“L’Italia non è un paese per ciclisti”. E va ancora peggio se i ciclisti durante un’uscita di gruppo pedalano in coppia. L’articolo 182 del Codice della Strada (C.d.S.) relativo alla “Circolazione dei velocipedi” lascia poco spazio all’interpretazione già al comma 1.
Non è consentito pedalare affiancati a meno che non ci si trovi ad affrontare una strada urbana ciclabile (vedi art. 2, comma 3 del C.d.S.) dove il limite di velocità è fissato a 30 km/h.

C’è solo una situazione in cui questa pratica è consentita.

1. I ciclisti devono procedere su unica fila in tutti i casi in cui le condizioni della circolazione lo richiedano e, comunque, mai affiancati in numero superiore a due; quando circolano fuori dai centri abitati devono sempre procedere su unica fila, salvo che uno di essi sia minore di anni dieci e proceda sulla destra dell’altro.

Pedalare affiancati

La norma è chiara e sembra mettere ogni ciclista con le spalle al muro, delegando a quest’ultimo ogni forma di responsabilità. Non è così.
Da un lato troviamo il “pedalare in fila indiana”, ovvero, il punto più ostico della convivenza auto/bici sulle strade provinciali e statali che spesso genera rimproveri più o meno coloriti. Sul fronte opposto i ciclisti e quella mancata fila indiana che comunque non cancella la responsabilità di un incidente.

Abbiamo chiamato l’Avv. Federico Balconi (foto sotto) che nella primavera 2020 ha dato vita all’associazione Zerosbatti che garantisce tutela ed assistenza a tutti i ciclisti vittime di incidenti stradali.



Pedalare affiancati e quel mix tra legge e buon senso. Per ora…

«Se un automobilista in fase di sorpasso urta un gruppetto disposto a coppie causando un incidente è chiaramente nel torto – precisa Balconi – l ciclisti, pur essendo parte lesa, dovranno però pagare le multe per aver violato l’Art. 182 del C.d.S. e questo punto diventa spesso oggetto di dibattito con le assicurazioni che tutelano gli automobilisti».

«Il caso prende un’altra piega se vi è un concorso di colpa, ovvero, quando è dimostrato che la manovra del ciclista è direttamente collegata all’evento. Esempio: ciclista che supera all’improvviso un compagno sbandando in modo repentino verso il centro strada mentre sopraggiunge una vettura che innesca un incidente».

Foto: @IntermarcheCW

È evidente a questo punto che a dominare la scena c’è la dinamica del sorpasso che viene disciplinata dall’art. 148 del C.d.S.

«Un veicolo che supera un ciclista, ed ogni altro utente/ostacolo, deve mettere in atto tutte le misure cautelari che portano ad eseguire la manovra con tutte le precauzioni del caso. Sono proprio queste misure ad essere oggetto di sentenza. In caso d’urto tra veicolo e ciclista, individuo o gruppo, la giurisprudenza in genere riconosce che non sono state messe in atto tutte le condotte necessarie per compiere il sorpasso in sicurezza. La multa per la violazione dell’art. 182, comma 1, rimane comunque una costante ed in certi casi non gioca a favore del ciclista».

Pedalare affiancati

«Il mio consiglio a tal proposito è quello di pedalare il meno possibile da soli. Non è un caso se i sinistri che ad oggi sto gestendo attraverso Zerosbatti riguardano solo ciclisti che pedalavano in forma individuale. Uscire in compagnia è utile anche perché permette di avere dei testimoni che possono produrre materiale foto e video all’istante da affiancare alle perizie cinematiche».

Foto: @6Stili

«Spesso le bici ed i veicoli vengono spostati per non generare intralcio e quando sul luogo arrivano le Forze dell’Ordine si ritrovano davanti una scena “contaminata” che ha subito importanti modifiche. Un aspetto che a cascata genera ricadute sulle interpretazioni delle norme».

Ne avevamo parlato in questo approfondimento.

