Lanciate circa 3 mesi fa, le nuove camere d’aria Schwalbe Aerothan hanno destato sin da subito grande interesse tra gli appassionati.

Realizzate in poliuretano termoplastico, sono state presentate come molto più leggere di una camera d’aria tradizionale, ma anche più performanti e decisamente più resistenti a forature e pizzicature. Nell’articolo qui sotto trovate tutti i dettagli tecnici:

Camere d’aria Schwalbe Aerothan: la rivoluzione del poliuretano termoplastico?

Costano tanto, abbiamo pensato in redazione, ma se fanno davvero quello che promettono possono diventare un upgrade molto molto interessante, specie per chi non è del tutto convinto del sistema tubeless.
Scommettiamo che anche molti di voi hanno fatto la stessa riflessione…

Insomma, la curiosità di provarle era tanta.

Dopo aver portato a conclusione qualche test urgente, sono finalmente riuscito a montarle.
In questo articolo vi parlerò delle prime sensazioni avute dopo un paio di uscite ma, siccome le sensazioni restano sempre e comunque soggettive, ho cercato di valutarne l’aspetto prestazionale anche con un test più oggettivo, basato sui watt, un po’ come avevamo fatto con le ruote Roval Alpinist e Rapide CLX.



MONTAGGIO
La prima cosa che colpisce delle camere d’aria Schwalbe Aerothan è la loro estrema leggerezza.
Per un camera d’aria da corsa, con valvola da 40 mm, il peso rilevato è stato di 43 grammi. Nel mio caso, rispetto alle camere d’aria “tradizionali” che avevo sulle ruote, ha significato togliere circa 120 grammi a coppia.

Un valore importante, se si pensa che si tratta di una massa rotazionale periferica.
Ma soprattutto se si riflette su quanto si è disposti a spendere su una coppia di ruote di alta gamma per risparmiare pesi simili.

Schwalbe Aerothan

Il guadagno in termini di peso può variare in base alle camere con cui si fa il confronto.
Una camera d’aria 700×25-28 di buona qualità, in media, pesa tra i 90 e i 110 grammi. Ma ce ne sono anche da oltre 150 grammi, oppure superleggere da 60-70 grammi.

L’altra cosa che si nota subito è la consistenza del materiale: sottilissimo, ma allo stesso tempo meno “gommoso” e più liscio rispetto alle camere in butile.

Il montaggio avviene esattamente come una camera d’aria normale.
Anzi, a mio avviso è anche più semplice, in quanto l’ingombro delle Aerothan è minore e la struttura della camera, una volta gonfiata leggermente prima del montaggio, rende quasi impossibile che questa possa rimanere tra copertone e cerchio (e quindi pizzicarsi accidentalmente).

L’unica accortezza da seguire, in base a quanto riportato anche sulle istruzioni fornite da Schwalbe, è quella di non gonfiarla troppo prima di inserirla all’interno del copertone (non più di 0,3 bar), poiché altrimenti si deforma e non è più utilizzabile.

Schwalbe Aerothan

PRIME IMPRESSIONI IN SELLA
Se vi aspettate che con le Schwalbe Aerothan la bici si comporti in maniera completamente diversa, probabilmente rimarrete delusi.
A parità di pressione non ho avvertito particolari differenze in termini di comfort o guidabilità della bici.
A cambiare è solo il “rumore” della gomma sull’asfalto, che appare leggermente diverso.

La cosa che si apprezza, invece, è che la bicicletta sembra diventare più dinamica e veloce nei rilanci e quando ci si alza sui pedali.
Onestamente, non so dirvi quanto sia effetto placebo e quanto realtà, ma tecnicamente la sensazione ci sta tutta ed è giustificata dal minore peso nella zona periferica della ruota.

Inoltre, va considerato che in base a quanto dichiarato da Schwalbe, le Aerothan possono essere gonfiate a pressioni più basse rispetto ad una camera d’aria normale, poiché più resistenti e meno soggette a pizzicatura, a tutto vantaggio del comfort.
Ma di questo vi parleremo tra qualche settimana, quando avrò percorso un buon numero di chilometri per poter valutare in modo più realistico la resistenza alle forature.

CONFRONTO SU STRADA: I DATI RICAVATI CON IL POWERMETER
Come anticipato a inizio articolo, per andare oltre le sensazioni, ho provato a realizzare un test empirico grazie all’uso del misuratore di potenza e vi anticipo che i risultati ottenuti sono davvero interessanti.

Schwalbe dichiara, tra le altre caratteristiche, una minore resistenza al rotolamento rispetto a camere d’aria standard, che si dovrebbe addirittura avvicinare ai valori di una gomma tubeless. Insomma, servono meno watt per andare alla stessa velocità. 

Ma sono davvero più veloci? E quanto vantaggio si può ottenere grazie al risparmio di peso?
Per cercare di dare una risposta a queste domande, ho individuato due segmenti Strava (uno pianeggiante/vallonato e uno in salita), percorrendoli a potenza controllata.

