La crono del Monte Lussari è una delle tappe più attese del Giro d’Italia 2023. E’ una prova breve, ma che per la sua durezza e complessità potrebbe ancora sconvolgere completamente la classifica generale.

Inoltre, trattandosi di una salita inedita c’è una grande curiosità anche da parte dei tifosi. Fino a qualche mese fa, infatti, la strada che conduce al Monte Lussari era poco più di una mulattiera e non transitabile con le bici da corsa.
Scommettiamo che subito dopo il Giro diventerà una meta ambitissima da tutti gli appassionati che amano le salite. A patto di avere i rapporti giusti per guadagnare la vetta.

Crono Monte Lussari
Foto Friuli Venezia Giulia Turismo

I dettagli della salita finale

La salita finale è durissima, con pendenze molto simili a quelle dello Zoncolan: 7,5 chilometri al 12% di pendenza media.
A complicare ulteriormente le cose, c’è da sottolineare che si tratta di una salita irregolare, con inizio e fine ripidissimi inframezzati da un chilometro al 3,9%.
Come se non bastasse, il fondo è tutt’altro che scorrevole, poiché non si tratta di asfalto ma di un manto cementato.

I primi 5 chilometri sono veramente micidiali: 15,3% di pendenza media, con punte al 22%. In questo tratto servirà trovare il ritmo giusto, perché ogni fuori giri potrebbe risultare fatale.

friuli venezia giulia turismo

Dopo il muro iniziale, come già anticipato, c’è un tratto facile. Per l’appassionato che vuole conquistare la vetta è un punto in cui rifiatare. Per chi si gioca la vittoria di tappa e la maglia rosa potrebbe essere il momento decisivo. Rispetto alla prima parte, infatti, in questo chilometro si può fare velocità e chi ha gamba per mettere giù qualche dente può fare davvero la differenza.

Superato questo segmento più facile ricominciano le pendenze a doppia cifra, con un altro chilometro intorno al 12% prima delle ultime centinaia di metri pianeggianti, addirittura con un tratto in discesa.

Se ragioniamo su una VAM intorno ai 1.800 m/h, i più forti dovrebbero impiegare circa 30’. Per un amatore di medio livello servirà circa il doppio del tempo.

Le difficoltà di interpretazione

Il percorso della crono del Monte Lussari, a detta di tutti gli addetti ai lavori, sarà estremamente difficile da interpretare.
18,6 km in tutto, di cui 11,1 vallonati ed i restanti 7,5 di salita ripidissima.

Ricorda vagamente la crono de La Planche Des Belles Filles del Tour 2020, cioè quella che, per intenderci, permise a Pogacar di ribaltare la classifica generale ai danni di Roglic. Quella del Tour, però, era più lunga e lo stacco tra pianura e salita non era così violento.

L’ascesa finale verso il Monte Lussari sarà sicuramente il punto decisivo, ma l’intera crono sarà molto complicata e difficile da interpretare, sia per la gestione dello sforzo che per la scelta dei materiali.

Crono Monte Lussari

Chi lotta per la classifica quasi certamente opterà per il cambio bici ai piedi della salita: prima parte con bici da crono e poi bici alleggerita il più possibile.
I chilometri di pianura non sono molti e il vantaggio ottenuto grazie alla bici da crono potrebbe essere quasi completamente vanificato durante il cambio, ma c’è un altro dettaglio che rende quasi obbligatorio questo passaggio: i rapporti.

Nelle crono pianeggianti siamo ormai abituati a vedere i Pro’ mulinare corone anteriori enormi. Corone che non consentirebbero di montare un rapporto interno adeguato alle pendenze del Monte Lussari, poiché il salto sarebbe esagerato.

Chi utilizza gruppi Shimano o Campagnolo con tutta probabilità sulla bici da salita adotterà un 36×34, se non un 34×34.
Chi utilizza gruppi Sram probabilmente userà un 35×33, ma non escludiamo che qualcuno monti addirittura la cassetta Sram Wide 10-36, soprattutto se abituato a pedalare in agilità.
In casa Sram, poi, c’è anche l’opzione 10-44 dedicata al gravel, che però è pensata esclusivamente per l’uso col monocorona. Roglic l’ha già usata oggi sulla salita finale delle Tre Cime, quindi è molto probabile che la adotterà anche sul Monte Lussari. Staremo a vedere…

Gestire lo sforzo, come in tutte le prove contro il tempo, sarà determinante, ma in questa crono il fattore chiave potrebbe essere la capacità di cambiare ritmo. Il passaggio dalla pianura alle pendenza a doppia cifra sarà estremamente delicato, così come sarà difficile da gestire quel chilometro in cui l’erta finale diventa più facile. Potrebbe essere proprio quello, infatti, il momento chiave.
Roglic sembra essere il corridore più adatto ad un percorso del genere, ma alla penultima tappa del Giro a fare la differenza saranno soprattutto le energie residue.

Per maggiori informazioni: giroditalia.it