L’impresa di Pogačar al Mondiale di Zurigo è qualcosa di mai visto nella storia delle rassegna iridata, almeno nel ciclismo moderno.
Tadej ci ha abituato a cose eccezionali, ma sembra che ogni volta voglia superare se stesso. In questa occasione non ha voluto solo vincere, ma ha voluto fare qualcosa di unico e indimenticabile.
Poteva anche perdere, è vero, ma alla fine ha vinto, si è dimostrato il più forte e anche il più scaltro. Dietro forse non hanno saputo gestire al meglio la situazione, ma come leggerete tra poco, basta guardare la velocità media tenuta dallo sloveno negli ultimi 100 km per comprendere la portata della sua azione.
Attacco coraggioso, ma non folle…
Tadej è partito a 100,5 km dall’arrivo, sulla seconda salita del circuito di Zurigo. Un attacco coraggioso, ma forse non così sconsiderato vista la situazione che si era creata in gara, la complessità del circuito e, ovviamente, la gamba che di solito ha a disposizione.
E’ rimasto al vento pochi chilometri prima di essere atteso da Tratnik, che in poco tempo l’ha riportato sulla fuga. Qui poteva rimanere a ruota per qualche chilometro in più, ma probabilmente da dietro il gruppo, sotto l’impulso del Belgio, avrebbe annullato l’azione. Così il giro successivo è ripartito, portandosi dietro per qualche chilometro solo Sivakov, che non ha quasi mai tirato. A 51 km dal traguardo è rimasto completamente solo.
Dietro il gruppo inseguiva a tutta e lui davanti da solo guadagnava. Questo ha costretto gli altri big a muoversi in prima persona. Ma lo hanno fatto a scatti, senza criterio, spendendo quasi più energie di Tadej, che è sempre andato regolare.
E’ stato il più forte, anche se ragionando dal punto di vista tattico, una domanda ce l’abbiamo: l’attacco di Tadej è stato anticipato dalle trenate di Novak e Roglic, dunque non è stato proprio una sorpresa. Quando è scattato, Van der Poel, Evenepoel e gli altri pretendenti al titolo dove guardavano? Sai che se va via da solo è quasi impossibile chiudere, quindi devi marcarlo a uomo. Se poi ti stacca lo stesso, almeno c’hai provato.
Anche se alla fine i sorrisi e gli abbracci dei battuti suonano quasi come una dichiarazione di resa: “abbiamo dato tutto, ha vinto il più forte”.
Impresa di Pogačar al Mondiale: la velocità media degli ultimi 100 km è pazzesca
Al momento non abbiamo nessun dato di potenza a disposizione e difficilmente Tadej condividerà i suoi watt, che su un percorso così nervoso sono impossibili da stimare.
C’è però un valore che abbiamo ricavato in modo piuttosto semplice e che, non che ce ne fosse bisogno, aiuta a comprendere il valore dell’impresa di Pogačar al mondiale: la velocità media.
Tadej ha percorso gli ultimi 100,5 km, con circa 1.700 metri di dislivello, in 2 ore e 16 minuti, alla media di circa 44,3 km/h e a 97 rpm di cadenza media. E’ vero, non li ha fatti tutti in solitaria, ma quasi…
Il quartultimo giro del circuito, quello dell’attacco, l’ha percorso a 46,2 km/h di media.
La media complessiva della gara è stata di 42,4 km/h.
Conoscendo i suoi valori, possiamo ipotizzare che nelle due ore di attacco abbia tenuto un rapporto peso/potenza medio intorno ai 5,5 watt. Ma ripetiamo, in questo caso si tratta di una stima veramente grossolana…
QUI trovate la classifica completa. Il primo italiano è stato Giulio Ciccone, arrivato 25esimo a oltre 6 minuti (purtroppo...)
Foto d'apertura UCI - Ed Sykes/SWpix.com
Qui sotto trovate la bici speciale che Tadej ha usato al mondiale di Zurigo. La replica è in vendita, ma a una cifra non proprio alla portata di tutti… 😅
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.