La gamma di Selle SMP è estremamente ampia, forse una delle più ampie sul mercato.
I modelli si differenziano per forma, larghezza, tipologia di imbottitura e di rivestimento, oltre che per materiale del carrello.
Alcune hanno una destinazione più racing, altre hanno un orientamento più endurance, ma in SMP ci tengono a sottolineare che tutti i modelli mantengono una specifica “identità ergonomica”, che garantisce la totale assenza di compressione della zona perineale. Inoltre, tutti i modelli sono unisex e universali, cioè potenzialmente adatti ad ogni disciplina del ciclismo. E tutti sono Made in Italy.
In questo articolo, insieme ai tecnici dell’azienda padovana, abbiamo analizzato gli aspetti chiave che possono orientare la scelta verso un modello piuttosto che un altro, senza dimenticare che SMP mette a disposizione degli utenti anche il Saddle Finder, un software per aiutare a trovare la propria sella ideale in pochissimi passaggi.
Inoltre, prima di continuare, riteniamo molto utile ricordare anche il programma SMP4TEST, che dà la possibilità di provare la sella prima di acquistarla. La filosofia di Selle SMP, infatti, è che ogni persona è differente e dunque per essere sicuri che il modello scelto “su carta” sia effettivamente quello giusto è indispensabile provarlo concretamente.
Le selle test possono essere richieste presso un centro SMP4TEST oppure direttamente all’azienda. Ne abbiamo parlato in modo approfondito nell’articolo che trovate qui sotto:
SMP4TEST: la sella da provare ti viene spedita direttamente a casa
Selle SMP: a chi la forma a S e a chi quella “tradizionale”?
La prima grande distinzione all’interno della gamma SMP riguarda i modelli con forma a S e quelli con forma più piatta e “tradizionale”, introdotti a partire dal 2019.
La forma a S, caratterizzata da una sorta di rialzo posteriore, è nata da studi scientifici accurati ed è quella che probabilmente ha contribuito a caratterizzare maggiormente Selle SMP tra gli appassionati. Il supporto posteriore garantisce una grande stabilità della seduta e, in alcune circostanze, può aiutare anche nell’erogazione della potenza. Per sfruttare al massimo questi modelli è indispensabile lavorare in modo attento sul corretto posizionamento della sella stessa.
La configurazione “tradizionale”, che per intenderci interessa i modelli della serie F e della serie VT, offre maggiore libertà di movimento e si rivolge in primo luogo a quei ciclisti che si spostano molto in sella e che non si trovano perfettamente a proprio agio con la forma a S.
Larghezza della sella: la misura delle ossa ischiatiche non è l’unico parametro
La larghezza della sella è un altro fattore chiave nella scelta del modello più adatto alle proprie esigenze e SMP offre un ampio range di opzioni.
L’elemento che più incide sulla larghezza è la misura delle tuberosità ischiatiche, che può essere rilevata attraverso una visita biomeccanica, oppure nei negozi che hanno competenze e attrezzatura adeguata, ma volendo in modo più “artigianale” anche in autonomia da parte dell’utente. Nel video qui sotto SMP mostra come fare.
In linea generale sotto gli 11,5 cm bisognerebbe orientarsi su selle strette, oltre questa misura su selle larghe, ma sul sito internet SMP la scheda tecnica di ogni modello riporta in maniera chiara la larghezza delle ossa ischiatiche per cui risulta più adatto.
Secondo SMP la misura delle tuberosità ischiatiche è il parametro chiave, ma non l’unico, da tenere in considerazione quando si ragiona sulla larghezza della sella.
Un altro elemento importante è costituito dalla struttura fisica del ciclista, cioè da quanta massa c’è “da mettere sopra la sella”.
Per fare un esempio pratico, un utente con ossa ischiatiche strette, ma con un peso elevato, potrebbe trovare un compromesso valido con un modello di sella dalla larghezza intermedia, anziché molto stretta.
Infine, sulla larghezza ideale della sella incidono anche la posizione in bici e la tipologia di attività svolta. Gli agonisti e, in generale, coloro che pedalano con posizioni molto aggressive, tendono a ruotare in avanti il bacino e quindi appoggiano sulla parte più stretta delle ossa ischiatiche, per questo privilegiano selle un po’ più strette.
