Lo confesso: è capitato anche a me di pensare che la bici gravel sia lenta ovunque, durante le mie innumerevoli temporanee migrazioni di indole ciclistica.
Una volta biker, una volta stradista, un’altra ancora e-biker e infine gravel biker.
Beh, quel “infine” in realtà non è corretto, perché il gravel ho iniziato ad annusarlo nel 2015, quando un marchio come Santa Cruz presentò la Stigmata.
Magari la ricorderete.

Ma tornando alla provocazione del titolo, la bici gravel è un oggetto strano che sulle prime può indignare, perché non è una bici da strada e nemmeno una Mtb.
Insomma, una bici che, secondo i pensieri più complottisti del web, “è pensata e creata solo per vendere fumo”.
E’ davvero così?
No.
O meglio, non lo è per tutti.
La gravel bike è in effetti più lenta di una Mtb se si va sullo sterrato sconnesso ed è più lenta di una bici da strada se si va su asfalto liscio.
Quindi, prima definizione generale: la gravel bike è la bici per non pensare alla velocità.
Ma c’è dell’altro…

Una bici per le colline e le pianure

Se mi trovo in un posto in Italia o nel mondo in cui dominano colline e pianure o, in generale, strade sterrate e cementate, veloci e battute, nessuno vi vieta di andarci con una Mtb o con una bici da strada, magari anche con gomme più adeguate a questi terreni.
La gravel bike, invece, è la bici pensata per questi contesti, perché non è costruita per essere velocissima, ma facile, semplice e piacevole da guidare.
Le doti di semplicità e facilità sono quelle che preferisco.
E che tutti i gravel biker finiscono col preferire.

Una bici per scoprire il lato selvaggio

Sì, esiste anche la Mtb e da decenni è costruita e apprezzata per questo.
Ma la Mtb è più impegnativa (le sospensioni e il loro setup in primis) e generalmente anche più pesante.
Anzi, inutilmente più pesante se la uso su sterrato battuto e strade cementate veloci.
La gravel bike è stata pensata proprio per rispondere a questa esigenza.
Che, guardate bene, non è affatto così di nicchia come può sembrare.

Una bici semplice e facile

L’ho già detto: semplicità e facilità sono due aspetti cruciali per la gravel bike.
E’ la bici che richiede poche minimali attenzioni: catena pulita e lubrificata e gomme alla pressione giusta.
Cioè il minimo sindacale.
Prendi e vai, dove vuoi.
E finisce che ti ritrovi ad andare dove di solito non puoi o non vuoi andarci con una Mtb o con una bici da strada.
Perché la tua bici da strada col Dura-Ace DI2 e i cerchi Enve non la porti tanto a cuor leggero sullo sterrato.
E la tua Mtb a doppia sospensione da Xc o, peggio ancora, da enduro non la sprechi su stradoni larghi e sterrati.
Poi, ognuno fa quel che vuole con la propria bici, ma la gravel bike l’hanno pensata proprio per queste circostanze.
Non vi convince?
Amici come prima.
Se invece questi concetti iniziano a dipanare le nebbie di presunti complottismi del marketing, vi accorgerete che è un segmento di bici che “it’s here to stay”.
Cioè, è destinato a restare.
Come il rock’n’roll di Neil Young.
Anzi, aggiungo, ad evolvere.
Nessun’altra bici, in questo momento, è sotto la lente d’osservazione dei reparti di ricerca e sviluppo quanto una gravel bike.

Quindi, perché comprare una bici gravel?

Potete farlo per tanti motivi, ma i principali restano i seguenti:

– se sei uno stradista, è la bici più facile e semplice (rispetto a una Mtb) per andare sullo sterrato;
– se sei un biker, è la bici più indicata, più leggera e semplice (rispetto a una bici da strada) per andare su asfalto;
– se ti piacciono i viaggi in bici è la bici più versatile e comoda;
– se ti piace andare piano, guardarti intorno e passare dallo sterrato all’asfalto e viceversa è la bici più amabilmente lenta che esista.

Tutto il resto sono solo chiacchiere.
O, se volete, chiamatelo marketing.

PS: vi invito a rileggere questo articolo con Neil Young nelle orecchie…

PS2: se vi interessa conoscere più a fondo il mondo gravel, date uno sguardo al nostro vasto archivio di contenuti e test