Com’è la bici endurance che vorrei?

E’ una riflessione su cui mi è capitato di ragionare spesso in questi ultimi mesi.
Soprattutto da quando ho passato gli anta ?
E soprattutto all’indomani della presentazione di ogni nuova bici Endurance, sempre più spesso dotate di evoluti sistemi di assorbimento, che senza dubbio aumentano il comfort, ma tolgono qualcosa in termini di semplicità e praticità.

Partiamo da un presupposto importate.
Il mio è il punto di vista di un agonista. Anzi, di un “ex agonista invecchiato” a cui piace sempre avere una bici leggera e scattante, ma che non ha più la flessibilità della schiena di qualche anno fa.

Chi si trova nella mia stessa situazione comprenderà bene cosa intendo.
Chi interpreta il ciclismo in modo diverso, invece, avrà sicuramente altri punti di vista.
E ci mancherebbe che non fosse così…

Ma non ci perdiamo in chiacchiere e torniamo al focus di questo articolo.
Vi dico subito com’è la bici endurance che vorrei e poi vi spiego i motivi.
La bici endurance che vorrei ha un telaio leggero e performante, con un carbonio di alta qualità, ma con due differenze fondamentali rispetto ai modelli da competizione: geometrie più rilassate e passaggio ruota più ampio.
Insomma, una bici in tutto e per tutto simile a quelle da gara, ma meno estrema, capace di farmi divertire senza spaccarmi la schiena…
E con soluzioni tecniche non troppo complesse da gestire e manutenere.

Telaio con prestazioni da gara

Non è vero che le bici sono tutte uguali, come dice qualcuno.
Ho la fortuna di provarne tante e vi posso assicurare che passando dal un telaio all’altro le differenze si sentono, eccome.

Una bici leggera e dalle alte prestazioni è sempre divertente, anche quando si va piano.
Se ne percepisce comunque la reattività e la brillantezza, ma soprattutto aiuta a valorizzare al massimo le proprie potenzialità (tante o poche che siano). E, diciamo la verità, permette di fare un po’ meno fatica quando si devono affrontare salite lunghe e dure.
Se poi reggisella o foderi alti sono anche in grado si assorbire meglio le vibrazioni, ben venga…

Trovare il giusto equilibrio tra comodità e prestazioni non è affatto facile, soprattutto quando la ricerca del comfort va oltre la laminazione del carbonio e passa attraverso soluzioni più complesse.
Intendiamoci, sono uno a cui piace l’innovazione e la voglia di sperimentare delle aziende, purché non sia fine a se stessa. Ossia, purché garantisca all’utente finale più benefici che complicazioni…

Geometrie più comode, ma senza esagerare

A tutti piacerebbe pedalare sulle bici dei Pro’, ma in pochi, specie dopo una certa età, siamo in grado di sostenere posizioni tanto aggressive per lungo tempo.
Negli anni, nonostante gli esercizi per la schiena, la ginnastica posturale e lo stretching, ho dovuto gradualmente ridurre il mio dislivello sella /manubrio.

Ben vengano, dunque, modelli con un’impostazione un po’ più rilassata, con uno stack maggiore e un reach più contenuto, che consentono al ciclista di pedalare con il busto più alto e rilassato, senza per forza dover posizionare 4-5 cm di spessori sotto l’attacco.

la bici endurance che vorrei

In merito agli altri valori del telaio, invece, mi piacerebbe che non fossero troppo lontani da quelli di una bici da gara. Il rischio, infatti, è che andando alla ricerca della massima comodità, si finisca per esagerare…
Il segreto è quello di trovare il giusto equilibrio, in modo da offrire un buon comfort, ma senza rendere la bici troppo “addormentata” e simile ad una gravel.
Un’alchimia non sempre facile da trovare…

la bici endurance che vorrei

Passaggio ruota ampio

Un passaggio ruota più ampio rispetto ad una bici da competizione può garantire quel poco di versatilità in più in grado di fare la differenza, senza necessariamente andare alla ricerca di soluzioni esasperate.

Non sono un fanatico delle gomme di sezione enorme, mentre sono un grande appassionato del tubeless e sopratutto delle ruote con canale largo. A mio avviso, infatti, è proprio quest’ultimo ad aver rivoluzionato completamente guidabilità e comfort sulle bici moderne.

La bici endurance che vorrei

Per quanto mi riguarda, una gomma tubeless 700×28, montata su una ruota con canale da 21 mm in su, rappresenta l’equilibrio ideale tra prestazioni, scorrevolezza e comodità. E’ in grado di smorzare la rigidità di un telaio da gara, ma senza sacrificare troppo reattività e leggerezza.
Se voglio spingere ancora di più verso il comfort, più che allargare ulteriormente la sezione della gomma andrei ad ampliare il canale interno della ruota fino a 23, anche 25 mm.
Con un set up del genere, ogni altro sistema di assorbimento delle vibrazione potrebbe rivelarsi superfluo.

Se non avete problemi di flessibilità della schiena, basterà adottare una soluzione del genere per rendere molto più “docile” anche una bici da competizione, a patto, appunto, che il passaggio ruota sia sufficientemente ampio…

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