

Y1Rs o V5Rs? In questo articolo vi avevamo parlato dei "dubbi" di Tadej attorno al modello da utilizzare come prima scelta per affrontare le côte di Kigali. Le riserve si sono sciolte solo ieri a metà pomeriggio. Sarà la Colnago Y1Rs la bici di Pogačar per il Mondiale in Ruanda. Ovviamente le due V5Rs rimangono a disposizione così come la seconda Y1Rs.
Rispetto alle configurazioni fotografate per noi dall'ex professionista Leon Van Bon ci sono delle differenze...

Ruote leggere e gomma più larga
Le immagini di seguito ritraggono l'esemplare di Y1Rs utilizzato dal fuoriclasse sloveno in partenza.
Non lasciatevi ingannare dalla vocazione aero di questo modello, anche se di fronte ai 5.475 metri di dislivello del percorso iridato qualcuno potrebbe storcere il naso.

Il telaio, privo di vernice e dotato solo di una finitura trasparente, era stato impiegato anche in occasione della cronoscalata di Peyragudes al Tour de France (QUI i dettagli).
Boštjan Kavčnik, meccanico storico di Pogačar, pur non avendone la certezza aveva azzeccato la scelta definitiva di Tadej con qualche giorno di anticipo.
E la configurazione finale assomiglia molto a quella di Peyragudes, anche se questa volta almeno c'è il nastro e la gomma è più abbonante (per la cronoscalata erano stati usati i Continental Grand Prix 5000 TT TR 700x25c).

Così come in Francia Pogačar ha scelto le nuove Enve SES 4.5 Pro, presentate a inizio luglio e caratterizzate da un canale interno ridotto (23,5 mm) con spalla mini hook e altezza cerchio differenziata.

Raggi Alpina Ultralite Aero R5, nippli Alpina Nylock, cuscinetti con sfere in ceramica grado 5, ruota libera con sistema Ratchet 40T.
Il tutto si traduce in un risparmio di peso di 137 gr rispetto alle "vecchie" Enve SES 4.5 dotate di canale interno da 25 mm hookless.

A variare è anche la gomma.
Dopo aver incrociato i pneumatici Continental Grand Prix 5000 TT TR 700x28c e 30c su entrambe le coppie di ruote Pogačar ha scelto gli pneumatici Continental Archetype da 30 mm (misura unica).
Si tratta di una gomma sviluppata appositamente per lo sloveno dal colosso tedesco.
Sono due i punti di forza di questa gomma:
- • la carcassa, più elastica rispetto alle altre proposte a catalogo;
- • il peso, solo 275 gr.
Senza dimenticare il fatto che più elasticità significa massima reattività e capacità di assorbimento delle vibrazioni, in particolare su fondo irregolare come il lastricato delle côte.

Non a caso i Continental Archetype sono stati impiegati anche durante l'ultima tappa del Tour che prevedeva tre passaggi sullo strappo di Montmartre. Un'asperità che secondo gli addetti ai lavori assomiglia molto alla Côte de Kimihurura.
Pressioni: 3.9 bar anteriore, 4.1 bar posteriore. Pogačar pesa 65 kg.
A conti fatti questo sistema ruota permette di guadagnare circa 60 gr rispetto alla configurazione SES 4.5 + GP 5000 TT TR 700x28c. Al netto dei benefici derivanti dalla carcassa e da una sezione maggiore.
Ad emergere è uno dei motivi per cui una bici aero può funzionare anche in salita: i componenti giusti abbinati al fuoco nelle gambe...

La bici di Pogačar per il Mondiale in Ruanda: la Y1Rs in sintesi
Telaio: Colnago Y1Rs, taglia M
Manubrio: CC.Y1, attacco 125 mm x 377/400 mm (larghezza curva leve/fine piega)
Gruppo: Shimano Dura-Ace Di2 9200
Guarnitura: Shimano Dura-Ace con powermeter, corone Carbon-Ti 55-40, pedivelle 165 mm
Movimento centrale: Bikone DCTech BSA Road Ceramic Hulk edition
Pacco pignoni: Shimano Dura-Ace 11-34
Rotori: Shimano RT-CL900 ant. 160 mm, 140 mm post.
Forcellino: Framesandgear
Sella: Fizik Vento Argo R1, 140 mm, One-to-One
Ruote: Enve SES 4.5 Pro
Gomme: Continental Archetype 30 mm, pressione 3.9 bar anteriore e 4.1 bar posteriore
Ciclocomputer: Wahoo
Portaborraccia: Elite Leggero Carbon
Peso: 7,1 kg completa









Per maggiori informazioni: colnago.com/it
Crediti per tutte le immagini: Leon Van Bon
QUI tutte le nostre news e gli approfondimenti sulle bici dei professionisti.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.




