Pogačar vince sempre. È giusto così o dovrebbe "lasciare" qualcosa?

Emanuele Marianeschi
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Pogačar vince sempre. È giusto così o dovrebbe "lasciare" qualcosa?

Emanuele Marianeschi
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Pogačar vince sempre e accende il dibattito tra chi pensa che sia giusto così e chi, invece, crede che dovrebbe "lasciare" qualcosa anche agli altri...

Il giovane fenomeno sloveno è l’assoluto protagonista del Tour de France, con la vittoria di ieri a Luz Ardiden è arrivato a tre successi di tappa, dopo la cronometro e l'arrivo in salita sul Col du Portet.
In più, oltre alla maglia gialla e bianca, ha strappato dalle spalle di Poels anche quella a pois di miglior scalatore e, come lo scorso anno, si avvia a fare tripletta.

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Le scuole di pensiero si dividono in due fazioni: quelli alla Indurain, convinti che, con un Tour de France in tasca e due vittorie di tappa già conseguite, ci si possa "accontentare" e lasciare qualcosa agli avversari, e quelli alla Merckx che ritengono che il corridore più forte debba prendersi tutto il possibile, per onorare la corsa, gli sponsor e i sacrifici dei compagni di squadra.

Pogacar vince sempre

Analizziamo queste due correnti di pensiero, poiché entrambe hanno più di una ragione per sostenere la propria causa.

Quelli della scuola “Indurain”, uno che di giri di Francia ne ha vinti 5 consecutivi ed era solito lasciare le vittoria di tappa "superflue" agli avversari, ieri hanno storto un po' la bocca.
La vittoria sul Col du Portet, la prima in maglia gialla e ottenuta dopo un grande lavoro di squadra, ci stava tutta. Ma per loro è stato più difficile comprendere il comportamento del leader della Grande Boucle nella tappa numero 18 che, con uno scatto ai 500 metri ha ripreso Mas e staccato nettamente Carapaz e Vingegaard, mostrando una superiorità imbarazzante.

Non è tanto una questione di generosità, ma di rapporti, amicizie e alleanze da costruire in modo "non scritto". In questi due anni Pogačar non ne ha mai avuto bisogno, ma vista la giovane età è bene pensare anche al futuro...

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Quelli della scuola “Merckx”, il Cannibale, trovano in Pogačar la rappresentazione del vero campione, che dà spettacolo e si prende tutto quello che gli spetta, senza pensare troppo agli altri e al futuro.

Tadej ha solo 22 anni e finora gli è riuscito sempre tutto facile.
Nel 2021 ha praticamente vinto ogni corsa a cui ha partecipato, come pretendere che un ragazzino così giovane possa pensare di "tirare i freni" e placare la sua indole vincente?

Poi, diciamocela tutta, bisogna considerare gli interessi di squadra, e soprattutto sponsor, che investono tanto e vogliono vincere ogni volta che è possibile, per ottenere il massimo ritorno mediatico. Non tutte le stagioni sono fortunate e il ferro va battuto finché è caldo...
Senza dimenticare il rispetto verso i compagni che fanno fatica, le pressioni provenienti dai social media e il piacere di essere sempre sulla cresta dell'onda.

Pogacar vince sempre

E' giusto vincere sempre, dunque?
Non spetta a noi dirlo. Ognuno si fa la propria opinione e probabilmente non la cambierà.

La cosa certa è che il ciclismo moderno è cambiato tanto rispetto al passato e richiede di vincere ogni volta che sia possibile. Per mille motivi è più difficile pensare di "lasciare" qualcosa agli altri.
Gli interesse sono altissimi e c'è meno spazio per il “romanticismo” e il rispetto delle “regole non scritte” a cui, chi ha almeno 40 anni, era abituato.
Più bello? Meno bello?
A voi il giudizio...

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Sull'autore
Emanuele Marianeschi

Pedalo dall’età di 9 anni e ho fatto della bici la mia passione. La mia prima gara in BMX, poi tanti anni passati inseguendo il sogno del professionismo su strada. Negli ultimi anni nelle categorie amatoriali ho trovato il mio equilibrio tra lavoro, famiglia e passione. Sono alla costante ricerca di nuove esperienze perché la bici mi piace interpretarla a 360 gradi. Con bicidastrada.it vorrei portarvi in sella con me e trasmettervi il mio amore per il ciclismo

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