Sono nato in Mtb e morirò in Mtb».
Le parole di Sagan non lasciano spazio a fraintendimenti: dopo una straordinaria carriera su strada Peter vuole tornare al suo primo amore con tutto sé stesso e vuole farlo nel migliore dei modi.

Peter Sagan in Mtb

Sportivamente parlando, infatti, Sagan è nato in Mtb e nel ciclocross, specialità in cui raggiunse dei super risultati sin dalla categoria junior.
Nel 2008 vinse il mondiale Xc, ma anche la classifica generale di Coppa del Mondo Xc, il campionato nazionale Xc, il titolo europeo di ciclocross ed un argento ai mondiali di ciclocross. Insomma, tanta roba!

Peter Sagan in Mtb
Peter Sagan in una foto di archivio del 2008, dopo aver tagliato il traguardo (da vincitore) al mondiale junior di cross country. In quell’anno ha vinto quasi tutto, sia in Mtb che nel ciclocross

La sua storia da stradista la conoscete tutti. E’ stato un campione, un leader, un personaggio, a volte fin troppo esuberante, ma proprio per questo è tanto amato dai tifosi e rispettato dai colleghi.

Da Peter Sagan ti aspetti il colpo di scena, la decisione che spiazza. Ed è accaduto anche quest’anno, quando ha fatto sapere a tutti cosa fare “da grande”: «Voglio tornare in Mtb».
Ma è stata solo una questione di marketing o c’è dell’altro? Abbiamo chiesto proprio a lui per cercare di andare più a fondo.

Recentemente lo abbiamo incontrato in un evento del quale vi parleremo presto su Mtbcult.it (per ora è top secret) ed è venuta fuori una chiacchierata molto interessante…

Peter Sagan in maglia verde ai tempi della Liquigas. In carriera ne ha vinte ben sette

– Peter Sagan torna in Mtb: l’avresti immaginato qualche anno fa?

– L’ho sempre detto, sono nato in Mtb, morirò in Mtb. A dirla tutta vi posso svelare che non sono mai stato troppo convinto di diventare un prof su strada. Quando ero junior, il mio procuratore mi chiese se fossi davvero sicuro. In Mtb avevo delle certezze, sapevo di poter diventare qualcuno. La strada mi affascinava, ma non sapevo come sarebbe andata. Dentro di me ho sempre pensato di chiudere la carriera nel fuoristrada.

Peter Sagan in Mtb
Lo riconoscete? Qui è il 2008, con la maglia iridata e le sue bici dell’epoca, già marchiate Specialized. Foto di Cas.sk
– Però su strada hai vinto molto…

– Sì, è vero. Ma negli ultimi anni non mi divertivo più, dentro di me c’era sempre la voglia di tornare a fare quello che mi piace di più, ovvero andare in Mtb, stare in mezzo alla natura, saltare, vivere l’adrenalina dell’Xc. Ho 33 anni, era arrivato il momento di prendere una decisione.

– Nella stagione 2023 sei tornato in gara al mondiale di Glasgow, facendo lo short track e l’Xc. Non male come rientro!

– A Glasgow è stata una prova, avevo preso la bici pochi giorni prima e l’avevo usata pochissimo. È stata una bella esperienza, ma non è andata come volevo. C’era da aspettarselo, venivo da una stagione su strada, senza preparazione specifica… Adesso, se vuoi andare forte in Mtb devi specializzarti, non si improvvisa nulla. Non è stato facile, lo ammetto, però mi è servito a capire di cosa ho bisogno per rimettermi in carreggiata.

 

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– Immaginavi un livello atletico e tecnico così alto in Mtb?

– La metodologia dell’allenamento va avanti, la tecnica va avanti, i giovani sono sempre più forti. Quindi sì, me lo aspettavo.

– L’Xc è cambiato molto, come ti stai allenando per dare il massimo nel 2024?

– Sto cercando di fare una buona base, il fondo è sempre importante, soprattutto in inverno. Ma sto inserendo comunque un po’ di qualità, senza esagerare. Da gennaio aumenterò il ritmo.
Anche la forza in palestra è fondamentale, ma il punto cruciale per me è la tecnica: devo migliorare!

