Domenica 14 Ottobre abbiamo partecipato alla Gran Fondo Il Lombardia, la“Classica delle foglie morte” in versione amatoriale, organizzata da RCS Sport e RCS Active Team.
Una grande emozione, perché non tutte le domeniche hai l’occasione di pedalare sulle strade che hanno visto protagonisti i Pro’ poche ore prima.

Gran Fondo Il Lombardia
Passaggio alla Madonna del Ghisallo. Foto www.gfilombardia.it – LaPresse – Fabio Ferrari.



Più di 1500 partecipanti provenienti da tutto il mondo (circa il 40% stranieri) che hanno pedalato su un percorso di 101,3 km che ricalcava i chilometri finali della corsa professionistica.
Nello specifico, dopo la partenza da Como, si affrontavano in sequenza le salite di Madonna del Ghisallo (8,6 km al 6,2%), Colma di Sormano (7 km al 9%) con l’opzione, per i più tenaci, di scalare le ripide rampe del Muro di Sormano (1,9km al 15,8% con punta massima al 27%) e infine la salita di Civiglio (4,2 km con punte al 14%), dove meno di 24 ore prima Pinot e Nibali se le erano date di santa ragione.

Gran Fondo il Lombardia
L’altimetria della Gran Fondo Il Lombardia.

Per l’occasione ero ospite del Team Shimano: personale dell’assistenza neutrale impegnato nella gara dei Pro’ del sabato e poi ambassador e testimonial di livello internazionale come Omar Di Felice (Ultracyclist), Juri Zanotti (campione italiano XCO 2018 e medaglia d’oro nella prova a staffetta al campionato Europeo 2018 a Graz), Mirko Tabacchi (atleta della Forestale Cicli Olympia Vittoria e campione italiano XC) e Belti Schmid (atleta della KTM Protek Dama).
Tutti coordinati da Marco Cittadini, sports marketing, PR and communication manager di Shimano.

Gran Fondo il Lombardia
Pronti al via con il gruppo di testimonial e ambassador Shimano. E’ ancora buio…

Sin dalla cena del sabato sera avevo intuito che la granfondo del “gruppo Shimano” sarebbe vissuta sulla personalissima sfida di Marco, deciso a portare a termine la gara nonostante i soli tre giorni di allenamento complessivi nell’arco dell’anno (di cui due nella settimana precedente).
Un’impresa tutt’altro che semplice, poiché il ciclismo non regala niente, soprattutto su percorsi così impegnativi.
Uno sguardo d’intesa con Omar e Marco durante la cena della vigilia e la mia decisione era presa: mi sarei aggregato alla carovana degli atleti Shimano con l’intento di scortare Marco insieme a loro e raccontarne ogni momento.
Sfide come queste, che mettono alla prova ciclisti “normali” che ogni giorno ritagliano tra mille impegni un poco di tempo per allenarsi, meritano di essere raccontate.

La partenza viene data alle 7.30, con le prime luci dell’alba che rendono ancor più suggestivo il panorama lungo il lago di Como.
Già dai primi chilometri il team è unito: tutti intorno a Marco per fargli risparmiare più energie possibili, da spendere poi nelle dure salite che lo aspettano nella seconda parte della Granfondo.

Gran Fondo il Lombardia

Gran Fondo il Lombardia
Al via 1500 cicloamatori. Partenza alle prime luci dell’alba. Foto Sportograf.

L’entusiasmo e l’assenza di asperità durante la prima metà di gara fa si che la partenza sia un po’ troppo “allegra”.
I ragazzi (atleti veri) scherzano ed è bello vedere come si muovono in un gruppo di oltre 1500 amatori, ognuno con il proprio personalissimo obiettivo da inseguire, persone abituate a competere su lunghissime distanze o in competizioni di livello mondiale.
Forse è anche questo il bello del ciclismo: per un giorno campioni e amatori condividono la stessa lingua d’asfalto e, ancora una volta, mi meraviglio di quanto questo sport sia in grado di unire ognuno nelle proprie diversità.

Ben presto, però, si comincia a fare sul serio: la salita alla Madonna del Ghisallo mette Marco di fronte alla realtà.
Le risate non bastano più.
Serve tutta la sua grinta e l’entusiasmo di noi che pedaliamo al suo fianco per superare questa prima difficile asperità.
Raggiunto il primo ristoro ci concediamo una veloce pausa.
Un pezzo di banana, una crostatina, un bicchiere di Coca Cola e due chiacchiere con qualche partecipante ricaricano le energie del “capitano” pronto a ripartire per la discesa che ci porterà alla seconda salita: la Colma di Sormano.
Affrontiamo i primi chilometri insieme a Marco, che inizia a far intravedere una leggerezza stanchezza sul volto.

Gran Fondo il Lombardia
Il Muro di Sormano. Foto www.gfilombardia.it – LaPresse – Fabio Ferrari.

