ROUBAIX – Se pensate che la Parigi-Roubaix Challenge sia una delle tante Granfondo a cui siete abituati a partecipare, state commettendo un grave errore…
Basterà la prima pietra di pavé a farvi ricredere. 

Parigi-Roubaix Challenge





Ore 4.00
La sveglia dei grandi appuntamenti suona sempre ad orari particolari.
Giusto il tempo di vestirsi e ci si ritrova sulla navetta che ci porterà alla partenza della Paris-Roubaix Challenge a Busigny, km 0 della gara.
Il viaggio di circa 2 ore aumenta il desiderio di pedalare sulle pietre dell’Inferno del Nord.

Sono insieme ai miei due compagni di avventura ai quali ieri hanno provato a rovinare la trasferta rubando le loro biciclette… purtroppo tutto il mondo è paese.
Ma la grande voglia di realizzare questo piccolo sogno ci porta a rimediare in qualche modo: Marco compra una bici Decathlon di bassa gamma, Cristian affitta una bicicletta di due taglie più piccola rispetto a quella appena rubata. 

Parigi-Roubaix Challenge

Sotto lo striscione di partenza il furto diventa un lontano ricordo e attacchiamo il pedale con il sorriso, pronti ad affrontare questa nuova avventura, ma totalmente incoscienti di ciò che ben presto ci ritroveremo sotto le ruote.
Ve lo mostriamo nel video-racconto che trovate qui sotto:

La Paris-Roubaix si fa conoscere subito per quello che è: qui la primavera tarda ad arrivare!
-2° gradi dopo pochi chilometri pedalando su una lingua di asfalto in mezzo alle campagne francesi ricoperte di brina.
Vento forte.
Quel vento tipico delle Classiche del Nord, quel vento che le domeniche di Aprile costringe i professionisti a continui ventagli per combatterlo. 

Parigi-Roubaix Challenge

Dopo 11 km il primo tratto di pavé da 2 stelle (la difficoltà dei settori di pavé è indicata da stelline, i peggiori sono quelli a 5 stelle) che ti illude su quella che sarà la vera difficoltà del pavé.
Ho già partecipato al Giro delle Fiandre nel 2015, ma la differenza tra il pavé belga e quello francese è abissale: superficie irregolare e spazi tra una pietra e l’altra molto ampi con poca terra a ricoprirli.
Bisogna fare attenzione a dove si mette la ruota per evitare forature (l’Inferno del Nord può essere tranquillamente considerato un cimitero di camere d’arie e copertoni… non ho mai visto così tanti ciclisti fermi a bordo strada con la ruota a terra).

Al primo ristoro ho già affrontato 7 tratti di pavé; la loro lunghezza mi ha messo a dura prova ed ho percorso solamente 43 km.
Ho una sola parola per descrivere le sensazioni e lo sforzo fisico provato fino adesso: la Parigi Roubaix è follia! 

Parigi-Roubaix Challenge

Ti ritrovi a pedalare saltellando tra una pietra e l’altra, catapultato nella centrifuga di una lavatrice.
Il pavé è devastante non solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale.
Ad ogni settore che si percorre mani e braccia accusano sempre più dolore, tanto da avere la sensazione di non riuscire più a tenere stretto il manubrio, con il rischio di cadere da un momento all’altro.
I primi settori di pavé li ho percorsi con una presa alta sul manubrio, ma è il momento di cambiare strategia. 

Parigi-Roubaix Challenge

Chilometro 79, settore numero 19, lunghezza di 2,2 km, 5 stelle: è la Foresta di Arenberg.
Simbolo dell’Inferno del Nord per la sua morfologia a schiena d’asino.
Impugno il manubrio in presa bassa, cerco di aumentare la velocità prima di entrare nel settore, pronto a galleggiare sul pavé, ma i 7.000 partecipanti di oggi mi costringono a pedalare a zig-zag rischiando forature e cadute.
Il pavé della foresta non permette errori e man mano che lo percorri ti rendi conto di quanto sia pericoloso pedalare su quelle pietre così sporgenti.
Uscire dalla Foresta con il cuore in gola per la fatica rimarrà un momento che ricorderò a lungo (5 minuti e 40 secondi a 172 battiti medi, neanche fosse una salita di un grande giro). 

