la rugosità della pelle per diminuire le turbolenze.
Ne avevamo parlato nell’articolo qui sotto:

L’Uci vieta lo “Speed Gel” usato dalla Lotto Soudal al Giro del Delfinato

Tuttavia, rimanendo all’interno dei limiti UCI, è possibile lavorare sulla tipologia del tessuto, sulla direzione della trama del filato, sul mix di tessuti da posizionare nelle varie zone del corpo per ottimizzare le performance aerodinamiche.
Gli effetti della rugosità del materiale, infatti, possono variare in base alla velocità, ma soprattutto all’angolo di impatto con l’aria. Non è un caso, ad esempio, che i tessuti utilizzati per realizzare spalle e maniche di maglie e body siano più “rugosi” di quelli posizionati sulla schiena.

Ovviamente detta così la questione è parecchio semplificata, perché le variabili in gioco sono davvero tante, ma ci serve per far capire l’importanza dei dettagli.
Informazioni più specifiche, per ovvie ragioni, non possono essere condivise…

Aerodinamica e abbigliamento da bici
Il tessuto usato per spalle e maniche del body BTW di Castelli è diverso, e più rugoso, rispetto a quello delle altre parti

Attillato, ma non troppo

La rugosità superficiale di un tessuto viene modificata quando ad esso viene applicata una tensione meccanica, cioè il tessuto viene teso. Anche lo stiramento una volta che il capo è stato indossato dal ciclista, dunque, influenza l’aerodinamica del capo di abbigliamento.
Ecco perché è molto importante scegliere la taglia giusta e perché per i body da crono si lavora su capi “su misura”. 

Come è facile immaginare un abbigliamento troppo grande tende a sventolare, dunque a peggiorare le prestazioni aerodinamiche, ma anche volersi “infilare” in una misura troppo stretta per le proprie caratteristiche fisiche può essere peggiorativo, proprio perché va a stirare il tessuto in modo eccessivo, modificandone la rugosità superficiale.
In tutto questo, poi, soprattutto per i prodotti destinati alle lunghe distanze, è indispensabile trovare il compromesso adatto tra aerodinamica e comfort.
Insomma, un capo deve essere performante, ma non troppo compressivo e fastidioso sulle lunghe distanze.

Aerodinamica e abbigliamento da ciclismo
Fateci caso, ormai il body è diventato di uso comune tra i Pro’, non solo per le gare a crono. Anche se per sfruttarne al massimo i vantaggi aerodinamici bisognerebbe tenerlo sempre ben chiuso…

I numeri spiegano più di mille parole

Dopo averci spiegato i concetti principali, Castelli ci ha fornito i dati di alcuni test, che evidenziano in modo ancora più chiaro il rapporto tra aerodinamica e abbigliamento da bici, specie a livello professionistico.

Nel grafico qui sotto, ad esempio, potete osservare le differenze in termini di coefficiente di resistenza aerodinamico tra il nuovo body BTW, il body Sanremo e l’abbinamento salopette + maglia Superleggera.

Il grafico mette in risalto come il body BTW a 50 km/h garantisca prestazioni migliori del 4% rispetto alla maglia Superleggera. Può sembrare un’inezia, ma se ragioniamo in termini di watt non lo è affatto.
Per rendere più chiara la questione ipotizziamo che per pedalare a 50 km/h servano 300 watt (in realtà ne occorrono molti di più). Un risparmio del 4% significa poter viaggiare alla stessa velocità con 12 watt in meno. Chi usa il misuratore di potenza sa che si tratta di un’enormità.

Questo raffronto riguarda capi di ultima generazione, dunque è immaginabile che confrontando il BTW con capi di qualche anno fa il delta sia ancora più considerevole.
E’ importante ricordare, però, che le differenze si assottigliano al calare della velocità e diventano molto meno significative sotto i 40 km/h.

Continuando a parlare di numeri, uno studio di qualche anno fa aveva stimato che un casco da crono (se correttamente indossato) può far guadagnare fino a 67 secondi in una crono di 40 km a 50 km/h.
Per un casco aero, rispetto ad uno tradizionale, il guadagno si attesta a circa 35-40 secondi.

Il casco può offrire grandi vantaggi aerodinamici, ma solo se si mantiene la testa in posizione perfetta (foto a sinistra)

Sullo stesso percorso e alla stessa velocità, dei copriscarpa aerodinamici possono incidere fino a 30 secondi.

Insomma, quando si parla di alte velocità l’incidenza di abbigliamento e accessori è davvero enorme. Può variare in base al tipo di prodotto e alla posizione del corridore, ma il guadagno è paragonabile (o superiore) a quello garantito da ruote e bicicletta.
E, dal punto di vista dell’appassionato, con un costo sensibilmente più basso.

Per maggiori informazioni sul body BTW di Castelli:
castelli-cycling.com

Se volete approfondire le conoscenze relative all’aerodinamica nel ciclismo, vi consigliamo questo articolo scientifico firmato da Fabio Malizia e Bert Blocken (in inglese):
sciencedirect.com/science/article/pii

Per i test relativi al casco vi suggeriamo questo video di Specialized realizzato qualche anno fa in galleria del vento: