Perché i professionisti fanno i rulli al termine della tappa?
Per gli appassionati ed i praticanti più esperti può essere una cosa relativamente normale, ma non per tutti è così immediato comprenderne il senso…

Se seguite con regolarità i Grandi Giri in TV avrete sicuramente notato che appena conclusa la tappa, quasi tutti gli uomini di classifica si dedicano a 10-15 minuti di blanda pedalata su rulli.
Lo fanno appena giunti all’arrivo, prima ancora delle premiazioni.
Una pratica ormai diffusa, che negli ultimi anni siamo abituati a vedere a fine giornata in tutte le corse a tappe.

Perché i professionisti fanno i rulli




Ma perché mai si deve pedalare ancora dopo aver già fatto uno sforzo intenso?
Per di più con altre tappe da affrontare nei giorni successivi?

Il punto chiave è proprio quest’ultimo, ovvero il fatto che si debba pedalare anche nei giorni successivi.
Gli studi più recenti, infatti, testimoniano che un’attività a ritmo blando, svolta immediatamente dopo uno sforzo intenso, stimola la circolazione sanguigna e permette di smaltire più velocemente l’acido l’attico ed i cataboliti prodotti durante l’attività, riducendo dolore e rigidità muscolare nei giorni successivi.

In pratica, non è altro che il comune defaticamento, svolto in maniera diversa e più specifica. A volte, nelle giornate più calde, anche indossando degli speciali gilet che aiutano ad abbassare la temperatura corporea.

Foto facebook.com/UAETEAMEMIRATES

Fino a qualche anno fa i pro’ lo facevano in bici, magari tornando verso l’albergo.
Oggi viene eseguito in maniera più comoda nella zona d’arrivo, a pochi passi dal bus e dai tifosi che (quando sarà di nuovo possibile) possono così ammirare da vicino i propri beniamini.

Per noi amatori salire sui rulli subito dopo un allenamento intenso o una granfondo è scomodo e poco fattibile, ma la buona pratica di fare 10-15’ di pedalata blanda al termine di sforzi intensi, invece, dovrebbe essere presa in considerazione, soprattutto se pensiamo di allenarci per più giorni consecutivi.

Perché i professionisti fanno i rulli
Foto facebook.com/alpecinfenix

Il defaticamento è solo il primo step del recupero

Pedalare sui rulli subito dopo la tappa è importante per velocizzare lo smaltimento delle tossine, ma è solo il primo step per ottimizzare il recupero.

Di fondamentale importanza è reintegrare il prima possibile i liquidi persi e il glicogeno muscolare, il carburante principale dei nostri muscoli.
I 60 minuti immediatamente successivi al termine dell’attività (la cosiddetta “finestra anabolica”) rappresentano il lasso di tempo in cui il fisico è più predisposto all’assimilazione dei nutrienti e al ripristino del glicogeno (ne parleremo meglio in un articolo specifico).

E’ per questo motivo che molto spesso, subito dopo la tappa, osserviamo i corridori bere integratori liquidi specifici per il recupero, oppure mangiare ciotole di riso o patate.
Importantissimi, ovviamente, sono anche la cena e l’eventuale integrazione prevista prima di coricarsi.

C’è poi il momento dedicato ai massaggi, parentesi rilassante che fa parte della routine giornaliera delle corse a tappe.

Perché i professionisti fanno i rulli

E, infine, il buon riposo: fondamentale per tutti e tutto l’anno, ma che diventa davvero indispensabile durante i grandi giri per gli atleti professionisti.

Per comprenderne l’importanza, basti pensare che il Team Trek-Segafredo, in collaborazione con Dorelan, durante il Giro d’Italia si è organizzata per offrire ai propri corridori un servizio di cambio materasso, che consente agli atleti di dormire sempre sullo stesso materasso in tutti gli hotel.

Se volete saperne di più sull’importanza del riposo, ne abbiamo parlato in modo approfondito nell’articolo qui sotto: 

L’importanza del riposo: l’esperienza di Nibali, Longo Borghini e Guercilena