Parigi-Roubaix Challenge

Percorsi 80 km e 10 settori di pavé.
Non siamo neanche a metà e al solo pensiero mi sento a pezzi.
Ci sarà ancora da soffrire. 

Ma la vera Roubaix inizia proprio dopo la foresta, perché i settori di pavé si susseguono in una sequenza massacrante.
I 5 chilometri di asfalto che li separano l’uno dall’altro servono per fare stretching a mani, schiena e collo, sempre più indolenziti.
Ma la tecnica utilizzata continua ad essere sempre la stessa, l’unica ormai che mi consenta di pedalare sul pavé senza correre rischi: braccia in presa bassa, rapporto lungo, cadenza di pedalata tra 70-75 rpm che mi permette di spingere il più forte possibile per raggiungere l’asfalto, tirare un sospiro di sollievo e “riposare”.
Al termine di ogni settore, dentro di me esulto come avessi vinto una gara. 

Parigi-Roubaix Challenge

L’ultimo ristoro serve per ricaricare le gambe in previsione dei rimanenti 8 settori di pavé in soli 35 km: devastante!
Tra questi ci sono il Camphin-en-Pévèle e il Carrefour de l’Arbre, due tratti che fanno sempre molta selezione tra i professionisti per la condizione disastrata delle pietre. 

Ma qui lo spettacolo della folla ti ripaga di tutta la sofferenza provata fino ad ora: sono tutti già in festa pronti a veder sfrecciare i loro idoli sulle ultime pietre che decreteranno il nuovo re del pavé all’arrivo nel velodromo di Roubaix.
Bambini, ragazzi, anziani, birra, panini, musica, tamburi, bandiere…
La Settimana Santa da queste parti ha poco a che fare con la religione, ma è una vera e propria festa del ciclismo ed ha il potere di far scendere in strada migliaia di appassionati, tutti uniti dallo stesso spirito. 

Lo spettacolo è unico.
Pedalare tra Camphin en Pévèle e il Carrefour de l’Arbre con i tifosi che si esaltano e ti incitano al tuo passaggio ti regala un’emozione indescrivibile.
Per qualche secondo ti senti esattamente un Pro’.
L’ultimo tratto di pavé posto a 6 km dall’arrivo è una liberazione: il tuo corpo finalmente non sobbalzerà più sulla sella, le tue braccia non dovranno più contrarsi al massimo della forza per governare un manubrio impazzito che gira a destra e a sinistra senza che tu lo voglia, la tua mente potrà rilassarsi fino al traguardo e godersi gli ultimi chilometri. 

Parigi-Roubaix Challenge

La svolta a destra verso l’entrata del velodromo riesce a farti dimenticare i dolori che ormai invadono il fisico.
La linea di arrivo trasforma l’Inferno in Paradiso, e la medaglia da Finisher messa al collo da una ragazza dello staff che esclama “bravò” ti riempie il cuore di felicità.

È il momento di festeggiare, con le poche energie rimaste, insieme ai miei compagni di avventura.
Sì, perché la Paris-Roubaix Challenge non è una gara, ma un piccolo sogno da realizzare e condividere con persone che hanno la tua stessa passione. 

Parigi-Roubaix Challenge

Il pavé è spietato e massacrante, amore e odio, follia e magia.
Se lo odi i tuoi muscoli e le tue ossa ne avranno solamente un brutto ricordo, ma se lo ami ti regalerà emozioni che non proverai in nessun altro posto al mondo.

Nel post qui in basso trovate l’allestimento tecnico con cui ho affrontato il pavé della Paris-Roubaix Challenge:

Qui invece l’attività Strava di questa indimenticabile esperienza…

Per chi fosse interessato a partecipare o avere altre informazioni sulla Paris-Roubaix Challenge: parisroubaixchallenge.com

Qui invece trovate altre storie di strada pubblicate su BiciDaStrada.it