Ieri a Kigali si è scritta una pagina di storia sportiva e non solo. Il 18enne Harry Hudson (Gran Bretagna) dopo una cavalcata solitaria di ben 36 km ha conquistato il Mondiale Junior: è la prima volta per un ciclista inglese in questa categoria. C'è però un altro record (e chiediamo il vostro aiuto se sbagliamo): in sella alla sua Quick Pro AR One Harlequin, Harry è diventano anche il primo ciclista a conquistare un Campionato del Mondo su strada in sella a una bici cinese.
Una novità, ma fino ad un certo punto
Il 2025 è l'anno della Cina.
XDS nel World Tour con l'Astana, le bici Pardus e le ruote Elitewheels parte della dotazione tecnica del team Solution Tech Vini Fantini, la presenza diretta di alcuni marchi del paese del dragone a Misano in occasione dell'Italian Bike Festival 2025.
Sono solo alcuni segnali di uno scenario che è cambiato.
La stoccata di Harry Hudson al Mondiale è solo l'ultimo punto esclamativo.
«Beh dove credete siano fatti i telai proposti dai marchi blasonati?», direte voi.
Chi "mastica biciclette" da un po' di tempo sa bene come gira questo mondo. L'avvento della fibra di carbonio applicata alla bicicletta all'alba del nuovo millennio ha finito per delocalizzare definitivamente quasi tutto il comparto produttivo del settore. Prima a Taiwan poi in Cina, fino a toccare ora India e Vietnam.
I marchi asiatici considerati fino a poco tempo fa underdog, roba da nerd del pedale, stanno iniziando a giocare le loro carte mantenendo in parallelo le linee di produzione OEM.
Stabilimenti proprietari, reparti di Ricerca & Sviluppo, analisi CFD, produzione e controllo qualità interni danno vita a schede tecniche molto interessanti che fanno il paio con un prezzo contenuto.
È il caso di Quick Pro...
Anyone can race: i dettagli della Quick Pro AR One
A proposito di prezzo... Volete sapere qual è il motto dell'Azienda cinese di Huizhou fondata nel 2012 da Tommy Chen? "Tutti possono gareggiare". Poche parole, ma dirette.
Il modello utilizzato da Hudson a Kigali viene classificato come all-round e viene utilizzato anche dal Quick Pro Team, formazione Continental battente bandiera estone molto attiva in Asia.
Il telaio monoscocca della Quick Pro AR:One è costruito in fibra di carbonio T1100 e M65, viene proposto in cinque taglie e fuori dallo stampo pesa 690 gr (rif. tg M).
Il telaio verniciato e meccanizzato con viti portaborraccia in titanio (immagine sotto) e forcellino pesa 799 gr (± 5%). Cinque in tutto le opzioni colore a cui si aggiunge l'edizione limitata Harlequin, utilizzata da Hudson a Kigali.
399 gr (± 5%), invece, il peso della forcella.
La serie sterzo utilizza cuscinetti con diametro (ID) pari a 52 mm (per manubri integrati e attacco + piega), il movimento centrale è di tipo BSA a passo inglese, i passaggi ruota consentono l'utilizzo di coperture max 700x32c.
Due le opzioni per il reggisella: testa dritta (0 offset) o con arretramento 20 mm.
Quick Pro AR One Harlequin: la bici mondiale di Harry Hudson
La bici utilizzata a Kigali dal ciclista britannico, che in questo 2025 difende i colori dell'Harrogate Nova Race Team, mostra specifiche importanti in particolare per quanto riguarda i rapporti.
Ricordiamo che il limite del 52x14 è decaduto a fine 2022.
Hudson ad inizio stagione ha utilizzato il gruppo di componenti WheelTop EDS-TX (configurabile fino a 14 velocità) per poi passare ad un più "tradizionale" Shimano Ultegra R8100 Di2 utilizzato anche in Ruanda.
Il campione inglese è alto 176 cm (come Pogačar) e utilizza una telaio AR:One taglia M con reggisella a testa dritta.
Di seguito la lista montaggio e le specifiche della bici iridata.
Manubrio
Integrato monoscocca in fibra di carbonio sempre prodotto da Quick Pro: si chiama Quick Canwin Zephyr.
120-380 mm la combinazione scelta da Hudson con uno spessore da 1 cm. Due le laminazioni disponibili: SSL e SL.
La piega SSL (quella utilizzata dal britannico) pesa 288 gr (90-380 mm, ± 3%).
Stack: 37 mm
Reach: 75 mm
Drop: 125 mm
Angolo d'apertura (flare): 6.1°
Inclinazione attacco: -8°
Ruote
Craft Racing Works CRW CS5060: raggi in fibra di carbonio (16 ant. / 20 post.), ruota libera dotata di sistema Ratchet 36T. La particolarità sono i cerchi differenziati costruiti in fibra di carbonio Torayca T700 e T800 con spalla dotata di uncino.
L'anteriore presenta un'altezza di 50 mm e una canale interno da 25 mm. Il posteriore adotta un'altezza di 60 mm e un canale interno da 21 mm (vedi immagine sotto).
Peso 1.290 gr (± 2%).
Hudson ha corso il Mondiale con decalcomanie bianche e pneumatici Continental Grand Prix 5000 S TR da 28 mm all'anteriore e 30 mm al posteriore. Harry ha tenuto le pressioni leggermente più basse rispetto al solito: 4.1 bar anteriore, 4.3 bar posteriore. Pesa 60 kg.
Guarnitura
Pedivelle Cybrei Carbon da 165 mm con perno da 24 mm in titanio con giro bulloni da 110 mm sulle quali viene installata la combinazione ingranaggi 54-38 Cybrei Metarbon costruiti in fibra di carbonio e lega d'alluminio AL 7075-T6 dedicati al misuratore di potenza Xcadey X-Power Gen 2.
Peso: 319 gr (165 mm / mandrino DUB).
Al Mondiale Harry ha usato la guarnitura standard con pedali Favero Assioma Duo.
Per la cassetta la scelta è ricaduta su una Sixweel 11-33 con finitura Deep Black, un marchio che al Tour de France è stato messo alla prova anche dal team Bahrain Victorious.
Costruzione in acciaio e alluminio aeronautico, compatibilità esclusiva con corpetti ruota libera Shimano HG.
Peso:
- 11-30 199 gr (±1g);
- 11-33 209 gr (±1g).
Hudson ci ha confermato anche il peso della bici completa: 6,83 kg.
Tutti questi articoli vengono venduti dall'e-commerce pandapodium.cc (che supporta Harry Hudson). La piattaforma è stata fondata nel giugno 2023 da Joe Whittingham, ex responsabile marketing di Winspace, che è ancora al comando delle operazioni.
Qui il kit telaio Quick Pro AR One con manubrio Quick Zephyr costa 2.099 dollari.
Pandapodium propone la spedizione gratuita senza tasse e commissioni. Eventuali costi aggiuntivi (se applicati) sono a carico del cliente.
Per maggiori informazioni sulle bici Quick Pro: en.quick-bikes.com
QUI tutte le nostre news e gli approfondimenti sui marchi cinesi.
Condividi con
Tags
Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.
Altri Articoli
Per commentare devi essere registrato al sito. Accedi
Iscriviti alla nostra newsletter