Diversi livelli di imbottitura, diverse tipologie di ciclista?
La scelta di una sella con imbottitura più o meno generosa è molto soggettiva e secondo i tecnici SMP non esiste una regola precisa da seguire. Più imbottitura, infatti, non significa necessariamente più comfort, perché la comodità della seduta dipende in primo luogo dalla forma, dalle raggiature, dalla superficie di appoggio.
In linea generale, SMP consiglia una sella leggermente più imbottita a chi pedala in modo piuttosto saltuario e a chi va in fuoristrada (mtb o gravel), poiché l’imbottitura contribuisce a smorzare le vibrazioni che arrivano dal terreno.
Chi invece pedala con regolarità si adatta meglio a selle più rigide e meno imbottite, come la Drakon, la Dynamic, la Glider, la Stratos o la serie F.
I modelli senza imbottitura o addirittura full carbon si rivolgono ad un target di pubblico più ristretto, molto attento alla leggerezza e che ama sentire una forte connessione con la bici.
Carrello in acciaio o carbonio: è solo questione di peso
Quasi tutti i modelli di Selle SMP sono disponibili con una doppia opzione di carrello, una in carbonio e un’altra in acciaio AISI.
Le sensazioni trasmesse al ciclista potrebbero essere leggermente diverse, ma entrambe le soluzioni garantiscono un ottimo assorbimento delle vibrazioni e un’ottima resistenza. La tipologia di carrello, dunque, non è da considerare un fattore discriminante nella scelta, se non sotto il punto di vista estetico e di peso. A tal proposito, SMP ci tiene a sottolineare che non forzare troppo la mano in fatto di leggerezza è una scelta ben precisa, che consente di aumentare la durata nel tempo e di non fissare alcun limite di peso per l’utilizzatore.
Più che sul materiale con cui è realizzato, l’aspetto tecnico che vale la pena sottolineare è la lunghezza del carrello di tutti i modelli SMP, che risulta decisamente superiore alla media. Ciò consente un ampio range di regolazioni sul reggisella e quindi di trovare con più facilità la posizione ideale, anche in caso di reggisella dritti o di piantoni molto verticali, oggi sempre più frequenti, specie sulle bici aero o sulle taglie piccole.
Quali selle sono dedicate all’agonismo e quali all’endurance?
Abbiamo visto che la scelta del modello ideale è influenzata da vari fattori, a cui si aggiunge una componente personale. Per questo SMP suggerisce sempre di provare la sella prima di effettuare l’acquisto.
Detto questo, vogliamo chiudere l’articolo con alcune indicazioni più concrete, suggerimenti forniti da SMP in base all’esperienza maturata negli anni e che possono restringere il campo e facilitare la scelta.
Tra i modelli con un orientamento più racing SMP segnala la Dynamic e la Blaster per chi preferisce selle a S poco imbottite, oppure la Drakon, la Stratos e la Glider per chi predilige un’imbottitura intermedia.
L’alternativa con forma tradizionale è costituita da F20 e F20C o F30 e F30C, anche nella versione s.i., che sta riscuotendo molto successo.
Per l’endurance e le lunghe distanze, invece, il suggerimento ricade sulla Well oppure sulla serie VT e VT C.
Quali sono i modelli migliori per il gravel?
I modelli migliori per il gravel sono gli stessi destinati all’uso endurance su strada, dunque Well e serie VT. Per l’off-road l’imbottitura in gel e la forma compatta (C) potrebbero essere dei plus da non sottovalutare. Il primo contribuisce a ridurre le vibrazioni che provengono dal fondo stradale e dunque a incrementare il comfort sulle lunghe distanze, il secondo può facilitare il passaggio da seduti a fuori sella tipico del fuoristrada, specie nei tratti più tecnici.
Nel complesso, in SMP ci hanno rivelato che la linea VT è quella che sta crescendo più velocemente in termini di vendite, probabilmente per la sua versatilità e per la sua capacità di bilanciare comfort e prestazioni con un prezzo intermedio.
Per maggiori informazioni:
Come montare le Selle SMP in modo corretto. Qualche consiglio utile