Sono passate tre stagioni da quell’ultima volta. Il numero sulla schiena l’avevo attaccato alla Granfondo Alé La Merckx 2019. Quasi una vita sportiva fa che appartiene ad un altro “me”. Nel frattempo sono diventato padre, ho messo radici e sono tornato a raccontare il ciclismo e le biciclette.
A metà tra lavoro e passione (una bella fortuna) l’occasione buona per tornare a respirare l’agonismo è arrivata grazie a Lapierre ed alla gara che dal 2020 vede il marchio francese nelle vesti di title sponsor: la Granfondo Laigueglia-Lapierre.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Un ritorno alle competizioni, all’esordio di una nuova stagione per vivere “nella pancia del gruppo” il fenomeno granfondo. Un movimento che è alla ricerca di una nuova identità, ma con tante possibili soluzioni a portata di mano.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Un esempio? Mercoledì 1 marzo in programma c’è il 60° Trofeo Laigueglia (altimetria e planimetria sotto), classica d’inizio stagione riservata ai pro’.
Perché non unire i due eventi sotto un unico format (pur mantenendo l’autonomia delle due società organizzatrici) e condividere risorse, mezzi ed obiettivi?

Non sarebbe un bel richiamo la gara dei professionisti il venerdì o il sabato con la granfondo la domenica in stile Strade Bianche? Ne guadagnerebbe il territorio senza dimenticare una gestione del traffico più “leggera” ed un’offerta ricettiva ottimizzata.

Senza contare l’appeal che il “progetto Laigueglia” potrebbe generare nei confronti di possibili sponsor. L’evento diventerebbe a tutti gli effetti una vera e propria festa del ciclismo per inaugurare la stagione nel migliore dei modi.
Solo un’idea? Vedremo…

Il mio nuovo inizio

Ho ripreso ad allenarmi seriamente il 27 dicembre.
Quattro sessioni la settimana tra uscite in bici e corsa a piedi. Da inizio anno ho coperto 1.225,5 km in sella ed un dislivello di 12.741 mt mentre la distanza percorsa correndo è pari a 56,7 km con un dislivello positivo di 814 mt.

I controlli medici mi hanno dato una bella conferma: non sono “da buttare”. La capacità cardiovascolare c’è ancora e riesco a sostenere sforzi al ritmo medio oltre i 60 minuti nonostante un motore ancora da sgrezzare.

Inoltre, durante le uscite in compagnia durante i fine settimana, numeri, sensazioni e compagni d’allenamento mi hanno fatto capire d’essere sulla giusta strada. Anche se a dire la verità mancano ancora 70-80 watt alla soglia per raggiungere valori che permettono di veleggiare nelle prime posizioni.
Senza contare il peso (mio cruccio da sempre) ed il fatto che sono ancora a digiuno dei lavori in palestra ed anche per questo al momento monitoro la frequenza cardiaca senza badare troppo al misuratore.

La Granfondo Laigueglia-Lapierre ha un percorso esigente, ma non impossibile: 118,2 km per 1.780 mt di dislivello.
QUI la traccia .gpx.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

1.800 mt di dislivello li ho raggiunti solo una settimana fa in occasione di un’uscita gravel: partenza al mattino, ritorno a casa a metà pomeriggio. Nel mezzo una bella sosta al bar…
Dentro di me, quindi, c’è solo una domanda: ce la farò a “portarla all’arrivo”? Pelle, bicicletta e tutto il resto?

Granfondo Laigueglia-Lapierre
A Laigueglia ha fatto il suo esordio in una granfondo internazionale su strada il chip unificato One Chip. Alle spalle c’è la sinergia tra MySDAM, Krono Service, TDS e Winning Time. Non sarà necessario cambiare chip in occasione delle gare gestite da questi servizi di cronometraggio.

A Laigueglia per uscire ancora con lei…

Alla vigilia della granfondo Lapierre organizza una social ride.
Una pedalata informale che permette di conoscere da vicino i vertici di Accell Group Italia: Romano Favoino (Country Manager Accell Group), Alan Kalja (Financial Director che nel 2004 assieme a Favoino ha dato vita Revelen, iniziando a distribuire in Italia Lapierre nel 2009) e Stefano Marconi, Brand Manager Lapierre Italia.

Più tutti gli altri ragazzi e ragazze che ogni giorno lavorano dietro le quinte all’interno della sede italiana di Accell Group a Finale Ligure (Sv).

Da sinistra a destra: Stefano Marconi (Brand Manager Lapierre Italia), il sindaco di Laigueglia Roberto Sasso Dal Verme, Vittorio Mevio (presidente del Comitato Organizzatore) e Romano Favoino (Country Manager Accell Group). Foto: Stefano Spalletta

In quest’occasione ritrovo lei… La Xelius SL 8.0 tg. S (sono alto 170 cm, cavallo 78 cm): il medesimo esemplare che ho avuto modo di pedalare per qualche settimana al termine della scorsa estate.
QUI il test.

