Pogačar e Vingegaard hanno fatto segnare il nuovo record di scalata sul Tourmalet, migliorando un tempo che resisteva dal 1993, fatto registrare da Rominger e Jaskula.
Già alla vigilia del Tour, viste le performance mostrate dai fenomeni di questa generazione tra l’anno scorso e l’inizio del 2023, avevamo previsto che molti record storici sarebbero stati battuti. Anche alcuni di quelli degli anni ’90, che nonostante il miglioramento di materiali, alimentazione e allenamento sembravano inarrivabili.

Le prestazioni espresse in queste prime due tappe pirenaiche non sono dunque una sorpresa. A sorprenderci, in tutta onestà, è stata la capacità di reazione di Pogačar dopo la sberla subita il giorno prima sul Col de Marie Blanque. Lo sloveno ha confermato di avere grandi doti fisiche, ma anche mentali. Vingegaard, invece, non è riuscito a ripetere la prestazione stratosferica del giorno precedente.
Questi due fenomeni, comunque, fanno un altro sport rispetto agli altri e per capirlo basta vedere i distacchi.

Il record di scalata sul Tourmalet, qualche dato
Secondo l’altimetria ufficiale del Tour, il Tourmalet misura 17,1 km al 7,3%, con un dislivello di 1.255 metri. Anche la quota è importante, poiché il valico è posto a 2.115 metri e sappiamo che oltre i 2.000 metri la riduzione della pressione atmosferica comporta una riduzione delle performance (ne abbiamo parlato QUI).
In base ai dati registrati da climbingrecords.com Pogačar e Vingegaard hanno percorso la salita in 45:35, alla velocità media di 22,38 km/h.
Il precedente record di questo versante del Tourmalet, che come detto risaliva al 1993, era di 45:48.
La VAM complessiva è stata di 1.654 m/h.
La parte più impressionante della scalata, ovviamente, è stata quella finale, quando Vingegaard ha sferrato l’attacco nel tentativo di staccare Pogačar: 4,1 km all’8,6%.
Come vedete dalle immagini tratte dal segmento Strava (in basso), i due sono saliti ad una velocità di 21,8 km/h, con una VAM di 1.887 m/h e un rapporto peso/potenza stimato superiore ai 6,5 w/kg per 11:21.
Considerando l’altitudine e che non si trattava della salita finale, una prestazione ancora una volta stratosferica.
Pogačar: finale di tappa pazzesco
La salita finale verso Cauterets-Cambasque era lunga, ma non molto ripida: 16 km al 5,4%. Il tratto conclusivo, però, era impegnativo e presentava pendenze spesso superiori al 10%.
E’ proprio qui che Pogačar ha sferrato il suo attacco, sfoderando una prestazione eccezionale, che come detto ci ha sorpreso dopo le difficoltà mostrate il giorno precedente.
Nel tratto più duro dell’ascesa lo sloveno ha fatto registrare una VAM superiore ai 1.900 m/h per oltre 10 minuti. Se consideriamo il dispendio energetico della tappa e la velocità a cui era stata affrontata la parte iniziale della salita (tirata da un super Van Aert), a nostro avviso la possiamo considerare una delle migliori prestazioni in assoluto della sua carriera…
Foto d’apertura Foto A.S.O. / Pauline Balletterei
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