Con le finali andate in scena nel pomeriggio di oggi al velodromo Saint-Quentin-en-Yvelines si è chiuso il programma olimpico dell'inseguimento a squadre. Il quartetto maschile "disintegra" la Danimarca che si scompone nel finale. Dopo l'oro di Tokyo 2020 conquistiamo la medaglia di bronzo. Quarte le Azzurre.
La fine del torneo è il momento giusto per scoprire senza troppi veli i componenti, le scelte tecniche e le curiosità attorno le bici del quartetto pista.
Zero prototipi, tutto disponibile
Il regolamento tecnico UCI per quanto riguarda la pista è piuttosto severo e restrittivo. Se su strada è ammesso l'uso di prototipi (previa comunicazione, approvazione e messa in vendita entro 12 mesi dal primo utilizzo in competizione), non ci sono deroghe per chi corre nei velodromi. Il prototipo è messo al bando!
L'UCI detta perfino le tempistiche commerciali.
- - Materiali disponibili per l'acquisto tramite il produttore/distributore/rivenditore
- - Prezzo al dettaglio pubblico
- - Il valore commerciale non deve "superare irragionevolmente" il prezzo di vendita di altri articoli dotati di standard simili
- - L'eventuale ordine deve essere confermato entro max 30 gg
- - I materiali devono essere spediti entro il termine massimo di 90 gg dal momento della conferma d'ordine
Se non si rispettano questi parametri il conto è salato: squalifica e/o multa con importo compreso tra i 5.000 e i 100.000 CHF (oltre 107mila euro).
Pinarello, oltre a essere fornitore tecnico della Nazionale, è anche partner della Federazione Ciclistica e aveva presentato le bici del quartetto pista a fine marzo.
I modelli di riferimento sono due:
- - Bolide F HR 3D in scalmalloy per gli uomini (28.750 euro, Iva esclusa)
- - Bolide HR C in fibra di carbonio per le donne (12.500 euro, Iva esclusa)
Nella news qui sotto tutti i dettagli tecnici.
Il marchio trevigiano fondato nel 1952 da Giovanni "Nani" Pinarello produce anche il corpo manubrio: dal base bar alle appendici Olympic Extension Bar che vengono proposte in due lunghezze (285 mm e 310 mm).
Prezzo: 750 euro (Iva esclusa).
Le bici del quartetto pista: con lenticolare tubeless!
Campagnolo (altro partner della Federazione) oltre alla storica Ghibli Pista tubolare ha fornito alla nostra Nazionale la Ghibli 0.9. Si tratta di una lenticolare anteriore/posteriore a struttura cava in fibra di carbonio aerospaziale, dotata di canale interno 2-Way Fit (tubeless/copertoncino) da 21 mm e larghezza esterna da 27,4 mm.
Il design del cerchio è ottimizzato per coperture da 25 a 28 mm (700x25-28c).
L'allestimento prevede perni in alluminio con rasamento 100 mm (anteriore) e 120 mm (posteriore) e l'impiego dei rinomati cuscinetti cono calotta C.U.L.T. (Ceramic Ultimate Level Technology). Qui le sfere ceramiche lavorano su piste in acciaio Cronitect dotate di tecnologia Advanced by FAG (vedi sotto).
Pensate che una ruota Campagnolo con cuscinetti in ceramica CULT portata a 78 km/h si ferma dopo due ore e 45 minuti...
Se volete acquistare le Ghibli 0.9 servono 3.418 euro per la ruota anteriore e 3.604 euro per la posteriore.
A Parigi i nostri Atleti hanno optato in alcuni casi per una configurazione ibrida (ruota anteriore con tubolare da 19 mm, ruota posteriore tubeless da 23 mm) o tubeless (23 mm, anteriore e posteriore).
Tubeless sì, ma con camera d'aria
Il tubolare sta iniziando ad essere messo in discussione anche nei parterre dei velodromi anche se questo pneumatico è ben lontano dall'essere messo da parte in via definitiva.
Sintomatica però la scelta di Vittoria, altro partner tecnico della Federazione. L'azienda di Brembate (BG) ha sviluppato per questi Giochi Olimpici la copertura Pista Oro Tubeless-Ready che mutua il nome dall'omonimo palmer già utilizzato con successo a Tokyo 2020.
La carcassa è in cotone da 320 TPI sulla quale è incollato un battistrada liscio dotato di mescola al grafene 1C.
Le bici del quartetto pista sono equipaggiate con la versione da 23 mm (700x23c).
La copertura, però, non è allestita con il classico liquido sigillante, ma con le camere d'aria Vittoria Ultra Speed (sotto tutti i dettagli), alle quali i quattro meccanici al seguito della Nazionale hanno sostituito le valvole per una maggior resistenza ai vari cicli di gonfiaggio.
L'impiego del tubeless con liquido sigillante non è formalmente vietato.
Nei velodromi, però, vige una regola non scritta che ha a che fare prima di tutto con la sicurezza. In caso d'incidente, foratura o perdita del liquido si creerebbe una situazione di potenziale pericolo sul parquet. Senza contare il fatto che non sarebbe possibile pulire il fondo in pochi istanti.
Oltre a questo fattore i meccanici possono viaggiare più leggeri senza l'obbligo di portarsi dietro in ogni trasferta il compressore.
Il Pista Oro Tubeless-Ready pur presentando una costruzione differente rispetto al Corsa Pro da strada (che è vulcanizzato elettricamente) può essere definito un open tubolar, ovvero, una copertura "aperta" che grazie alla sua morbidezza è in grado di replicare, o meglio di elevare, le qualità tecniche del tubolare.
Inoltre, la carcassa in cotone messa a punto da Vittoria viene resa impermeabile all'aria grazie a specifici adesivi permettendo così la creazione di un'unica struttura ideale per l'utilizzo tubeless/copertoncino.
I tubeless vengono gonfiati al limite massimo consentito: 9 bar. 15 bar per i tubolari da 23 mm. 20 bar per i palmer da 19 mm.
Le bici del quartetto pista: ingranaggi da paura
A chiudere questa rassegna tecnica troviamo la trasmissione Miche.
L'azienda di San Vendemiano (TV) dal 2018 è al fianco della nostra Federazione e fornisce guarniture, ingranaggi, movimenti centrali, pignoni e catene.
Ne avevamo parlato nell'articolo qui sotto.
Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 la vera novità è l'ingranaggio Sei Giorni Oro da 70 denti: prezzo 205,80 euro.
Secondo quanto ci è stato riferito questa soluzione a disposizione degli Azzurri dal termine della scorsa non è stata adottata sulle bici del quartetto pista e sulle Pinarello destinate alle prove di velocità.
QUI tutte le nostre news e gli approfondimenti sulle bici dei professionisti.
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Sull'autore
Giovanni Bettini
"I poveri sono matti" diceva Zavattini. Anche i ciclisti oserei dire. Sono diventato "pazzo" guardando Marco Pantani al Tour de France 1997 anche se a dire il vero qualcosa dentro si era già mosso con la mitica tappa di Chiappucci al Sestriere. Prima le gare poi le esperienze in alcune aziende del settore e le collaborazioni con le testate specializzate. La bici da strada è passione. E attenzione: passione deriva dal greco pathos, sofferenza e grande emozione.