Allenarsi al cibo. A tu per tu con Erica Lombardi, la dietista dei pro'
Sviluppo Simplenetworks
Allenarsi al cibo. A tu per tu con Erica Lombardi, la dietista dei pro'
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Si dice che "nel ciclismo le cose vanno fatte ieri". Questo intramontabile adagio da vecchia scuola fa emergere una verità che vale per ogni corridore: la bicicletta non perdona. La prestazione sportiva ed il successo (ad ognuno il suo obiettivo) sono sempre il frutto di un percorso. Un percorso, mai improvvisato, che intreccia vita quotidiana, allenamenti, riposo, recupero e alimentazione. Oggi allenarsi al cibo, non è più solo una pratica da atleti professionisti intenti a pesare tutto ciò che mettono sul piatto in nome dei guadagni marginali (o marginal gains).
La dimensione è più ampia. Ha a che fare con il raggiungimento e il mantenimento del benessere anche e non solo in bicicletta.
Al centro c'è la persona con i relativi ritmi ed esigenze. La dieta non viene più concepita in ottica restrittiva o punitiva, ma per quello che veramente è: uno stile di vita funzionale allo sport. Si arriva così a definire il coaching nutrizionale.
Ne abbiamo parlato con Erica Lombardi (foto sotto), 39 anni, dietista, che attualmente collabora con il team Women's World Tour UAE Team ADQ dopo le esperienze maturate in Astana (2020-2022), Nippo-Fantini-Faizanè (2019) e Gazprom-Rusvelo (2015-2018).
Nel suo ultimo libro,
- Erica, cos'è il coaching nutrizionale e quali sono i suoi obiettivi?
- Parliamo di un percorso che mira a rendere lo sportivo di ogni età e livello più consapevole ed autonomo nelle scelte alimentari. Nello specifico ogni ciclista accompagnato da un medico e da un dietista impara a riconoscere e ad usare gli alimenti in base alla tipologia di allenamento/gara e alle esigenze individuali.
- Da dove deriva questo approccio?
- Le origini di questa prospettiva sono piuttosto curiose e non hanno a che fare con lo sport. Quando l'attrice Halle Berry fu scelta per interpretare Catwoman nell'omonimo film, ruolo che richiedeva una forma fisica più che perfetta, si fece aiutare dal personal trainer canadese Harley Pasternak. Pasternak si occupò prima di tutto della salute e del benessere dell’attrice aiutandola nella sua preparazione atletica, a scegliere i cibi che dovevano stare nel frigorifero, insegnandole ad associarli, a stabilire quando e come mangiarli. Alla base di tutto c'è l'equilibrio.
- "Sono un amatore, non ho bisogno del coaching nutrizionale". Cosa rispondi?
- Dico che non c’è prestazione e divertimento, se alla base non c’è la salute. Si parla in fin dei conti di educazione alimentare. Nessuna facile promessa, niente schemi alimentari copia e incolla. Si va oltre il pensiero dicotomico “Mi alleno, mangio bene. Non mi alleno, sono meno motivato a mangiare bene" che può portare a scompensi e stress metabolici. Il primo passo è "fare un tagliando" al nostro corpo per capire qual è il punto di partenza. Un'occasione per capire come stiamo.
- Andiamo al sodo. Allenarsi al cibo per andare più forte?
- Certo! I paradigmi negli ultimi anni sono cambiati. Si cerca di fare un vero e proprio “allenamento gastrico” con l'obiettivo di tollerare quantità di carboidrati che si aggirano sui 120gr/h. Per capirci, un piatto di pasta da 100gr fornisce circa 80gr di carboidrati. Allenarsi al cibo in questo caso significa “stoccare glicogeno” come si dice in gergo. Inoltre, la dieta non è più uno schema basato solo sulle calorie: al centro ci sono i watt, il consumo di carboidrati e grassi a determinate potenze, le preferenze alimentari che hanno a che fare con aspetti psico-fisici.
