Arriva sempre un giorno dell’anno in cui un ciclista fiuta la primavera imminente.
Lei non è ancora lì, eppure si sente.
Da qualche parte, c’è.

Ecco allora che all’improvviso sappiamo che tutta la fatica per continuare ad allenarsi durante l’inverno – le sveglie col buio, l’acqua gelata dentro la borraccia, i piedi intorpiditi e le goccioline di nebbia sulle ciglia – serviranno a farci godere ancora di più la bella stagione.

primavera in bici
Tutti i colori della primavera in bici: la neve in lontananza, i primi alberi in fiore e il verde che inizia a tingere le colline

A cercare la primavera in bici

Oggi alzarsi è stata dura, stanno arrivando quei giorni dell’anno in cui si dovrebbe poter dormire di più per affrontare il cambio di stagione.
Ma i ritmi del lavoro non tengono conto di questo e la sveglia è sempre ugualmente impietosa.
Durante la mattinata aggiungo un caffè alla solita routine cercando di carburare, ma la testa non ne vuole sapere.

Mi metto a scrivere, ma continuo a cancellare una parola ogni due, mentre rileggo le stesse cose per cercare di snebbiarmi la testa.
La pila di cose da fare sulla scrivania mi fa sentire ancora più stanca e confusa, mentre il sole inonda la stanza dalle finestre.
Chiamo mio marito:
– Ho bisogno di andare in bici.
– Ok, ci vediamo dopo. Quanto stai via?
– Non lo so.
Mio marito sa che la mia testa è strettamente collegata alle gambe.
Se loro non girano, la testa non funziona.
Se passo troppo tempo senza pedalare, non combino nulla nemmeno al lavoro.
E in queste giornate, le gambe fremono e la testa è là, fuori dalla finestra, come quando si andava a scuola e i primi soli battevano sul banco.

Niente calzamaglia oggi, penso mentre rientro velocemente a casa.
Gambali lunghi e pantalone corto. E niente giacca invernale.
Intimo da mezza stagione, maglia felpata manica lunga e gilet antivento. Guanti leggeri. Paracollo leggero. Niente copriscarpa.
Mi vesto mentalmente mentre avviso i colleghi che sarò off per un po’ e in dieci minuti sono pronta.

Lei è lì, sempre pronta, sempre bella uguale.
Appena fuori, per la prima volta da diverso tempo, aggancio i pedali senza pensare: “Che freddo”.
Cerco di evitare il traffico e mi addentro subito verso la campagna.
Voglio godermi questa giornata e abbassare il volume del rumore.
L’unico che sento mentre mi dirigo verso la prima salita è quello degli uccelli che salutano il primo tepore.

É come se qualcuno avesse aperto una finestra dentro la mia testa

Non sto pensando alle gambe, alla stanchezza, a quanti chilometri fare.
Sto pensando a quello che mi circonda, e le gambe vanno, felici.
La luce è diversa rispetto ai giorni passati, più brillante, quasi. Tutto sembra più nitido, e anche la mia testa finalmente lo è.
Oggi è uno di quei giorni in cui mentre pedali in salita nel paesaggio lavato di fresco ti chiedi: ma come fa chi non ci va, in bici?
Di questo avevamo già parlato nell’articolo che trovate qui sotto…

Nati due volte: quando l’esordio in bici ti cambia la vita

Attacco la prima salita e mi tolgo i guanti.
Penso che è così strano: ci sono lunghi mesi in cui non riesci ad immaginare che possa tornare il caldo.
Invece oggi per la prima volta sento la primavera in bici e riesco a crederci.

Non mi dispiace in assoluto pedalare in inverno. É una cosa che ho sempre fatto volentieri perché mi tira fuori da quella vita artificiale che ci costruiamo al chiuso.
Però lo sforzo di uscire, l’impatto col freddo, la scomodità di vestirsi, le strade bagnate, le poche ore di luce, i tanti fastidi dell’inverno, inutile negarlo, pesano.
Invece oggi.
Oggi è facile.
Oggi si scollina.

Continuo a pedalare, e piano piano la luce cambia, si fa più opaca.
Le strade sono più sporche che mai, per colpa del sale sparso durante l’inverno.
Ad un certo punto sono costretta a fermarmi per pulire il copertone a cui si sono appiccicati frammenti di catrame ancora semi-fresco che scricchiolano fastidiosi sotto la ruota ad ogni giro facendomi rischiare la foratura.

primavera in bicicletta
In questo periodo la strada porta i segni dell’inverno che se ne va

Non ancora, ma quasi… 

Il sole che da casa sembrava così limpido è ormai velato.
Sono contenta di non avere esagerato con l’ottimismo e di avere tenuto le lenti trasparenti sugli occhiali.
Devo ammettere che a questo punto non fa neppure caldo.
Spinta dall’entusiasmo mi sono diretta verso le colline, sebbene avessi inizialmente pensato che il mare mi avrebbe permesso di godermi di più il primo tepore.
Forse avrei dovuto darmi retta…

Di mano in mano che salgo l’aria torna a farsi rigida e mi aspetto già una discesa poco piacevole.
Quando arrivo in cima, però, nonostante il sole non ci sia più, nonostante non sia nemmeno caldo, il paesaggio torna a farmi sobbalzare di piacere.
Sì, è inequivocabilmente in arrivo.
Potrà tornare il freddo, potrà anche nevicare, ma non durerà…

Lei è lì, ancora nascosta fra gli alberi spogli, ma dove cammina ha già lasciato il verde del grano seminato nel cuore dell’inverno e ora alto appena qualche centimetro.
I ciliegi selvatici sono già in fiore.

primavera in bici
Quando arrivo in alto il sole si è ormai coperto…

Non importa se tornerà il freddo, la primavera in bici è già qui…

Non posso non fermarmi a fare un paio di foto.
Vedo arrivare un altro ciclista, mi fa un cenno mentre mi supera e mi lancia una voce: “Ma quanto è freddo oggi?”.
Meno di qualche giorno fa di sicuro, ma le aspettative che ci tenevano caldo si sono rivelate effimere.
Scendendo la temperatura si fa più dolce e mitiga il raffreddamento inevitabile dell’aria contro di me.
Arrivo dritta in picchiata sulla città, scendo sul 34, faccio girare le gambe e attraverso il centro.

Torno sulla statale e mentre mi concentro sulla pedalata sento qualcosa, come delle piccole trafitture di freddo sulla pelle scoperta del viso.
Gli occhiali sono pieni di gocce, sta piovendo.
Sbuffo un sorriso da sola.
La mia pedalata del disgelo non si conclude esattamente come avevo sperato.
Eppure ormai è fatta, può fare tutto il freddo che vuole, per me la primavera in bici è iniziata…

Come vestirsi per le prime gare di stagione: gli accessori indispensabili…