Te lo immagini tu un ciclista che doveva correre contro Coppi e Bartali e magari finiva pure che vinceva?
Uno che voleva emergere e primeggiare a forza di sacrifici e poi però veniva chiamato “il Terzo Uomo”?
Uno capace di contrastare con successo i giganti del suo tempo e allo stesso tempo di prendere sonore sconfitte?

Questo ciclista era Fiorenzo Magni.

Fiorenzo Magni
Magni insieme a Coppi e Bartali: rivalità, ma anche rispetto



Magni aveva un anno meno di Coppi e si trovò quindi ad essere uno dei protagonisti del ciclismo epico degli anni Quaranta e Cinquanta.

Seppe inserirsi con intelligenza in mezzo alla rivalità tra Coppi e Bartali e riuscì a vincere tre Giri d’Italia, uno nel 1948, poi nel 1951 e nel 1955.
E’ stato per tre volte campione d’Italia, nel 1951, 1953 e 1954.

Si guadagnò l’appellativo di “Leone delle Fiandre” per le sue tre storiche vittorie al Giro delle Fiandre e pensate che la prima volta, nel 1949, andò da solo, in treno, senza squadra e senza neanche un meccanico al seguito, e vinse, impressionando tutti.Lo raccontò lui stesso in un’intervista di qualche anno fa, prima che morisse:

Fiorenzo Magni

Magni, uomo e atleta di grandi contrasti, è stato anche protagonista di rabbiose sconfitte: ad esempio, nel 1952, al Mondiale in Lussemburgo, era pronto a giocarsi la vittoria, ma in volata ruppe la sella e il titolo andò ad un tedesco.

Spericolato nelle discese, tenace e determinato, a volte controcorrente: Fiorenzo Magni era un uomo di destra nato in Toscana e capisci bene che le cose facili non dovevano piacergli troppo…

Te lo immagini un ciclista che si frattura una clavicola in corsa e continua la gara?
Ecco, Fiorenzo Magni l’ha fatto: nel Giro del ’56 – nella sua ultima stagione da professionista – Magni cadde in discesa e si incrinò una clavicola, ma non volle ritirarsi e proseguì reggendo il manubrio con un pezzo di camera d’aria che teneva tra i denti.
Emblematica la foto che gli venne scattata in queste condizioni sulla salita di San Luca a Bologna, in mezzo ai saluti dei tifosi che lo acclamavano come un eroe moderno.
In quel suo ultimo Giro d’Italia, Fiorenzo Magni arrivò secondo.

Fiorenzo Magni
Magni corre con una clavicola fratturata e regge il manubrio “con i denti”…

Anche nella sua vita oltre il ciclismo da professionista, Magni non fu uno che rimase a guardare: fu prima concessionario di moto e auto, è stato presidente dell’Associazione Italiana Corridori (il sindacato dei ciclisti), commissario tecnico della nazionale di ciclismo dal 1963 al 1966 e infine ideatore del Museo del Ghisallo a Magreglio, in provincia di Como.

Il 7 dicembre ricorre il centenario dalla nascita di Fiorenzo Magni e per celebrare questo anniversario nel Museo del Ghisallo, voluto e creato proprio da lui come tributo a tutti i ciclisti, è stata realizzata una mostra intitolata “Magnifico”.

Abbiamo sentito la direttrice del museo e curatrice della mostra, Carola Gentilini, e la responsabile della comunicazione del Museo, Luciana Rota, che ci hanno raccontato qualcosa in più su Fiorenzo Magni.

Fiorenzo Magni

Di Fiorenzo Magni si è spesso parlato come il “terzo uomo” paragonato a Coppi e Bartali, forse più conosciuti di lui. Ma quali erano le caratteristiche proprie di Magni? E in cosa primeggiò?
– La mostra che abbiamo allestito ha voluto proprio “dimenticare” la definizione di terzo uomo. Non tanto perché Magni ne soffrisse, anzi, era così affezionato e rispettoso, seppur rivale, di quei due campioni che non si sarebbe mai permesso di sentirsi sminuito come terzo uomo.
Tuttavia, noi, che lo abbiamo raccontato attraverso le foto, i ritagli di giornale, la scrittura, lo abbiamo di proposito considerato come l’Uomo, l’Atleta, il Campione.
Magni era tutto d’un pezzo, per la determinazione, non solo agonistica, ma anche quella messa in campo ogni giorno nel valorizzare i rapporti umani con la famiglia, con il mondo del lavoro, con le sue passioni. Che erano per lui un tutt’uno.

