L’eterno Valverde ha da poco concluso la sua ventesima stagione tra i professionisti.
Forse ha perso un po’ di brillantezza rispetto agli anni migliori, ma anche nel 2021 è stato protagonista in quasi tutte le gare a cui ha partecipato.

Nel finale di stagione, nonostante la frattura della clavicola alla Vuelta, ha conquistato la terza tappa del Giro di Sicilia ed è arrivato con i migliori sia alla Milano-Torino (10°) che al Giro di Lombardia (5°).

Eterno Valverde
Valverde sul traguardo della terza tappa del Giro di Sicilia 2021. Foto facebook.com/movistarteam

In un ciclismo sempre più estremizzato e stressante, in cui molti giovani fanno fatica a trovare la loro dimensione (ricordiamo il caso Dumoulin, solo per citarne uno), in tanti si chiedono come faccia un corridore di 41 anni ad essere ancora così competitivo.

Lo abbiamo chiesto a Daniele Bennati, che è stato compagno di squadra di Valverde alla Movistar per diverse stagioni e con il quale abbiamo avuto l’occasione di fare quattro chiacchiere alla Serenissima Gravel.

Eterno Valverde
Bennati, a sinistra, e Valverde, in maglia verde, ai tempi in cui erano compagni al Team Movistar. Foto instagram.com/benna80/

UN FUORICLASSE DAL FISICO INTEGRO
“La prima cosa da dire – esordisce “il Benna” – è che si tratta di un fuoriclasse con doti fisiche fuori dal comune. Gli bastano 3 settimane di allenamento per essere competitivo ad altissimo livello e questo alla lunga fa la differenza, perché non ha mai avuto bisogno di sottoporre il suo fisico ad allenamenti estremi.
Magari si allena a tutta, ma che io ricordi, difficilmente Alejandro fa uscite più lunghe di 4 ore 30”.

“Anche in gara la sua classe gli permette di essere al limite dello sforzo solo nei momenti decisivi della gara.
Insomma, anche se ha 41 anni, ha un fisico ancora non logorato”.

Foto instagram.com/benna80/

IN BICI SI DIVERTE
Oltre alle doti fisiche, per essere competitivi nel ciclismo moderno servono anche le qualità mentali: motivazioni, capacità di gestire le pressioni, carisma. Ne avevamo parlato in modo approfondito in questo articolo. Anche sotto questo aspetto Bennati ci rivela alcuni aneddoti interessanti.

“Il segreto di Valverde è che andare in bici ancora gli piace. Per lui è un lavoro, ma soprattutto un divertimento.
In più, alla sua età e con i risultati che ha raggiunto, non deve dimostrare più nulla a nessuno e questo è un vantaggio non da poco”.

Una serenità che negli anni gli è stata garantita anche dalla sua classe, che gli ha permesso di gestire con facilità gare e allenamenti, senza livelli di stress troppo elevati.
“Valverde si allena quasi sempre a casa, vicino alla famiglia e agli amici. Difficilmente fa ritiri in altura o fuori dalla Spagna. In questo modo ha evitato di aggiungere ulteriori giorni di trasferta oltre a quelli delle gare. Un vantaggio non da poco rispetto a tanti altri corridori”. 

Foto facebook.com/movistarteam

VITA DA CORRIDORE 365 GIORNI L’ANNO
Le doti fisiche e mentali sono indispensabili per diventare un campione, in qualsiasi sport. Ma per continuare ad esserlo per tanti anni serve dedizione e attenzione ad ogni dettaglio. E secondo Bennati, Valverde è un fuoriclasse anche in questo.

“Alejandro fa la “vita da corridore” 365 giorni l’anno. E’ sempre attentissimo a tavola ed evita stravizi. Si capisce che non gli pesa per niente e quindi continua a farlo senza difficoltà. Quando si va in là con gli anni anche questo diventa determinante”.

Qui sotto trovate un articolo realizzato insieme a Paolo Alberati, in cui abbiamo parlato proprio delle doti mentali necessarie per diventare atleti di alto livello:

Essere campioni nel ciclismo moderno: ecco perché il motore non basta