

Il problema alla sella di Evenepoel durante il mondiale di Kigali è diventato un tema di grande discussione. Ma è possibile che pochi millimetri possano fare così tanta differenza, come dichiarato da Remco?
Prima di rispondere alla domanda riepiloghiamo velocemente cosa è successo.
Prima del Mont Kigali il belga ha preso una buca che ha provocato la rottura del morsetto della sella, facendo abbassare la punta di circa 2 cm, come dichiarato dal suo meccanico Dario Kloeck (nella prima parte del video qui sotto, in effetti, sembra proprio che la sella sia fortemente inclinata verso il basso).
Remco in questa posizione faceva fatica a pedalare, si è staccato dai primi ed è stato costretto ad un primo cambio bici.
Sulla seconda bici, in base a quanto dichiarato da Evenepoel, l’inclinazione della sella era diversa rispetto al solito (orizzontale, anziché leggermente inclinata in avanti) e questo gli dava problemi, così, in modo molto avventato, si è fermato per un altro cambio bici, finendo a oltre 1:30" da Pogacar e a più di 1' dagli immediati inseguitori dello sloveno.
Torniamo alla domanda iniziale: è possibile che pochi millimetri di altezza o di inclinazione possano fare così tanta differenza?
In tanti l’hanno vista come una scusa, ma in realtà l’episodio merita un’analisi più approfondita…
La gestione del secondo cambio bici da parte di Evenepoel grida vendetta perché a quel livello non puoi permetterti di fermarti senza l’ammiraglia al seguito, se non hai un problema che ti impedisce di proseguire.
Allo stesso tempo, è vero che ci sono alcuni ciclisti sensibilissimi alle variazioni (come potrebbe essere Remco) e altri che invece possono pedalare senza problemi anche con una sella più alta o più bassa di uno o due centimetri. E questo vale sia tra i Pro' che tra gli amatori.
Nel suo libro Bike Set-Up, Phil Burt (che è stato capo fisioterapista del British Cycling dal 2006 al 2017 e collaboratore dell’allora Team Sky) definisce i primi come micro-adjuster e i secondi come macro-absorber.

La sella di Evenepoel, i micro-adjuster e i macro-absorber
I micro-adjuster sono ciclisti particolarmente sensibili a qualsiasi piccola variazione. Bastano pochi millimetri per provocare un calo di prestazione o rischiare infortuni. Burt nel suo libro cita l’esempio di Ben Swift, che era in grado di sentire la differenza tra una sella nuova e una vecchia, anche se posizionate alla stessa altezza, perché la nuova non “cedeva” allo stesso modo.
Remco, probabilmente, rientra in questa categoria…
Il belga si è lamentato del dolore alla schiena a causa di una sella con diversa inclinazione rispetto al solito e, in effetti, la punta rivolta verso l'alto è una delle possibili cause del dolore lombare.

I macro-absorber, al contrario, sono più flessibili e hanno una maggiore capacità di adattarsi ai cambiamenti, anche grossolani.
Come esempio Burt cita Geraint Thomas, che “corse mezza tappa del Tour sulla bici di riserva di un altro senza nemmeno accorgersene”.
Per fare un esempio più recente, ricordiamo Jonas Vingegaard concludere una tappa del Tour su una bici con una sella visibilmente troppo alta.
In sintesi, per i micro-ajuster la perfetta posizione sulla bici è fondamentale per esprimere tutto il loro potenziale, per i macro-absorber lo è molto meno.
La flessibilità e la capacità di adattamento si possono allenare, ma le differenze tra queste due categorie rimarranno sempre, sia a livello amatoriale che professionistico. La percezione del calo di performance e fastidio, ovviamente, è tanto più evidente tanto più le prestazioni sono portate al limite, come nel caso di Evenepoel al mondiale.

In conclusione, possiamo immaginare che Remco sia un micro-adjuster e pensare che il problema alla sella di Evenepoel sia stata una scusa è ingeneroso. La cosa certa è che il secondo cambio bici è stato gestito male.
Sarebbe stato bello vedere un duello ad armi pari con Tadej, anche se lo stesso CT del Belgio Serge Pauwles ha dichiarato che con un Pogacar così sarebbe stato difficile vincere…
Il libro Bike Set-Up di Phil Burt è stato scritto una decina di anni fa, ma contiene molte nozioni interessanti. Se siete appassionati di biomeccanica e volete approfondire l'argomento, lo potete acquistare QUI.
Crediti per tutte le foto Leon Van Bon
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Sull'autore
Nicola Checcarelli
Passione infinita per la bici da strada. Il nostro claim rappresenta perfettamente il mio amore per le due ruote e, in particolare, per la bici da corsa. Ho iniziato a pedalare da bambino e non ho più smesso. Ho avuto la fortuna di fare della bici il mio lavoro, ricoprendo vari ruoli in testate di settore, in Regione Umbria per la promozione del turismo in bici, in negozi specializzati. Con BiciDaStrada.it voglio trasmettervi tutta la mia passione per le due ruote.




