Primoz Roglic ha fatto segnare il nuovo record delle Tre Cime di Lavaredo.
In questo articolo analizzeremo la prestazione dello sloveno (e di Thomas, che è arrivato solo 3 secondi più dietro), ma prima pensiamo sia necessario fare almeno un paio di precisazioni fondamentali.

Roglic segna il nuovo record delle Tre Cime
Foto Fabio Ferrari/LaPresse

La prima è che, come diciamo spesso, confrontare i tempi di scalata tra anni e tappe diverse è interessante solo ai fini statici, perché i fattori che possono influire sulla prestazione sono tantissimi. Dinamica di corsa, meteo, percorso. 

La seconda è che migliorare il tempo di Nibali del 2013 non era affatto scontato. E’ vero che Vincenzo conquistò la tappa delle Tre Cime in condizioni meteo proibitive, sotto una fitta nevicata. Ma è anche vero che quel giorno furono tagliate tutte le salite tranne il Passo Tre Croci. Fu una tappa lunga, ma non difficile altimetricamente. Nel 2023, invece, le Tre Cime di Lavaredo sono state affrontate al termine di una tappa di 5.400 metri di dislivello, corsa all’incredibile media di 33,5 km/h.

Adesso passiamo all’analisi dati, ma non prima di aver fatto i complimenti a Santiago Buitrago, meritatamente vincitore della tappa dopo una giornata in fuga.

Roglic segna il nuovo record delle Tre Cime
La tappa è andata a Santiago Buitrago, in fuga per oltre 120 chilometri in compagnia di un gruppetto. Sulla salita finale ha retto alla grande.

Nuovo record delle Tre Cime di Lavaredo

Roglic ha scalato l’intera salita delle Tre Cime di Lavaredo in 20:49” alla media oraria di 20,18 km/h.
Il nostro cronometraggio si riferisce agli ultimi 7 km, cioè quelli dal bivio tra la strada di Misurina e quella per il Rifugio Auronzo, che salgono con una pendenza media del 7,6%. Nibali nel 2013 aveva impiegato 21:57″.

Gli ultimi 3,7 km, quelli con pendenza media del 12%, secondo Climbingrecords sono stati percorsi da Roglic in 14:20″, alla media di 15,5 km/h. La VAM è stata di circa 1.830 m/h, un valore stratosferico, ma ormai indispensabile per primeggiare nei Grandi Giri.
Nibali per affrontare questo tratto impiegó 15:00.

Roglic ha cambiato bici ai piedi della salita finale, usando una trasmissione 1x. Dalle informazioni che ci ha fornito Sram ha adottato un 42 anteriore e un 10-44 posteriore. Al momento dell’attacco, come si può notare da questa foto, non utilizzava di certo il 44, ma un 42×32. Probabilmente vedremo la stessa soluzione anche nella crono del Monte Lussari. Foto Fabio Ferrari/LaPresse

I watt della salita finale

Roglic, così come gli altri big della classifica, non condividono i dati di potenza su Strava, ma ancora una volta possiamo stimarli con discreta certezza grazie a  quelli di Thymen Arensman, che è arrivato sul traguardo a soli 23” da Roglic.

Arensman ha percorso l’intera salita a 396 watt, cioè circa 5,8 w/kg. Dunque per Roglic e Thomas possiamo stimare circa 6 w/kg.

Negli ultimi 3,7 km il corridore della INEOS è salito a 6,1 w/kg (immagine in basso), quindi per Roglic possiamo stimare circa 6,3 w/kg. Valori simili a quelli espressi da Almeida nel tratto finale del Bondone.

Non sono numeri da record in assoluto, ma sono di altissimo spessore se pensiamo alla durezza della tappa e alla quota di arrivo, posto a 2.300 metri di altitudine, dunque con aria più rarefatta. Senza contare il dispendio energetico che i corridori avevano sostenuto fino a quel momento. Per intenderci, Arensman nel corso della giornata ha consumato circa 6.000 calorie.

Foto d’apertura Massimo Paolone/LaPresse

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