Il 29 settembre la WADA (World Anti-Doping Agency) ha pubblicato e diffuso la lista delle sostanze e dei metodi proibiti 2023.
QUI la Nota Esplicativa con le principali modifiche rispetto alla lista 2022.

Il massimo organo di controllo e tutela della salute degli atleti stringe le maglie attorno all’uso/abuso del tramadolo in competizione, anche alla luce del caso Quintana.

Foto: © A.S.O. / Pauline Ballet

Tracce di questo principio attivo oppiaceo di origine sintetica con funzione antidolorifica erano state rilevate in due campioni di sangue prelevati al ciclista colombiano l’8 ed il 13 luglio, durante il Tour de France.
Quintana, secondo quanto disposto dal punto 13.3.069 della normativa medica UCI, è stato privato del sesto posto in classifica generale e di tutti i risultati, i premi ed i punti UCI.
Oltre a questa sanzione il regolamento prevede una multa di 5.000 CHF ed il rimborso delle spese sostenute per il controllo.

Foto: © A.S.O. / Pauline Ballet

Tutto chiaro, o quasi, perché l’uso del tramadolo è vietato in ogni competizione UCI a partire dal 1 marzo 2019, mentre per la WADA la sostanza non è considerata dopante (anche se inserita nel programma di monitoraggio) al punto che le positività di Quintana non costituiscono violazione delle norme antidoping internazionali. Anche per questo non è prevista una squalifica.
Il vincitore del Giro d’Italia 2014 e della Vuelta 2016 domenica, infatti, era in corsa ai Mondiali di Wollongong (66°).

Sostanze e metodi proibiti 2023: ancora un anno di tempo

Ci ha pensato il Comitato Esecutivo della WADA (ExCo, foto sotto) con l’aiuto degli esperti tecnici (Expert Advisory Group) a far chiarezza in occasione dell’aggiornamento annuale della lista sostanze e metodi proibiti.

“A partire dal 1 gennaio 2024 l’uso del tramadolo è vietato in competizione”.
E ancora: “Il ritardo nell’attuazione con un anno aggiuntivo si rende necessario per dare ampia comunicazione ad istituzioni, atleti, al loro entourage ed al relativo personale medico in modo che vi sia una migliore comprensione dell’attuazione pratica del divieto”.

Foto: WADA

La WADA ha inoltre certificato nella sua Nota Esplicativa che questo principio attivo è in grado di migliorare la prestazione sportiva innescando dipendenza, dipendenza da sostanze oppiacee ed overdose nella popolazione.

Il caso tramadolo nel ciclismo era scoppiato nella primavera del 2014 quando l’ex professionista canadese Michael Barry (foto sotto) dopo aver confessato il suo coinvolgimento nel doping organizzato dalla US Postal di Lance Armstrong, dichiarò che nella sua ultima squadra (Team Sky) l’uso di tramadolo era una pratica sistematica.

Michael Barry
L’UCI è corsa ai ripari, al punto da vietare (in autonomia) il tramadolo in competizione avviando allo stesso tempo un proprio programma di controlli in occasione degli eventi nazionali ed internazionali.
120 i test effettuali in occasione del Tour de France 2022 per tracciare questa sostanza.

Ad oggi tutti i corridori selezionati per il controllo, inclusi quelli che non hanno portato a termine la competizione, devono presentarsi entro 30 minuti dal termine della gara alla Tramadol Control Station per le relative verifiche.

Un impegno notevole da parte dell’UCI che però ha finito per mettere nel limbo il ciclismo con tutte le ricadute del caso.
La vicenda è ancora più curiosa. Il presidente dell’Unione Ciclistica Internazionale David Lappartient è membro del Foundation Board, il massimo organo decisionale della WADA.
E non da ieri…

Foto: © A.S.O. / Alex Broadway

Per maggiori informazioni: wada-ama.org

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