La Sportful Dolomiti Race la puoi affrontare in mille modi diversi, ma in ogni caso è sempre dura, emozionante, affascinante. Soprattutto in questa edizione post Covid.
Qui sotto trovate il racconto scritto per noi da Chiara Ciuffini, granfondista di lungo corso, che però questa volta l’ha interpretata in un modo un po’ diverso dal solito.
E forse, più divertente…
NC

Sportful Dolomiti Race 2021
Foto Sportograf

Era il giugno del 2009, a pochi mesi dal mio primo colpo di pedale, quando un mio caro amico mi propose un weekend alternativo: “andiamo a fare una Granfondo in un posto bellissimo, Feltre”.
Io non avevo la minima idea di cosa fosse una Granfondo.

Lui mi spiegò che si trattava di una manifestazione agonistica per persone “come noi”, che andavano in bici per passione.
Avevamo una griglia molto avanzata, essendo ospiti della gara, e la cosa più importante che mi disse fu: in partenza, stiamo di lato e lasciamo passare le persone che vanno veloce.




Di quella prima esperienza mi rimase la consapevolezza che non amavo farmi sorpassare…
E da quell’esordio, anno dopo anno, conobbi il mondo delle Granfondo, e sopratutto lo spirito agonistico e non, che spinge migliaia di persone a muoversi dall’Italia e dall’estero per raggiungere mete anche lontane, per poter pedalare con grinta e tenacia in mezzo al gruppo.

Ormai di gare ne ho fatte tante, in ogni parte d’Italia, e qualcuna anche all’estero.
Ho vinto, ho perso, ho gioito e pianto, ho vissuto forse gli aspetti più belli di questo mondo.

Dopo tutti questi anni mi sono accorta che una cosa realmente mi mancava per completare il mio bagaglio di esperienze: viverla un po’ come quella prima volta, accostando di lato, lasciando scorrere la parte agonistica del gruppo, che conosco bene in tutte le sue dinamiche, e aspettando il vero cuore pulsante della manifestazione.

E così, alla Sportful Dolomiti Race 2021, mi lascio sfilare dal grosso del gruppo e all’inizio della prima salita, Cima Campo (16 infiniti chilometri), pian pianino inizio a risalirlo.

Sportful Dolomiti Race 2021
Foto Sportograf

Da dietro arrivano come missili coloro che, pur avendo una gran gamba, si trovano penalizzati da un numero di partenza alto. Li vedo col fuoco negli occhi per cercare di farsi spazio tra i ciclisti un po’ più in difficoltà.
All’inizio capitava anche a me: si fa una fatica incredibile e si spendono tante energie.

Mentre risalgo il gruppo, la cosa che più mi colpisce è la felicità negli occhi delle persone, che nonostante la fatica della salita, mi rispondono al saluto con un sorriso o una battuta.
Ma quanta fatica si fa dietro? In quanti ritagliano il tempo per il loro allenamento alla vita quotidiana, in cui il ciclismo è solo una passione a margine di tutto il resto?
Quanti sognano quella medaglia di finisher e quell’impresa per un anno intero?

Sportful Dolomiti Race 2021

Qualcuno mi racconta di aver avuto il Covid e di essersi promesso che, una volta guarito, avrebbe compiuto l’impresa del percorso Lungo.
Qualcuno mi dice di non essere molto preparato a causa del cattivo tempo e che, anche frenato dal fattore “sfiducia”, si accontenterà del percorso Medio (che di medio ha poco).

Incrocio tantissime ragazze e tante mi chiedono: “cosa ci fai qui?”
Altre sono contente di vedermi pedalare lì con loro e tra me penso: “Io non sono nessuno, sono proprio come voi e faccio sempre tanta fatica”.
In loro vedo una grinta incredibile.
Posso dirlo? Più che negli uomini…

Ragazze, donne, alcune con degli amici che le accompagnano, altre sole, ma che nonostante tutto vogliono affrontare il percorso lungo… Una vera impresa.
Tutte pronte a regalare un sorriso.
Nonostante che… questa salita non finisce mai.

Sul finale della prima salita mi sono fermata, ho guardato intorno a me e mi son detta: “Chiara, hai pedalato tante volte qui, ma hai sempre e solo guardato la tua ruota, l’asfalto, il tuo Garmin. Oggi goditi quello che ti circonda…”
La verità è che non avevo mai visto davvero lo scenario della Sportful: un paradiso.

Sportful Dolomiti Race 2021
Foto Sportograf

Discesa da Cima Campo e mille bici che sfrecciano ovunque.
Quanti rischi prendiamo per un sogno?
Se sei in gara non ci pensi, vivi il momento e basta.
Pensare troppo ci porterebbe a tirare i freni, proprio come ho fatto io domenica.

Ristoro a fine discesa.
E’ la prima volta che mi fermo: organizzazione pazzesca.
In questo momento mi rendo conto di quanto oneroso è lo sforzo per organizzare una manifestazione di questo livello. C’è ogni ben di Dio, da consumare in totale sicurezza, seguendo le attuali stringenti normative Covid. 