Al termine del giro ho sostituito le camere tradizionali con le Schwalbe Aerothan, effettuando lo stesso test a parità di wattaggio, per vedere la differenza in termini cronometrici.

Ovviamente, non si può trattare di un test con valore scientifico, poiché si è svolto all’aperto e non in laboratorio, ma abbiamo provato a renderlo più oggettivo possibile, concentrandoci sull’ottimizzazione di tutti gli aspetti controllabili:

  • i due test sono stati svolti nella stessa giornata, nelle ore centrali, per avere condizioni meteo il più possibile analoghe;
  • è stato utilizzato lo stesso identico abbigliamento;
  • è stata utilizzata la stessa bici (Cervélo Caledonia) con identico allestimento e misuratore di potenza (Favero Assioma Duo);
  • ho ovviamente utilizzato le stesse gomme (Maxxis High Road SL da 25mm) e stessa pressione di gonfiaggio: 7 bar sia all’anteriore che al posteriore;
  • ho mantenuto una potenza submassimale sui due segmenti, perché più facilmente ripetibile e controllabile rispetto ad uno sforzo “all out”. La potenza media erogata sui due segmenti analizzati è esattamente la stessa;
  • ho adottato la stessa posizione in bici, con mani sulla parte bassa del manubrio nei tratti di pianura e sulle leve nei tratti di salita e falsopiano.

SEGMENTO 1
Il primo segmento individuato è un tratto di 11,36 km prevalentemente pianeggiante, con qualche ondulazione.
L’ho affrontato con l’obiettivo di mantenere la potenza costante tra i 220 ed i 230 watt (la mia attuale Z3), ottenendo in entrambi i casi una potenza media di 223 watt.
La differenza cronometrica è stata di ben 31 secondi.

Nell’immagine in basso, oltre ai dati rilevati, anche il confronto diretto tra il tempo ottenuto con le camere d’aria Schwalbe Aerothan (in viola) e quello con le camere d’aria tradizionali (in nero).

Schwalbe Aerothan

Test con Schwalbe Aerothan
Potenza media: 223 watt
Tempo: 21:00

Schwalbe Aerothan

Test con camere tradizionali
Potenza media: 223 watt
Tempo: 21:31

SEGMENTO 2
Il secondo segmento utilizzato per il test fa riferimento ad una salita che percorro spesso durante l’anno (la stessa utilizzata per il confronto delle ruote Roval). Il chilometraggio complessivo è di 6,1 km, con una pendenza media del 6%.
Nella realtà, però, la salita è divisa in due tronconi: i primi 4 km più regolari e pedalabili, gli ultimi due meno costanti, ma con punte che superano il 10%.

Ho affrontato il primo tratto con l’obiettivo di rimanere intorno ai 250 watt (Z3), il secondo tra i 270 e i 280 watt. Anche in questo caso la differenza è stata di poco meno di 30 secondi.

Nell’immagine in basso, oltre ai dati ottenuti, anche il confronto diretto tra il tempo ottenuto con le camere d’aria Schwalbe Aerothan (in viola) e quello con le camere d’aria tradizionali (in nero).

Schwalbe Aerothan

Test con Schwalbe Aerothan
Potenza media: 263 watt
Tempo: 22:01

Test con camere tradizionali
Potenza media: 262 watt
Tempo: 22:28

Qui trovate l’attività Strava del test con le camere d’aria Aerothan: strava.com/activities/4608751203
Qui quella con camere d’aria normali: strava.com/activities/4608236685

IN CONCLUSIONE
Al di là della sensazione di maggiore reattività della bici in fase di rilancio, il test ha evidenziato che le camere d’aria Aerothan sono effettivamente più veloci di una camera tradizionale.

Tra l’altro, visto che la differenza mi sembrava fin troppo consistente, ho effettuato lo stesso test una seconda volta, su segmenti diversi.
Alla fine, le Aerothan si sono rivelate decisamente più veloci in 6 segmenti su 7.
Nel settimo il vantaggio è stato di soli 3 secondi su 20’, quindi praticamente lo stesso tempo.

Come già spiegato, non abbiamo la pretesa che questo test possa avere una validità scientifica, ma i dati ottenuti sono interessanti.

Probabilmente, un risultato analogo si potrebbe ottenere anche con camere d’aria in lattice di alta qualità (notoriamente più scorrevoli delle camere tradizionali), ma in base ai test effettuati da Schwalbe un po’ più pesanti e meno resistenti alle forature.
Ecco, durata e resistenza alle forature, questo è l’aspetto destinato a fare la differenza…
Io sto continuando ad usarle e nelle prossime settimane (per quanto ci sia sempre una componente di casualità) vi forniremo un feedback definitivo.

Che sono più leggere e più performanti lo abbiamo appurato.
Se si riveleranno davvero robuste, allora il costo di 27,90 euro a camera d’aria potrebbe risultare giustificato, almeno per chi è attento al peso e alle prestazioni.

Per maggiori informazioni: schwalbe.com