2003-2023: la piattaforma Pinarello Dogma compie 20 anni. Una storia che inizia al Giro d'Italia 2003 con Alessandro Petacchi in maglia Fassa Bortolo (foto sotto): sei successi di tappa di cui due su Mario Cipollini in maglia iridata. Il telaio allora era in magnesio...
Da allora sono passati due decenni.
Un'intera generazione di ciclisti, professionisti ed amatori, sono cresciuti assieme alla Dogma. Un nome che nasconde un richiamo fulmineo, quasi inconscio: competizione, prestazioni racing, stile italiano, design aggressivo. E non solo... Perché il successo commerciale della Dogma è un caso piuttosto raro visto che questo modello da solo sostiene la maggior parte del fatturato di Pinarello.
A 20 anni da quella prima vittoria di Petacchi a Lecce, il marchio trevigiano fondato da Giovanni "Nani" Pinarello nel 1952, propone un concetto inedito: nuova Pinarello Dogma X.
X: oltre al nome basta una lettera
Una nuova Dogma con geometria X Endurance pensata per le lunghe distanze? Sì, avete capito bene.
Che qualcosa in casa Pinarello stesse cambiando era evidente: a fine 2022 dopo aver accantonato la Paris (altra icona), in gamma si era venuto a creare un vuoto. Vuoto presto colmato con l'arrivo della Pinarello X e la nuova declinazione e-bike (Supercharged) per la Nytro. Questi due aggiornamenti oggi aprono la strada alla nuova Dogma X.
Il progetto, avviato oltre 18 mesi fa, è frutto del precedente assetto societario (fondo L Catterton) che a fine giugno di quest'anno ha ceduto le quote al family private office del magnate svizzero di origini sudafricane Ivan Glasenberg, già proprietario del Q36.5 Pro Cycling Team.
La nuova Pinarello Dogma X diventa a tutti gli effetti l'ultimo grande atto della riorganizzazione di gamma del marchio di Villorba (Tv) che oggi identifica la vocazione delle sue biciclette grazie ad una lettera.
La Dogma X viene proposta in ben 11 taglie telaio, da 43 a 62 cm.
Il telaio in taglia 53 non verniciato con forcellino e supporto deragliatore pesa 950 gr.
Sono proprio le geometrie Endurance a marcare il territorio della Dogma X.
Numeri alla mano, rispetto alla Dogma F (QUI il nostro test), il reach della Dogma X è ridotto di 3,9 mm mentre lo stack è più abbondante: +15,4 mm.
Il rapporto stack-to-reach reso in forma grafica (immagine sotto) delinea un carattere sportivo: più corsaiolo rispetto alla Pinarello X, meno aggressivo rispetto alla Dogma F.
Aero + X-Stays = design funzionale
Se si taglia l'immagine della Dogma X in prossimità del tubo piantone è difficile a colpo d'occhio rilevare delle sostanziali differenze con la Dogma F.
La bici è molto simile, ma diversa per geometrie (come abbiamo visto) e stampo di provenienza.
I punti di contatto con la bici utilizzata dai pro' del team Ineos Grenadiers però non sono pochi: rimaniamo pur sempre all'interno della stessa famiglia prodotto...
- Design asimmetrico.
- Tubazioni a coda tronca (Flatback Profile).
- Forcella Onda (design che dal 2000 contraddistingue le bici strada Pinarello), dotata di Forkflap e cannotto che identifica una sterzo 1,5''-1,5''. La testa di questa versione è più ampia. Peso: 400 gr.
- Passaggio cavi interno TiCR (Total internal Cable Routing, introdotto con la Dogma F12).
- Manubrio integrato in fibra di carbonio Most Talon Ultra Light.
- Reggisella (Pinarello Aero).
- Movimento centrale BSA ITA.
A cambiare radicalmente è la porzione posteriore che presenta foderi verticali ricurvi (Flexi Stays 2.0) più sfinati rispetto a quelli ad S della Pinarello X, ispirati al "vecchio" carro posteriore Onda (vedi foto Dogma in apertura).
