COMUNICATO UFFICIALE
Una trasferta “positiva, intensa ed importante”: così i CT Davide Cassani, Marco Villa, Dino Salvoldi e Mirko Celestino descrivono la settimana di sopralluogo tecnico-logistico a Tokyo.

Una visita fondamentale, a poco più di un anno dalle Olimpiadi del 2020, grazie alla quale l’Italia del ciclismo ha fatto un altro passo verso il grande appuntamento a cinque cerchi. “Abbiamo rivisto il percorso e la mia valutazione non è cambiata: è un tracciato esigente, complicato e duro. Anche perché il dislivello è superiore ai 4.500 metri” il commento del Coordinatore delle Nazionali Davide Cassani.
E ancora: “Sarà sicuramente diverso da Rio. Qui la salita più selettiva termina a 32 km dal traguardo, ed è per questo che difficilmente ci sarà un arrivo in solitaria, ma piuttosto una volata di un gruppetto di 9/10 corridori: in prossimità dell’arrivo, però, qualche strappetto ci sarà, ed uno dei 9/10 potrebbe avvantaggiarsi.
“Mancano ancora 15 mesi, ma ognuno di noi quattro mentre si guardava intorno non faceva altro che pensare a quei giorni, ai sogni dei nostri ragazzi e le nostre ragazze, alle nostre ambizioni: perché questo è, per un atleta, l’appuntamento di una vita.
“E noi tecnici ne siamo i diretti responsabili. È una grandissima responsabilità ed è per questo che non si può lasciare nulla al caso”.
Unico neo, a detta di tutti i CT, la lontananza dal cuore delle Olimpiadi, il Villaggio Olimpico: “Una grande differenza rispetto a Rio, dove invece, a proposito di ciclismo, era tutto lì, a due passi dal vero epicentro della più grande manifestazione sportiva” conclude Cassani.
La pensa allo stesso modo Marco Villa, tecnico della Nazionale maschile pista: “Abbiamo l’esigenza di alloggiare vicino al Velodromo, nella zona di Izu, dove sarà allestito un mini Villaggio Olimpico dedicato esclusivamente al ciclismo su pista e al fuoristrada. Un peccato per i ragazzi, che non potranno assaporare a pieno l’esperienza di un ‘vero’ villaggio, a contatto con atleti di diverse discipline di tutto il mondo”.
Villa però assicura: “Questo non andrà a distoglierci da quello che è l’impegno olimpico e da quella che è l’importanza di questo appuntamento”. E sul Velodromo: “E’ bello, la pista è molto veloce: le curve sono parecchio inclinate, quindi faciliteranno i cambi nel quartetto ed anche le gare di gruppo”.
Dino Salvoldi, tecnico di strada e pista femminile, fa il punto sul percorso della prova in linea: “Per quanto riguarda la prova femminile, la gara olimpica è particolare, poiché il gruppo al via sarà composto al massimo da 60 partenti, con squadre rappresentate al massimo da 4 atlete. Di conseguenza è più difficile improntare una tattica di squadra, perché nel caso di imprevisti ci si troverebbe subito isolati”.
La gara femminile misurerà complessivamente 137 chilometri ed il dislivello complessivo sfiorerà i 2700 metri: “Le salite di Doushi Road e del Kagosaka Pass proveranno a fare selezione, anche se saranno abbastanza distanti dal traguardo. Il circuito finale è comunque nervoso ed impegnativo, con due salite in prossimità del traguardo, e quindi aperto a molte soluzioni”.
Capitolo cronometro: “Il tracciato sarà quello finale della prova in linea, zona autodromo, e sarà molto impegnativo: è adatto ad atlete specialiste, ma che sanno anche andare moto forte in salita”.
Per quanto riguarda il fuoristrada, il CT Mirko Celestino rimanda la valutazione vera e propria al Test Event di ottobre: “E’ stata una trasferta molto positiva, ci siamo resi conto di cosa ci aspetterà anche dal punto di vista climatico e alimentare. In merito al percorso per ora posso dire poco, poiché è ancora tutto in costruzione e non ancora visionabile: sono comunque riuscito a farmi un’idea visionando la zona e la cartina, ma solo con il Test Event di ottobre avrò modo di dire qualcosa di più”.
La zona dedicata al Cross Country è quella di Izu, proprio di fianco al velodromo. Importante poi la visita allo Yuta’s Bike Park, che il Comitato Olimpico suggerisce come struttura valida per il Pre-game training: “Purtroppo in Giappone non hanno la cultura della MTB, quindi è difficile individuare i sentieri giusti per allenarsi. Lo Yuta’s Bike Park è un’ottima soluzione per atleti MTB e BMX, che potranno girare sulla piccola pista lì situata: zona dedicata, quindi, al fuoristrada in generale. Il divertimento, di certo, non mancherà”.
Prossimo appuntamento a Tokyo previsto per il 21 luglio con il Test Event strada: una gara maschile di categoria UCI 1.2, la cui partecipazione sarà aperta ad un massimo di 24 squadre nazionali formate da 5 corridori ciascuna.
In questa occasione i corridori non affronteranno però la salita del Monte Fuji, ma il percorso sarà ridotto a 179 km e comprenderà comunque tutte le altre difficoltà previste dal tracciato: Doshi Road, Kagosaka Pass (due volte) e l’impegnativo Mikuni Pass che sarà verosimilmente l’ascesa decisiva.
Per quanto riguarda le altre discipline, il Test Event della Mountain Bike si svolgerà il 6 ottobre seguito il 12 ed il 13 dello stesso mese da quella della BMX Racing.
Per la Pista bisognerà attenderà fino ai giorni 11 e 12 aprile 2020, quando il processo di qualificazione sarà già concluso.
Fonte: FederCiclismo.it
Per informazioni Tokyo2020.org