Fiorenzo Magni

– Com’era il carattere di Magni “uomo” e come questo lo aiutò nella carriera sportiva e poi nella vita?

– Era determinato, ma anche generoso, altruista e intelligente: si è distinto sin da giovane per sagacia e concretezza, è stato il primo esempio di corridore professionista della storia… più capace di tutti gli altri nell’amministrare e valorizzare il suo mestiere di corridore. Ha avuto la vita dura, e avrebbe certo vinto ancora di più se non si fosse trovato nella stessa epoca di campioni straordinari come quelli.
Non solo Coppi e Bartali. Ad esempio, nelle gare che lo esaltavano per le sue caratteristiche tecniche, come il Giro delle Fiandre, si è trovato “contro” fenomeni come Schotte, come Van Steenbergen, Bobet, Van Loy…

– Curando la mostra a lui dedicata, ha scoperto degli aneddoti o delle curiosità della carriera o della vita di Magni che può raccontarci?
– 
Fiorenzo era un uomo che ti entusiasmava sempre perché aveva uno sguardo orientato sempre in avanti, ma rispettoso fino all’esasperazione della storia. La storia era per lui esperienza, valore, esempio. E lui la incarnava nel suo secolo. Quello che abbiamo voluto raccontare.
Abbiamo voluto “sbobinare” in senso figurato e letterario un secolo di Magni.
Tutta la mostra ci permette di fare un racconto umano e storico del ciclismo che non ha fine e serve da esempio.

Fiorenzo Magni
L’inaugurazione della mostra dedicata a Fiorenzo Magni (ora visitabile solo virtualmente)

– Perché dopo un secolo dalla sua nascita vale la pena secondo lei ricordare Fiorenzo Magni? Qual è l’eredità che lascia al ciclismo di oggi?
Lascia un racconto che continua. Ci ha insegnato a tramandare. A salvaguardare. A non sprecare la storia. A tenere duro.
Mica poco…
Il Museo del Ghisallo è un esempio concreto. Un’opera impensabile, eppure c’è.
Un luogo magico e concreto nello stesso tempo. Che vive della luce (sacra) del Santuario che gli sorge accanto e rilancia l’energia del racconto del ciclismo in tutto il mondo.

– Vuole darci qualche informazione sulla mostra “Magnifico” realizzata nel Museo del Ghisallo e diventata anche virtuale? A chi è rivolta in particolare?
Il Museo del Ciclismo Madonna del Ghisallo di Magreglio solitamente ha una stagione museale legata a quella ciclistica: quindi chiude nei mesi invernali. Abbiamo pensato che non ci potevamo assolutamente permettere di chiudere con il centenario di Magni in concomitanza con la pausa del museo invernale.
Allora, sfruttando il progetto digitale portato avanti con AcdB- Alessandria città delle Biciclette e la Camera di Commercio di Alessandria, abbiamo deciso di realizzare una mostra virtuale che non è assolutamente la replica della mostra MAGNIFICO, ma una sintesi coinvolgente di alcuni materiali iconografici che sono nel nostro Archivio digitale e che rappresentano virtualmente un percorso museale.

Qui il link a cui accedere per visitare la mostra virtuale.

Questa idea delle mostre virtuali è nata in occasione del primo lockdown dello scorso marzo ed è un modo per restare sempre in contatto con la community e con chi vuole fruire in modo anche innovativo dei materiali, dei ricordi, delle ricostruzioni foto-giornalistiche, spesso affascinanti e coinvolgenti.
Comunque, la mostra “reale” si potrà ancora visitare dal 2 marzo in poi del 2021 (sperando che i musei possano nuovamente riaprire al pubblico!).

Infine, un’ultima indicazione: stasera 7 dicembre alle ore 19 su Radiocorsa Raisport andrà in onda uno speciale su Magni di un’ora.

A conti fatti, più che “terzo uomo” Fiorenzo Magni si rivela piuttosto un “grande tra i grandi”, non credi?


(Omaggio del Maestro Rossella Spinosa)

«Se non ci fossero stati loro – Coppi e Bartali – che senso avrebbe avuto vincere? […] E’ stato bello passare tra quei due fuochi.»

(Foto: Archivio Digitale Museo del Ghisallo_AcdB – Vietata la riproduzione senza autorizzazione)