Le forme di quest'area telaio della Dogma X rimandano direttamente alla Parigi-Roubaix 2010 e più precisamente alla Pinarello Kobh 60.1 (foto sotto), la prima bici ad adottare foderi Flexi Stays.
I nuovi foderi, a differenza della precedente generazione, su ogni lato presentano due punti di innesto sul tubo piantone che vanno a caratterizzare il carro X-Stays.
In sostanza, Pinarello rinuncia ad ammortizzatori e sospensioni (già applicati alla Dogma Dogma K8-S nel 2015 ed alla Dogma FS) e punta tutto sulla laminazione della fibra di carbonio e sullo studio delle forme.
Questa lavorazione, in sinergia con la costruzione a X del ponte, oltre ad essere un'ottima associazione per il marketing permette, secondo Pinarello, di dissipare le vibrazioni senza sacrificare la rigidità torsionale del telaio.
Gli innesti del carro spostati più in alto rispetto al solito diventano a tutti così una valvola di sfogo più ampia per le sollecitazioni provenienti dalle irregolarità del terreno.
A conti fatti si tratta di una soluzione che oltre a rappresentare una finezza tecnologica ed estetica ("la complessità aumenta il prestigio"), ha permesso a Pinarello di aumentare leggermente il volume del carro.
Il perché di questa scelta tecnica è presto svelato. I passaggi ruota della nuova Pinarello Dogma X sono in grado d'ospitare coperture con sezione massima pari a 35 mm.
Un bel salto in avanti rispetto ai 28 mm della Dogma F!
Nuova Pinarello Dogma X: Toray e dipendenti al centro
Come avviene per la Dogma F, Pinarello conferma una base telaio in fibra di carbonio Torayca T1100 1K plain.
Una qualità, l'1K, che definisce la tipologia d'intreccio della fibra. Dettaglio importante non solo per la resa estetica, ma anche e soprattutto per la reazione del materiale composito alle sollecitazioni meccaniche innescate dalla forza del ciclista.
Pinarello non ha rivelato i dettagli costruttivi di questa nuova piattaforma e forse è un peccato.
Anche perché dietro le quinte di questo progetto c'è un rapporto consolidato con uno dei più importanti produttori di fibra di carbonio al mondo. Un'etichetta, quella di Toray, che ha contribuito al successo della Dogma in questi 20 anni che va ben oltre la semplice facciata.
È stato abile Fausto Pinarello a tessere la tela al punto che oggi il colosso giapponese si siede attorno al tavolo assieme ai tecnici di Villorba per suggerire le applicazioni dei tessuti a seconda delle forme elaborate dall'ufficio tecnico.
In un momento storico in cui il concetto di bici endurance non è più solo legato al comfort, ma anche alla prestazione, Pinarello gioca un bel carico. Il vero punto di forza, ancora una volta, è la visione.
In fase di sviluppo il team Ineos Grenadiers non è stato chiamato in causa per un semplice motivo: l'obiettivo non era quello di creare una bici da professionisti.
Così al posto dei campioni sono entrate in gioco le Risorse Umane. Dalla collaborazione tra diversi uffici è scaturita una "ciclistica profilazione" dei dipendenti alcuni dei quali hanno ricevuto in anteprima la Dogma X con il compito di metterla su strada e riportare in Azienda sensazioni, suggerimenti, punti di forza e punti deboli.
Allestimenti, pesi e prezzi
La nuova Dogma X propone sei allestimenti più il kit telaio.
I gruppi trasmissione Shimano Dura-Ace Di2 (con e senza misuratore di potenza), Sram Red eTap AXS e Campagnolo Super Record Wireless vengono abbinati a ruote DT Swiss ERC 1400, Princeton Grit 4540 e Campagnolo Bora WTO 33.
Qui sotto uno schema esemplificativo.
Quattro, invece, i colori disponibili: Xolar Sun, Xolar Green, Xolar Blue, Xolar Black.
Tutti i modelli Dogma X possono essere ordinati da subito presso i rivenditori autorizzati Pinarello.
