Come per qualunque altro settore, anche il mondo della bici ha visto proliferare negli ultimi anni la presenza di influencer su Instagram, Facebook e altri social.
Le donne in particolare sembrano essere molto più presenti come cicliste sui social che non nella vita reale.
Mi sono interrogata tante volte su questo fenomeno, trovandomi divisa tra reazioni opposte di fronte alle varie tipologie di immagine che le bike influencer propongono in rete.
Bike influencer: libertà vera e presunta
La bici è, ed è sempre stata nella storia, strumento di libertà.
In passato è stata spesso simbolo di emancipazione e lotta per i diritti femminili.
Ancora oggi, in molti paesi in cui alle donne sono negati diritti fondamentali, usare una bicicletta e mostrarlo sui social è un’operazione coraggiosa che equivale ad una vera e propria lotta per l’emancipazione.
Ecco perché vederla abbinata a volte a immagini che non posso fare a meno di associare a vincoli estetici e stereotipi femminili non mi fa particolarmente piacere.
Cercando immagini di ragazze in bici su Instagram le prime in cui ci si imbatte sono foto di labbra turgide, seni in evidenza, trucco perfetto, capelli scompigliati ad arte.
Corpi fit scolpiti in palestra - fate caso al fatto che la maggior parte delle atlete professioniste nel ciclismo non hanno questo tipo di fisico - e bici usate come oggetti di scena.
Ma chi di voi incontra per strada queste ragazze?
Per la massima costernazione dei maschietti credo nessuno, ahimè.
Ma si sa, i social sono una vetrina, una forma di narrazione dove possiamo scegliere cosa e come farlo vedere, e non uno specchio fedele della realtà.
I social tra realtà e vetrina
Nessuno più ignora che la presenza sui social è oramai prima di tutto uno strumento di lavoro, che consente a molte persone di monetizzare (la parola magica della rete) le loro passioni o interessi.
Veri o presunti che siano, perché confesso che a volte la sensazione è stata anche questa.
La bici negli ultimi anni è diventata “cool” e questo fa sì che possa essere utilizzata come un semplice mezzo per attrarre contatti e visualizzazioni. Di fronte a certi profili sorgono spontanee alcune domande.
Ci andranno veramente in bici queste ragazze o si fanno solo le foto?
E ancora, da donna, vorrei sapere come posso fare per avere anch’io quell’aria fresca e luminosa e non la faccia sconvolta che mi ritrovo ogni volta che scendo dalla bici?
Tuttavia, dando un’occhiata da vicino alla realtà di chi parla di bici sui social, si scopre un mondo molto più variegato ed interessante di quanto potrebbe apparire ad un primo sguardo.
Oltre il gioco delle parti proposto dai social e rispetto al quale ognuno di noi deve scegliere dove collocarsi (il mio consiglio è: possibilmente, fuori), esistono molte piacevoli sorprese.
Non solo bellezze in bicicletta
Per prima cosa esplorando il background di molte bellissime ragazze che parlano di bici in rete si scopre che sono vere cicliste, sportive da tutta la vita, non di rado atlete di tutto rispetto. Per citarne una fra tutte l’ex professionista Puck Moonen, ricercatissima dagli sponsor.
Se la loro fortuna è anche quella di avere un aspetto fisico da modelle, perché non mettere insieme le due cose e approfittarne?
Esistono poi tantissime ragazze che non puntano affatto sull’aspetto fisico e che raccolgono un buon seguito parlando di tanti altri argomenti correlati alla bici.
C’è chi parla di cicloturismo, chi di viaggi in bici, chi di mobilità ciclistica.
Ex atlete o semplici appassionate che intercettano l’interesse del pubblico dedicandosi ad una causa per cui i social possono fare da enorme cassa di risonanza.
Basti pensare alle tante iniziative promosse negli ultimi anni dall’instancabile Paola Gianotti, non proprio l’ultima arrivata in fatto di biciclette.
Chi coinvolge la famiglia, figli , compagni, gruppi e progetti che nascono attorno alla passione per la bici o per i viaggi in bici.
Tante donne, tanti messaggi
Con numeri diversi e seguiti diversi, tutti condividono il comune interesse per la bici, che sia per loro una passione o un lavoro.
L’idea che mi sono fatta lavorando nell’ambiente è che difficilmente chi non ha una passione genuina per la bici sceglie questo ambito.
Personalmente credo che ogni donna dovrebbe riflettere su quale immagine di sé immette nel mondo virtuale.
Non tanto per se stessa, ma per la responsabilità sociale (sì, esiste ancora) che comporta la nostra presenza sui social.
Visualizza questo post su Instagram
Questo vale per chiunque e per qualunque interazione abbiamo in rete, che si stia caricando una propria foto o si stia commentando il post di un’altra persona.
Benché mi sembri una cosa scontata, pare che non lo sia affatto, e non riguarda le influencer su Instagram, ma tutti noi.
Tocca sempre a chi sta dall’altra parte di un messaggio scegliere a cosa dare attenzione e a cosa no. Ciascuno è libero, sempre nel rispetto degli altri, di esprimersi sui social come meglio crede, ed è sacrosanto che sia così.
Purché parliamo di bici
Detto questo, la mia speranza è quella di vedere in futuro un mondo popolato di bici.
Bici per andare al lavoro e a fare la spesa, bici per fare sport, per allenarsi e per gareggiare, bici per portare i bambini a scuola e per consegnare pizze nei centri storici.
Dunque, che si parli di bici in qualunque forma possibile non può che sembrarmi un bene.
La bici in sé è uno strumento che non può fare male.
Al contrario, può essere rivoluzionaria, migliorare la nostra salute, il nostro ambiente, renderci più felici e più realizzati.
Che si parli di bici, che le si veda sempre di più, che se ne promuova l’uso, che le si renda degli oggetti sempre più ambiti e “cool”, non può che essere una cosa positiva.
Dunque, viva i social e ben vengano le influencer di tutti i tipi.
Purché si parli di bici.
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Sull'autore
Silvia Marcozzi
Vivo da sempre in equilibrio tra l’amore per lo studio e le parole - ho due lauree in lettere e un dottorato in lingue - e il bisogno di vivere e fare sport all’aperto. Mi sono occupata a lungo di libri e di eventi. Dieci anni fa sono salita su una bici da corsa e non sono più scesa, divertendomi ogni tanto a correre qualche granfondo. Da poco ho scoperto il vasto mondo dell’off-road, dal gravel alla Mtb passando per le e-Mtb, e ho definitivamente capito che la mia sarà sempre più una vita a pedali.