Dopo un chilometri c’è la divisione dei percorsi.
Davanti a me una ragazza con il suo compagno che le grida: “lungo, andiamo sul lungo”.
Lei mi guarda come per dire: “va beh, se proprio devo…”.
A volte la spinta emotiva di un compagno ci fa compiere imprese che da soli avremmo paura di fare e ci dà quella fiducia che serve per decidere ad un bivio. 

Io invece stavolta giro per il Medio: troppo poca la preparazione per me quest’anno.
Rimaniamo in pochi, ma lungo la strada continuo a incontrare tante persona che conosco.
Due parole, qualche sorriso e dietro una curva dei calorosissimi tifosi che fanno un chiasso infinito.
Che bello! Nel silenzio della fatica il chiasso gioioso è una manna dal cielo.

Inizia la seconda salita: Val Malene – Passo Brocon, 6,8 km con una pendenza media dell’8% e massima del 14%.
Un’ascesa inedita per la Sportful Dolomiti Race, che si sviluppa in una valle che mi ha francamente stregata. Alberi alti, acqua, cascate, sole tra i rami. Un’atmosfera quasi fiabesca.

Siamo tutti sparsi qua e là, ognuno concentrato sulla propria impresa.
Un silenzio surreale, nessuno parla, solo il rumore delle ruote e del respiro affannato.
Poco più avanti, invece, sento un insolito vociare.
Faccio una piccola progressione e mi ritrovo il duo Chechi-Bettini con la loro compagnia che chiacchiera di quanto sia dura questa nuova salita.
Ad un chilometro dallo scollinamento il cartello recita “Assistenza sanitaria ad 1 km” e Bettini che si chiede se ci sarà anche un bravo psicologo per far pace con se stessi dopo tanta fatica e le terribili rampe di questa ascesa.

Sportful Dolomiti Race 2021

Inizia la discesa e in un secondo li perdo.
Loro sono dei fulmini, io impacciata che cerco di inseguirli.

Si avvicina il momento da tutti temuto, ovvero il famoso strappo di Ronche – Rugna: ben 800 metri al 20% e oltre di pendenza media. Tre cartelli “preparatori” ricordano di mettere i rapporti più agili.
Puntualmente faccio scendere la catena sul 36 e dietro salgo fino al 30.
Inizio lo strappo e lì ad aspettarci (per fortuna) troviamo i rugbisti ingaggiati dalla manifestazione per spingerci su…
Nessuno che si muove e allora esclamo: “ma voi non dovevate spingere?”.
Uno dei ragazzi prontamente risponde: “Posso?”.
E io: “Devi!”
Mi passano come una palla da rugby di mano in mano fino a fine strappo: che spettacolo questa catena umana.

Sportful Dolomiti Race 2021
Foto Sportograf

Al successivo ristoro stringo un patto con Paolo Bettini: “mi aspetti in discesa?”
“Sì, se tu ci aspetti in salita”.
“Ok, affare fatto”.

Da lì proseguo con la compagnia di questo gruppo fantastico.
Rido tantissimo e i chilometri volano sotto le ruote.
La mia Sportful Dolomiti Race 2021 continua tra ristori e mille compagni di viaggio.

Ormai stanchi stiamo per raggiungere Feltre, ma c’è ancora l’ultimo scoglio: il passo Croce d’Aune, 11,2 km e circa 600 metri di dislivello, con tratti fino al 14%.
Lo ricordo benissimo, ogni anno in ogni edizione, arrivavo qui e pensavo a quella chiesetta da raggiungere, assolato e con quegli ultimi chilometri durissimi.

Un ragazzo mi affianca e mi ringrazia per avergli fatto da punto di riferimento per non mollare durante la giornata.
E io penso: “Ma davvero? Che bello”.
E son io a ringraziare lui.

Durante gli ultimi chilometri della salita c’è gente in strada, con cui ridere e scambiare battute. E’ bello pedalare una volta cosi, con serenità, senza stress.

Discesa e via in picchiata verso Feltre con la mia allegra compagnia.
Scatti e controscatti come da veri Pro’, per poi arrivare ai piedi dell’ultimo muro prima di quell’arrivo con il famoso cartello “per oggi basta salita”.

Foto Sportograf

Paolo Bettini che mi dice: “Chiara vieni qui avanti con noi, arriviamo tutti insieme”.
E io che mi sento una privilegiata, tra la folla che chiama Paolo e Yuri, ci sono anche io, che onore.
Passiamo il traguardo tra mille sorrisi e abbracci e ci guardiamo con Paolo dopo aver controllato il tempo sullo schermo. “Dai non siamo andati troppo male, 4 ristori su 4 e abbiamo tenuto un bel ritmo”.

Paolo Mutton mi saluta dal palco, mentre realizzo che mi son regalata una giornata incredibile, di quelle che non dimenticherò mai.
Non dimenticherò mai la serenità della vigilia, della gara e la felicità del post gara.

Sportful Dolomiti Race 2021

Non dimenticherò mai le parole di Paolo: “Nei tuoi arrivi hai sempre un sorriso splendido. Oggi avevi un sorriso splendido e sereno”.
Grazie Sportful Dolomiti Race.

QUI trovate altre storie di strada pubblicate su BiciDaStrada.it e qui altri articoli con Chiara Ciuffini