Peter Sagan in Mtb
Peter Sagan in azione a Glasgow. Due posizioni dietro di lui c’è Tom Pidcock e subito dopo il nostro Juri Zanotti
– Cosa stai facendo per migliorare tecnicamente? Ti sta aiutando qualcuno a interpretare meglio i tracciati moderni? Ti abbiamo visto anche sulla bici da enduro…

– Da solo non riuscivo a migliorare del tutto, arrivavo a un certo punto poi restavo lì. Avevo bisogno di spiegazioni, di vedere le linee, la posizione. Per questo motivo sono andato in moto con un mio amico, ex motociclista e ora endurista in Mtb, Michael Kolar. Lui mi ha spiegato delle cose e mi ha fatto capire dove sbagliavo.
La stessa cosa è successa a Finale Ligure, quando ho passato diversi giorni a girare in Mtb con lui ed altri enduristi slovacchi. Ora ho programmato con loro altri sette giorni di tecnica e allenamento.

 

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– Anche le bici sono cambiate molto rispetto ai tuo anni da junior: geometrie, sospensioni, reggisella telescopico… Come sta andando l’adattamento alle nuove tecnologie?

– Quella che mi ha sorpreso di più è l’evoluzione delle sospensioni, è assurdo il livello in cui siamo arrivati. Ma anche le geometrie sono diverse: venivo da bici più corte e con sterzo più chiuso, ci ho messo un po’ per adattarmi, ma ora sento di avere più controllo.

Il reggisella telescopico è un grandissimo aiuto per me, infatti utilizzo un modello con escursione maggiore rispetto agli standard da Xc. Poi devo capire bene le gomme, le pressioni, carcasse, mescole… Sto cercando di trovare il giusto compromesso per andare forte e non forare.
A livello tecnico mi ritengo fortunato, perché grazie a Specialized ho a disposizione dei mezzi super e le tecnologie più evolute.

– Hai fatto qualche modifica all’assetto in funzione delle geometrie moderne?

– Ho provato ad abbassare il manubrio, togliendo gli spessori sotto l’attacco: andavo meglio in salita, ma discesa non mi trovavo per niente, quindi l’ho rialzato.

A tu per tu con Sagan

– Si dice che nel 2024 farai qualche gara su strada ai fini allenanti e che correrai con il Team Pierre Baguette: è vero? E in Mtb ti vedremo con la maglia dello Specialized Factory Racing?

– Mi piacerebbe correre con il Pierre Baguette, team in cui mio fratello è DS, ma non è ancora ufficiale, ci stiamo lavorando. Vorrei fare qualche gara su strada, ma solo come allenamento per il fuoristrada.
In Mtb mi vedrete con una maglia speciale, che avrà le stesse grafiche del Team Specialized Factory Racing, ma sarà prodotta da Sportful, mio sponsor personale, che ha trovato una bella sintonia anche con Specialized. A proposito, vorrei ringraziare Sportful, insieme all’altro mio sponsor, 100%, per aver appoggiato a pieno il mio nuovo progetto.

– Quale sarà la tua prima gara di Mtb nel 2024?

– Farò un Training Camp in Sudafrica, in seguito andrò diretto ad Abu Dhabi per la prima gara che sarà l’11 febbraio. Poi inizierà la sfilza di gare in Europa, con l’internazionale di Chelva (17-18 febbraio), Banyoles (24-25 febbraio), Marsiglia (16-17 marzo).
Successivamente vorrei fare qualche gara su strada in Slovenia, per poi partire con la Coppa del Mondo Xc: farò tutte le prove, a partire dalla prima di aprile in Brasile.

– È vero che stai pensando di partecipare anche a qualche gara a tappe in Mtb

– No, servirebbe una preparazione completamente diversa. Inoltre, le gare a tappe in Mtb sono più dure di quelle su strada, serve tanta esperienza, logorano fisicamente anche gli specialisti. Preferisco evitare e specializzarmi sull’Xc.

Sagn in Mtb
Peter Sagan parla con Martin Vidaurre, che nel 2024 sarà un suo compagno di squadra nel Team Specialized Factory Racing. La vicinanza con gli specialisti dell’Xc per lui potrebbe essere preziosa…
– Cosa ti aspetti dal 2024? Quali saranno gli obiettivi principali?

– L’obiettivo principale sarà partecipare alle Olimpiadi di Parigi, poi a stagione iniziata capirò qual è il mio livello e come procedere coi piani. Ma non ho pretese, mi metterò in gioco con umiltà e darò il massimo per tornare ad essere competitivo e, soprattutto, per tornare a divertirmi.

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