Attraverso il configuratore Pinarello MyWay è possibile personalizzare stile, dettagli e finitura della verniciatura.
Il sovrapprezzo per la versione verniciatura Solid e Metallic è di 750 euro mentre per avere la verniciatura iridescente Borealis servono 1.300 euro.
La personalizzazione del manubrio integrato Talon Ultra Light viene 250 euro.
Peso
Telaio: 950 gr (non verniciato in taglia 53 cm con forcellino e supporto deragliatore)
Forcella: 400 gr
Dogma X (senza pedali, in taglia 53 con gruppo Shimano Dura-Ace Di2, ruote Princeton Grit 4540 set up tubeless, 35 ml di liquido sigillante a ruota): 7,2 kg.
Il kit telaio viene proposto a 6.080 euro.
Nuova Pinarello Dogma X: prime impressioni in sella
Abbiamo messo alla prova la Dogma X lungo un suggestivo circuito di 16 km nei di dintorni di Collalto (Tv): pianura pressoché inesistente, brevi salite, un settore di strada bianca di due km ed una discesa scomposta in tre tronconi per via del differente fondo stradale: sterrato, asfalto scassato ed asfalto nuovo/in buone condizioni.
Io sono alto 170 cm, cavallo 78 cm ed ho scelto una taglia 46,5 cm abbinata ad un attacco manubrio da 120 mm.
Mi ci sono voluti più di 10 km per iniziare a fidarmi di questa bici complice anche la strada umida. La gomma da 32 mm tubeless ha giocato un ruolo determinate in fase d'ingresso ed uscita.
Sulla ghiaia non ho percepito una Dogma X "secca" e scorbutica come succede con una classica bici da strada da competizione con gomme da 28 mm.
La combo con il carro X-Stays è difficile da misurare a livello scientifico: posso solo dirvi che paradossalmente mi sono sentito più a mio agio sul primo passaggio del settore sterrato rispetto alle prime pedalate su asfalto.
Sullo scatto secco la bici è più pastosa e leggermente meno reattiva rispetto ad un modello da competizione. D'altronde, la gomma più grossa genera giù una massa volanica maggiore che associata ad un interasse più abbondante influenza questa dimensione.
Per certi aspetti la Dogma X mi ha ricordato la Canyon Endurace CFR messa alla frusta qualche settimana fa sempre con coperture da 32 mm. Nei rilanci ad alta velocità è veramente difficile rilevare delle differenze rispetto ad una Pinarello da competizione.
Se la Dogma F è universalmente apprezzata per la sua capacità di assecondare il ciclista evoluto in discesa la Dogma X non è da meno.
Io durante l'ultimo giro mi sentivo veramente un altro corridore rispetto alla partenza. Ho accelerato lasciando scorrere il mezzo. Mi è piaciuto l'ingresso in curva progressivo e quella giusta dose di rigidezza che permette al ciclista di controbilanciare il peso senza incorrere in quel leggero sovrasterzo o sottosterzo che gioca a sfavore della velocità e della sicurezza.
E volete saperla tutta? A fine discesa mi sono girato ed ho ripercorso la salita in senso contrario per andare incontro ai miei compagni d'avventura.
Nel mentre sulla destra, a bordo strada, scorgo due ragazzini: 8-9 anni non di più. Seduti su una panchina vestiti con maglia da ciclismo e borraccia alla mano per un giusto ristoro. Passo, li saluto, loro mi seguono con lo sguardo ed occhi spalancati. Sto per lasciarli ed in quell'istante sento queste parole: «Complimenti per la Dogma».
E lì la mia testa è tornata al Giro del 2003 ed alle volate di Petacchi. La genesi di una vera bicicletta-mito che ha già ispirato una nuova generazione di futuri (speriamo) ciclisti.
Per maggiori informazioni: pinarello.com
QUI tutte le news, i test e gli approfondimenti riguardanti Pinarello.
Assieme alla nuova Dogma X, Pinarello ha presentato tre nuove bici della serie X. Qui sotto tutti i dettagli.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.