Nell’ultimo periodo si sta discutendo molto su quale sia la larghezza ideale degli pneumatici.

I più tradizionalisti continuano a rimanere fedeli alla sezione da 23, massimo 25 mm, e storcono il naso di fronte a sezioni maggiori.
La maggior parte delle aziende, basandosi su test e dati tecnici, spinge verso gomme di sezione più larga, abbinate a ruote con canale interno abbondante (da 19 mm in su).

Pneumatici a sezione differenziata

A fare davvero la differenza, infatti, non è tanto (e solo) la dimensione della gomma, ma più che altro l’abbinamento canale delle ruota/pneumatico.

In ogni caso, ogni soluzione ha vantaggi e svantaggi.
Gomme da 28 mm e oltre sono molto più comode, hanno una scorrevolezza e una trazione migliore, specie su asfalti sconnessi, danno maggiore sicurezza in discesa.
Dei vantaggi degli pneumatici più larghi abbiamo parlato in questo articolo.
Di contro sono più pesanti e meno aerodinamici.

Pneumatici a sezione differenziata

Gomme più strette (oggi per strette intendiamo 23 o 25 mm), sono più leggere, hanno una sezione frontale ridotta, quindi sono più aerodinamiche, rendono la bici un po’ più agile e nervosa.

Qual è la soluzione migliore, dunque?
Secondo DT Swiss, in base agli ultimi test effettuati, potrebbe trattarsi di un “compromesso”, ovvero di pneumatici a sezione differenziata tra anteriore e posteriore.

Pneumatici a sezione differenziata

Più nello specifico, a detta del brand svizzero, per ruote con canale interno da 20 mm, la scelta ottimale prevede uno pneumatico 700×25 sull’anteriore e uno 700×28 sul posteriore, almeno su percorsi misti, dove si fa una buona velocità media.

Una scelta tecnica avvalorata dai test svolti durante la progettazione della nuova serie di ruote ARC e che, a nostro avviso, risulta molto interessante.
Una scelta che, a essere onesti, è stata adottata da molti ciclisti anche in passato, frutto dell’esperienza più che da prove scientifiche.

Vediamo perché pneumatici a sezione differenziata potrebbero rappresentare il compromesso più performante.

L’insieme ruota/gomma anteriore ha una notevole incidenza aerodinamica, poiché è il primo elemento della bici che deve affrontare la resistenza traslazionale, cioè la forza aerodinamica che rallenta il ciclista nella sua direzione di marcia.
Per minimizzare questa resistenza è necessario ridurre al minimo la superficie d’impatto frontale dell’insieme ciclista/bicicletta e una gomma leggermente più stretta gioca un ruolo importante in questo senso.

L’insieme ruota/gomma posteriore, invece, ha un impatto aerodinamico molto ridotto, dunque utilizzare uno pneumatico da 28 mm non ha effetti negativi in questo senso, ma migliora in modo notevole comfort e resistenza al rotolamento.

Torniamo per un attimo proprio sulla resistenza al rotolamento, perché ormai abbiamo capito che per molti è difficile credere che una gomma più larga sia anche più scorrevole (cosa però dimostrata da molti test).

La differenza non sta nella dimensione dell’impronta a terra, ma nella sua forma.
I pneumatici larghi ospitano una maggiore quantità d’aria e grazie ad una superficie di contatto più corta e larga (foto sotto), migliorano  la resistenza al rotolamento.

Non siete convinti?
Vi invitiamo a provare questa combinazione almeno una volta, specie se avete ruote a medio-alto profilo di ultima generazione, quindi con canale piuttosto largo.
Noi l’abbiamo fatto e, almeno su percorsi veloci, il risultato ci è sembrato molto interessante.

E per chi dice “ma i Pro’ usano questo e quello”, vi possiamo assicurare che sono sempre di più i corridori che si stanno avvicinando alle gomme da 28 mm…

QUI trovate altri interessanti test effettuati da DT Swiss.
QUI invece tutti i consigli tecnici pubblicati su BiciDaStrada.it