Paolo Bettini e il gravel: questo è il ciclismo di chi cerca altro dalla bici
Simone Lanciotti
Paolo Bettini e il gravel: questo è il ciclismo di chi cerca altro dalla bici
Simone Lanciotti
Paolo Bettini e il gravel, un binomio nato quasi per caso e allo stesso tempo inconsapevolmente e visceralmente ricercato da Bettini appena smessa la vita da Pro' nel 2008.
Da un corridore con una carriera agonistica così lunga e prestigiosa (spiccano due titoli mondiali, un oro olimpico su strada e numerose Classiche vinte) non ci si aspetterebbe un legame così forte con un tipo di bici tanto lontana da quella da strada.
Eppure...
Eppure è proprio questa evidente diversità a generare intorno al gravel un seguito e un'attenzione per nulla trascurabili.
Secondo Paolo Bettini, è la bici per chi cerca altro dal ciclismo.
E non ha una definizione unica, chiara ed inequivocabile, bensì ognuno può costruirsi la propria.
Non ne esiste una giusta o una sbagliata e al Tuscany Trail ve lo abbiamo raccontato in modo diretto.
L'amore di Paolo Bettini per la bici, oggi, passa attraverso lo sterrato e l'avventura in bici.
Che può essere vissuta con le borse al seguito per un viaggio di più giorni oppure in un giorno, su un itinerario inventato al momento che mescola sterrato e asfalto.
La terza edizione della GeoGravel Tuscany va proprio in questa direzione: 4 itinerari e infiniti modi di affrontarli.
Anzi, di viverli, visto che non c'è classifica, ma solo la condivisione del viaggio e dell'esperienza con altre persone.
"Solo" per modo di dire, perché questo tipo di condivisione è l'anima stessa dell'evento.
Ho avuto modo di intervistare Paolo Bettini proprio il giorno prima dell'evento (e subito dopo il primo test dello Shimano GRX DI2) e nell'intervista podcast che vi propongo di seguito potrete ascoltarlo mentre racconta cos'è questo evento e qual è la sua concezione di gravel.
E anche di gravel agonistico...
«Nel 2008 ho chiuso la mia carriera da Pro’ e mi sono allontanato dalla bici.
Ero anche un po’ nauseato. Cercavo una bici diversa. E qualche anno dopo mi sono riavvicinato alla bici, per benessere e per piacere.
Era il 2013-2014 e Sportful, che è con me dai Mondiali e dalle Olimpiadi vinte su strada, mi fa: prenditi una bici gravel.
E io pensai: ma cos’è ‘sto gravel? Devo prendere una bici da ciclocross?
Poi però capii e fui tra i primi a pedalare questa novità che arrivava dall’America.
Poi la pandemia, il desiderio di isolarsi e di allontanarsi dal traffico, il desiderio di una nuova forma di aggregazione ed ecco che oggi il gravel è una nuova forma di ciclismo. Anche a livello amatoriale»
«Il bacino gravel è potenzialmente infinito»
«La bici gravel è un mondo di mezzo (fra bici da strada e Mtb): puoi essere più trasversale, puoi fare tantissimi km, è perfetta per viaggiare e non ti mette mai in difficoltà. Se ti trovi uno sterrato troppo difficile, scendi e lo fai piedi. Quando viaggi e fai cicloturismo ci sta anche questo»
«Chi va in bici ha bisogno di altro. Il 2020-2021 hanno cambiato il mondo e il gravel è quel mondo che sta accogliendo chi cerca altro in bici. Guardate quanti eventi sono nati dal 2019 ad oggi: è un altro calendario»
«Il gravel che proponiamo con la GeoGravel Tuscany è aggregazione e desiderio di far vivere l'atmosfera di paese. Diamo 4 tracce e ognuno le vive come vuole. Non ci sono segnali o cartelli. Puoi farle in un giorno o in quattro giorni. Non si fa classifica. L’esasperazione di fare classifica e il mettersi in lotta con gli altri è qualcosa che, dopo la pandemia, alla gente interessa sempre di meno».
«A chi comincia con il gravel consiglio gomme tacchettate. Meglio un po’ di tassello perché ti dà confidenza e poco importa della velocità. Poi, dove vivi? Questa è un’altra domanda da farsi per capire di che tipo di bici gravel hai bisogno.
Il mio consiglio, se proprio devi fare un investimento, è comprare una seconda coppia di ruote, così avresti una coppia per la strada e una coppia per lo sterrato»
«Gravel agonistico? Non dico di no, ma non capisco l’UCI. Secondo me non hanno capito cos’è il gravel. Se al mondiale gravel partono con bici da strada e scarpe da strada… qualcosa non quadra.
Servono delle regole. Serve una dotazione tecnica minima che caratterizza la bici gravel: sezione delle gomme, attrezzi per la riparazione, abbigliamento adeguato…»
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Sull'autore
Simone Lanciotti
Dalla Mtb, alla bici da strada, passando per una e-Mtb e se capita anche una gravel bike. La bicicletta è splendida in tutte le sue forme e su BiciDaStrada.it, di cui sono il fondatore e il direttore, ci concentriamo sulla tecnica, sulle emozioni, sui modi per migliorarsi e soprattutto sul divertimento. Quello che fa bene al cuore, alle gambe e alla mente. Pedali agganciati!