La riguardo e dentro di me dico “non è cambiata”. Il reggisella fa riemergere i segnali della mia prima messa a punto e così torno subito in confidenza.

Io e “lei”…

La social ride prevede 37 km e 470 mt di dislivello.
L’occasione è buona non solo per ri-provare la bici, ma anche per individuare le giuste pressioni alla luce di una strada che a tratti presenta asfalto umido.
Le stesse condizioni-gara previste dal meteo.

Gli originali (e goliardici) rifornimenti di uno dei ragazzi di Lapierre. Alcuni di loro hanno affrontato la granfondo di casa per la prima volta sia per affrontare una nuova sfida che per stare in compagnia visto che normalmente si dedicano più al downhill o al l’enduro. Secondo voi la foto è stata scattata prima della social ride o qualche minuto prima della partenza?

Non da ultimo allo stand c’è anche la nuova Lapierre Xelius 10.0.
Una bici che nell’anima è una vera e propria versione Team Replica Groupama-FDJ.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Il telaio, infatti, non adotta la laminazione standard, ma le stesse specifiche che fino ad oggi erano presenti solo sui kit telaio (le taglie XS, S ed M propongono la laminazione light mentre L ed XL la laminazione stiff, QUI tutti i dettagli).
Nessuna variazione, quindi, per taglie e geometrie.

Gruppo Shimano Dura-Ace 12v, ruote Shimano C36 con il manubrio integrato Combo UD carbon che fino ad oggi era prerogativa solo della Xelius SL 75th e, appunto, delle bici in dotazione ai pro’ (sotto tutti i dettagli della Xelius SL di Arnaud Démare).

Il manubrio Combo UD permette di integrare i pulsanti satellite Shimano sprinter sulla presa alta.

Prezzo 9.999 euro con le prime consegne ai rivenditori autorizzati Lapierre a partire da inizio primavera.

Le Lapierre della Groupama FDJ: dischi piccoli e alternanza tubeless-tubolare

Bandiera giù alle 9:00: mal di gambe al via

Domenica 26 febbraio, assieme ad altri 1.300 ciclisti (896 i classificati) mi presento al via con il mio numero 32 ed alle ore 9:00 aggancio i pedali dopo che Roberto Sasso Dal Verme, sindaco di Laigueglia, ha abbassato quella famosa bandiera che da 23 anni inaugura la stagione di molti granfondisti.

Le gambe percepiscono subito un ritmo differente. Andatura controllata fino ad Alassio poi la partenza volante e la strada che sale verso Albenga. Passano 13 minuti e mi ritrovo già in soglia, ma in testa al gruppo.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Sono sulla sinistra, davanti a me la strada libera e la possibilità di muoversi.
Sento il rumore della catena che a scendere ingaggia i rapporti. Sintomo che sta succedendo qualcosa. Mi sento pronto. Sulla destra partono alcuni corridori. Li lascio andare: “Devo portare a casa la pelle”, continuo a ripetermi.
Poi se ne vanno altri tre e la tentazione è forte, ma rinuncio. So che può essere un attacco buono (e così poi sarà), ma in fin dei conti non è né il giorno né l’ora di far certe “mattate”.

Granfondo Laigueglia-Lapierre: la vita e le corse in bicicletta

Tengo botta e sto con i primi, ma sulla strada verso Arnasco tiro i remi in barca e salgo con il mio passo. Mi butto sulla destra e mi lascio sfilare. Guardo i battiti e cerco di trovare il ritmo medio.
I saliscendi iniziano a far male. Ritrovo vecchi compagni di squadra e scambiamo un paio di battute anche se il fiato è quello che è.

L’aeroporto di Albenga spalanca la memoria ancora un volta sulla stagione 2019 quando corsi la mia prima Granfondo Laigueglia. Un luogo che associo all’inizio di una nuova salita: Ligo.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Di nuovo del mio passo.
Imbocco la salita in testa per lasciarmi lentamente sfilare (vecchio trucco da scuola ciclismo) e rimanere con il gruppetto il più possibile, ma è ancora troppo.
Salgo da solo poi sul falsopiano a seguire trovo di nuovo la possibilità di stare a ruota, ma è un continuo elastico. Mi stacco, rientro, resisto.
La testa c’è, il cuore pure, ma le gambe complice il vento ed il freddo vanno con il contagiri e non riesco ad andare oltre il medio. Recupero in discesa, la bici è piacevole e stabile.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Lascio andare anche questo gruppetto salendo verso Caso.
Il vento è forte ed insistente, non riesco bene a capire da dove provenga. Da dietro arrivano in due: “Alé dai che abbiamo il vento in spalla”, ma non riesco ad accelerare anche se vorrei. Mi trovo solo, ma ho ancora la forza di pensare. La strada è larga, avvolta per metà dal bosco. Il resto dà sul fondovalle. Mi vengono in mente i versi della canzone “Gimondi e il Cannibale” di Enrico Ruggeri:

