Tadej Pogačar ha messo il sigillo sulla Parigi-Nizza 2023 scalando il Col d’Eze a 7 w/Kg. Una dimostrazione di superiorità sugli avversari quasi imbarazzante, tanto da far sembrare normali cose straordinarie.
Ci eravamo promessi di non riproporre articoli con i dati di Tadej per un po’, a meno di prestazioni eccezionali, perché il suo essere fenomenale sta diventando quasi scontato.
Ma quella sul Col d’Eze è una prestazione che merita un approfondimento, anche perché siamo solo a metà marzo…
La tappa era breve, e questo ha giocato a suo favore, ma si trattava comunque dell’ultima frazione di una corsa a tappe (impegnativa) di una settimana, tra l’altro corsa senza risparmiarsi. Ma bando alle chiacchiere e iniziamo ad analizzare i dati.
I dati del Col d’Eze
L’altimetria ufficiale della Parigi-Nizza indica un'ascesa di 6,1 km al 7,6%, ma con un tratto centrale (quello in cui ha attaccato Pogačar) intorno al 15%. Probabilmente il tipo di salita che più si addice alle caratteristiche dello sloveno, ossia dura e di media lunghezza. Anche se, diciamo la verità, ad oggi non sembra ci siano salite che non esaltino le sue qualità.
Per analizzare i dati abbiamo utilizzato il segmento Strava più vicino all’altimetria ufficiale.
Pogačar ha impiegato 15:08, cioè 42 secondi in meno dei 4 più immediati inseguitori: Jorgenson, Yates, Gaudu e Vingegaard. Non proprio gente che va piano.
Jorgeson (gran bel corridore) ha affrontato il Col d'Eze a 453 watt medi, vale a dire circa 6,5 watt/kg. Il distacco tra i due e gli algoritmi di calcolo permettono di stimare per Pogačar una potenza di circa 7 w/kg.
Su salite di questa lunghezza è una delle migliori prestazioni di sempre, di poco superiore a quella che lo sloveno aveva fatto segnare in occasione della crono di Plance des Belles Filles, che gli aveva permesso di conquistare il Tour 2020.
Interessante anche il dato relativo alla cadenza: sul Col d'Eze lo sloveno è salito a 97 rpm medie, cioè agilissimo. Pogačar è sempre andato molto agile, ma quest'anno sembra essersi concentrato ancora più su questo aspetto, tanto che il suo allungo da seduto ha ricordato molto le "mitiche frullate" di Froome.
Velocità e VAM
I valori di potenza sono quelli più significativi e oggettivi, ma per la maggior parte degli appassionati forse è più semplice comprendere la straordinarietà della prestazione analizzando velocità media della scalata e VAM.
Pogačar ha superato i 6 km al 7,6% a 23,8 km/h, con una VAM di 1.816 m/h. Nei primi 3,5 km, quelli più duri (8,5% di media), ha fatto registrare addirittura una VAM di 2.000 m/h.
Da non dimenticare, poi, che dopo il GPM, prima della discesa, c’è un lungo tratto di falsopiano e anche qui Tadej è stato superlativo.
Dopo il grande sforzo espresso in salita ha affrontato questi 2 km all’1% di pendenza media a 45,7 km/h! Da solo, contro 4 che lo inseguivano, ha comunque guadagnato altri 5 secondi…
Con questa condizione siamo curiosi di vedere cosa si inventerà alla Sanremo…
E inoltre, diciamo la verità, non vediamo l'ora di assistere ad una sfida faccia a faccia con Evenepoel, che intanto sta macinando KOM a Tenerife.
Foto d'apertura Luca Bettini/SprintCyclingAgency©2023
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.