Di seguito alcuni studi scientifici sull'ossidazione dei carboidrati durante la prestazione sportiva condotti da Aitor Viribay Morales, Lead Performance Nutritionist del team Ineos-Grenadiers, e Asker Jeukendrup, Head of Nutrition del team Jumbo-Visma.
- L'innovazione al servizio della prestazione?
- Sì, oramai ci sono tante evidenze scientifiche che si possono applicare con riscontro pratico. Ad esempio, il protocollo low fibers che i pro' applicano prima delle prove a cronometro o delle tappe in montagna. Le fibre vergono limitate al fine d'incentivare un assorbimento più rapido dei carboidrati riducendo allo stesso tempo il gonfiore addominale. Spesso alla base di una prestazione duratura c'è la semplicità.
- In che senso?
- Abbiamo, ad esempio, la possibilità di idratarci con gli alimenti grazie ai frullati di frutta e verdura abbinati ad acqua di cocco, succo di barbabietola e ciliegia. Un bicchiere di succo d’arancia o di pomodoro è in grado di reintegrare quasi tutto il potassio, il calcio e il magnesio perduti in circa tre litri di sudore. I finocchi mangiati crudi sono in grado di tenere a bada l'appetito e così via... Ma c'è tanto altro in ballo.
- Tipo?
- Prendiamo un pasto composto da determinate pietanze. A seconda dell'ordine di assunzione e della velocità della masticazione lo stesso cibo può produrre effetti diversi sul nostro organismo e di riflesso sulla nostra prestazione. E per rimanere sulla semplicità basta parlare dell'acqua. Quanta ne viene consumata? Qual è la sua composizione? Sembra banale, ma un'acqua ricca di sodio non è adatta a chi soffre di ritenzione idrica.
- Vincenzo Nibali ed Elisa Balsamo cosa dicono?
- Vincenzo è sempre stato una buona forchetta. Tra i piatti preferiti: lasagne, mozzarella di bufala e polpettine fritte. Ha sempre saputo gestirsi in maniera professionale maturando un approccio sano: il cibo come alleato, non come nemico. Elisa è riuscita a scoprire dei cibi che la appagano senza sgarrare. Il che significa mangiare da ciclista ed essere felici!
- Infine la domanda da un milione di dollari: le prestazioni del ciclismo moderno sono figlie anche di questo approccio?
- La Scienza della Nutrizione è in continua evoluzione. In un ciclismo dove tutto si può risolvere in una manciata di secondi la cura dei particolari può fare la differenza. Oggi le squadre hanno delle vere e proprie équipe che si occupano di nutrizione e del monitoraggio individuale. Al di là di tutto c'è un risvolto che conta più di ogni altra cosa a mio avviso.
- Quale?
- Mi è capitato di incontrare ex atleti professionisti con i quali abbiamo condiviso questo percorso di consapevolezza verso il cibo. Mi hanno raccontato di mangiare ancora oggi come una volta. Quando è così ogni professionista che fa il mio mestiere capisce che ha fatto centro!
Chi è Erica Lombardi
39 anni, senese. Ha un passato nell'atletica leggera dove ha conquistato un Campionato Nazionale Junior su strada. Nelle stagioni 2002 e 2003 ha vestito la Maglia Azzurra in occasione Campionati Mondiali ed Europei di cross. Laureata in Dietistica, ha conseguito un Master in in Diritto e Management dello Sport. È docente della Sanis-Scuola di Nutrizione e Integrazione nello Sport.
Tra il 2015 ed il 2022 in qualità di dietista ha fatto parte dello staff tecnico di diverse squadre di ciclismo professionistico: Astana, Nippo-Fantini-Faizanè e Gazprom-Rusvelo. Ha partecipando a tutti i Grandi Giri.
Attualmente è parte dello staff Well-Being and Health del team Women's World Tour UAE Team ADQ.
Per maggiori informazioni: info@ericalombardidietcoach.com
Foto in apertura: teamefcoaching.com
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Qui sotto qualche nozione per conoscere meglio i carboidrati: la "benzina" di ogni ciclista.