Al bivio per il Muro di Sormano, prosegue lungo la dolce ma più lunga ascesa alla Colma, lasciando il via libera a me, Juri, Belti e Omar di affrontare le dure rampe del Muro, che hanno scritto la storia della Classica delle foglie morte.
Tra i quattro, solo Omar l’ha già affrontato in passato ed è forte in noi la voglia di confrontarci con questa sfida.
Superata la sbarra che ne delimita la chiusura (il Muro viene aperto solamente per le occasioni speciali) inizia il tratto più duro: una lunga striscia dall’asfalto in mezzo ad un bosco vestito con i colori dell’autunno, che lo rendono meraviglioso.
1900 metri al 15,8% procedendo a zig zag tra chi voleva mettersi alla prova affrontandolo ad un ritmo elevato ma che ha dovuto piegarsi alle sue pendenze, mettendo piede a terra.
Qui sotto trovate un breve video della scalata, giusto per darvi l’idea di quanto sia dura questa salita:

Gran Fondo il Lombardia
E qui il “nostro” Mirko De Angelis (autore di questo articolo), mentre “gira” il video che avete appena visto :-).

In cima al Muro troviamo ad attenderci l’ammiraglia di assistenza Shimano e, dopo pochi minuti, Marco che scortato da Mirko Tabacchi è riuscito a superare anche la seconda salita di giornata.
La lunga e tecnica discesa ci riporta velocemente sul lungo lago, dove i mangia e bevi che precedono la salita finale di Civiglio svuotano le energie di Marco (così come era successo per molti Pro’ il giorno precedente).
Da adesso in poi sarà solamente una battaglia psicologica, ma pur vedendolo provato, ci rendiamo conto che è più che mai deciso a concludere la prova.

La salita di Civiglio sembra un “piccolo Everest”.
La sofferenza è tanta. Molti si sarebbero arresi o, forse, con allenamento pressoché nullo non avrebbero neanche attaccato il numero sulla schiena.
Ad ogni pedalata un “Vai Marco” lo aiuta a superare con una maggiore, ma solo apparente, facilità le dure rampe che raggiungono il 14%.
Per distrarlo dalla fatica mi affianco e gli chiedendo un sorriso per un selfie (che vedete qui sotto).

Gran Fondo il Lombardia
Mirko De Angelis, a sinistra, e Marco, protagonista della nostra storia.

Marco è stanco, ma non molla e a pochi metri dall’arrivo, mentre siamo uno accanto all’altro, mi guarda e dice:

“Non importa come e quando, l’importante è arrivare. Sempre”.

E’ proprio questo il motivo che mi ha spinto a raccontare questa storia.
Marco rappresenta la forza di volontà e la voglia di non mollare dei tanti che, sfidando il poco tempo che lavoro e vita quotidiana lasciano a chi fa del ciclismo un hobby e non un mestiere, si mettono in gioco contro i propri limiti.
Marco è tutt’altro che il prototipo dell’amatore mediamente allenato, che segue tabelle affidandosi a preparatori o nutrizionisti ma, proprio per questo e per la sua discendenza da una famiglia di ciclisti, la sua forza di volontà e la sua caparbietà gli hanno permesso di raggiungere il traguardo, esplodendo in un urlo di felicità e un abbraccio ai suoi ragazzi.

La Gran Fondo Il Lombardia è conquistata. Superata la linea d’arrivo il cronometro segna 5 ore e 9 minuti, con una media oraria di 21,88 km/h.

Gran Fondo il Lombardia
Il nostro arrivo…

Il ciclismo è uno sport a tratti crudele: ti mette di fronte ai tuoi limiti senza offrire regali né sconti ed in questo Marco ha dato dimostrazione di quanto testa e forza di volontà siano in grado di fare la differenza.
E’ stato un piacere ma, soprattutto, un onore assistere ad una simile prova di tenacia e vivere questo weekend all’interno di un gruppo di ragazzi affiatati e semplici prima ancora che veri professionisti.

Gran Fondo il Lombardia
E la foto di gruppo subito dopo aver conquistato Il Lombardia.



A proposito, subito dopo l’arrivo mi attendeva una sorpresa, timidamente accennata, ma che ora diventava reale: dall’ammiraglia Shimano fuoriescono due borse Miss Grape da bikepacking.
A quanto pare l’avventura non è ancora finita.
Vengo sollecitato a cambiarmi, c’è ancora un viaggio ad attendermi.
Dovrò seguire Omar lungo il suo folle viaggio di ritorno no-stop a Roma, di cui forse avrete già visto qualcosa sui social.
A me il compito di raccontarlo.

Questa sarà un’altra delle storie che potrete leggere a breve su BiciDaStrada.it

Per info e classifiche della Gran Fondo Il Lombardia: gfilombardia.it