«Sudore di gente dispersa
Di maglia, di lingua diversaMa io, il cuore io voglio spenderlo»

In fondo è così. Solo, staccato ed aggrappato alla gara con i denti e la pioggia fine che inizio a scorgere grazie alle gocce sullo schermo del ciclocomputer.
Butto giù un gel, l’acqua è finita.

Al bivio giro a destra e la strada sale, ancora.
Tolgo il sudore dagli occhi e inizio a sentire una parte di me che inizia a cedere. Ad un certo punto all’ennesimo saliscendi esclamo a voce alta: «Basta!!!».
L’altra parte di me, invece, tiene lo sguardo fisso sull’orizzonte, sente il dolore ed il disagio, ma lo aggredisce. Penso ai Campioni, alla grinta dei loro volti: voglio essere così.

Joaquin Rodriguez in occasione de Il Lombardia 2013. Ho sempre ammirato il ciclista spagnolo per la grinta e la voglia di attaccare. Senza paura. Foto: Luca Bettini/Pool/Ferrari-LaPresse

Verso Testico vengo recuperato da un altro gruppetto.
Al ristoro metto piede a terra per riempire velocemente la borraccia e mi butto in discesa per non perdere le ruote. Mi diverto, la strada è leggermente umida, pennello le curve, cerco di dosare i freni. Ho le ruote della coda del gruppo a venti metri.

Curva a destra poi cambio di direzione a sinistra e sento un rumore. Non capisco subito cosa sta succedendo. Il mio sguardo è allineato al piano della strada: sto scivolando verso il muretto di cinta.
Istanti eterni. Mi chiedo: “come ho fatto a cadere?”. Conosco la bici, i suoi comportamenti, sono lucido e non ho azzardato nulla.

Foto: Bettini

Mi tiro su. Nulla di grave.
Do due botte alla leva destra per riportarla in sede e rimonto in sella. Duecento metri più avanti vedo altri due ciclisti fuoristrada. Sento la grinta che sale e continuo a gestire la discesa cercando di non farmi troppe domande rimanendo sul il mio “qui e ora” targato Granfondo Laigueglia-Lapierre.

Recupero il gruppetto e vado in testa: mentre risalgo alcuni miei compagni d’avventura che mi hanno visto cadere mi fanno i complimenti per la grinta.
Il ciclismo è così come la vita in fondo.
“Non è importante come colpisci. L’importante è come sai resistere ai colpi, come incassi e se finisci al tappeto hai la forza di rialzarti: così sei un vincente”.

Cerco di organizzare una doppia fila. Obiettivo: trovare e condividere un’andatura regolare fino ai meno due dall’arrivo con il relativo cartello che segna l’inizio dell’erta finale verso Colla Micheri.
Il ciclocomputer non è così resiliente ed ai meno tre dal traguardo alza bandiera bianca e si spegne: batterie scariche…


Poco male. Mi metto in modalità “eco” e vado su regolare.
In lontananza sento le voci dello speaker e capisco che il mio viaggio sta per concludersi. Il pubblico ai meno 300 dal traguardo mi incita. Conquisto l’arrivo. Sono passati 36’07” da quando il vincitore, Federico Pozzetto (MG.K Vis-Dal Colle-Re Artù) ha alzato le braccia al cielo (foto sotto).

Incrocio Federico alle premiazioni. Abbiamo condiviso una stagione nelle granfondo. Scherzando gli dico: «Beh non mi hai dato 36′, ma un piatto di pasta». Ce la ridiamo e ci aggiorniamo sulle nostre vite.

Granfondo Laigueglia-Lapierre

Saluto Romano Favoino e tutta la sua truppa prima di infilarmi in macchina.
Sono cinque le ore per tornare a casa. Tempo per pensare e per fare due conti sulle spese che ogni cicloamatore deve sostenere in media per vivere un evento come la Granfondo Laigueglia-Lapierre.
La radio in sottofondo racconta la storia dei Green Day, gruppo musciale punk rock californiano e mentre penso ai costi del gasolio, dei pedaggi autostradali, degli alberghi e delle iscrizioni vengo catturato da una frase del cantante e autore della band statunitense Billie Joe Armstrong.

“Se riesco a scrivere ciò che provo riuscirò a capire ciò che mi succede”.
Spero di esserci riuscito.

Qui tutte le news, i test e gli approfondimenti riguardanti Lapierre.