Cosa fare dopo un incidente in bicicletta: 5 consigli per tutelarsi

Pedalare affiancati: l’art 182 è da rivedere

Il Codice della Strada italiano sembra generare anche un paradosso.
La normativa indica come forma adeguata di circolazione la fila indiana, ma è stato verificato che l’impatto su manovre di sorpasso e viabilità è minore quando i ciclisti si ritrovano a pedalare affiancati su strade extraurbane.

Per Pérez-Zuriaga, A.M.; Moll, S.; López, G.; García, A. Driver Behavior When Overtaking Cyclists Riding in Different Group Configurations on Two-Lane Rural Roads. Int. J. Environ. Res. Public Health 2021, 18, 12797. https://doi.org/10.3390/ijerph182312797 la distanza di sorpasso veicolo-ciclista aumenta quando si pedala in coppia.

Pedalare affiancati
Foto: @ineosgrenadier

Nel Regno Unito, British Cycling ha contribuito attivamente alla revisione dell’Highway Code (il Codice della Strada britannico) al punto da portare un anno fa alla modifica della Rule 66.
L’Highway Code non solo consente, ma addirittura consiglia di pedalare affiancati richiamando la sicurezza: “You can ride two abreast and it can be safer to do so”.

«Pedalare affiancati porta ad equiparare il sorpasso di un gruppo di ciclisti a quello di un trattore o di un furgoncino – precisa Balconi – La disposizione in fila indiana è instabile: il gruppo tende ad oscillare ed a scodare un po’ come un serpente. Inoltre, questa conformazione lascia uno spiraglio a livello psicologico agli automobilisti che vogliono tentare la manovra di sorpasso anche se non sono presenti tutte le condizioni di sicurezza».

Foto: @soudalquickstepteam

«Serve una pesante riforma dell’art. 182 che deve coinvolgere più istituzioni. C’è bisogno di avere dati e studi scientifici sottomano con il cambiamento che deve partire già dal titolo. È necessario cancellare la parola velocipede che non è più adeguata. Io ho proibito ai miei collaboratori di utilizzarla perché la dicitura corretta è “bicicletta” anche se il Codice della Strada cita tutt’altro».

Il velocipede. Foto: Wikipedia

Gli esempi ci sono e basta guardare oltre confine per capire che la questione è stata presa in mano seriamente. In Spagna, Irlanda, Regno Unito è possibile pedalare affiancati. In Belgio pedalare in coppia è consentito anche al di fuori dei centri urbani a condizione di disporsi in fila indiana per agevolare l’eventuale sorpasso.

«Pedalare affiancati apre ad una serie di riflessioni su altre norme – sottolinea Balconi –
Il metro e mezzo non basta in fase di sorpasso perché la velocità del veicolo gioca un ruolo fondamentale quando in ballo c’è la vita di un ciclista. Il mio desiderio è quello di proporre una riflessione più ampia a tal proposito attraverso Zerosbatti. Di conseguenza più siamo e meglio è».

Pedalare affiancati

Ed anche qui abbiamo ulteriori esempi.
In Australia, nel Queensland, pedalare in coppia è consentito e la distanza tra veicolo e ciclista in fase di sorpasso varia a seconda della velocità della vettura.

Nel mentre tutte le squadre World Tour hanno scelto la Spagna per i propri ritiri. Semplice coincidenza? Clima favorevole?
In terra iberica il metro e mezzo è legge e chi non rispetta i ciclisti in fase di sorpasso rischia grosso. Per la precisione sei punti sulla patente ed una sanzione pari a 200 euro.

Foto: @soudalquickstepteam

Noi rimaniamo (purtroppo) in attesa.
Alle istituzioni ed all’Avv. Balconi offriamo la nostra disponibilità per migliorare la normativa esistente.

Per il bene di tutti i ciclisti!

Qui sotto alcuni consigli dell’Avv. Balconi quando si viene investiti da un veicolo che non si ferma a prestare soccorso.

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