Nibali e la Mtb.
Un amore che nasce da lontano, anzi da lontanissimo (basta vedere la foto qui sotto).
E che promette di continuare ancora a lungo.
Perché per lo Squalo la Mtb è fatica, ma soprattutto divertimento.

«Vado in Mtb più di quanto credete», aveva scritto Vincenzo un po’ di tempo fa durante uno scambio di commenti sui social.
Di certo, però, nessuno si sarebbe aspettato di vederlo alla Capoliveri Legend Cup in una veste così “racing”, a battagliare coi migliori sin dai primi metri. Per di più pochi giorni dopo Il Lombardia, sua ultima corsa da Pro’ su strada.

Nibali e la Mtb
Vincenzo Nibali ha iniziato a correre in Mtb. In questa foto, che proprio lui ci ha fornito, ha 13 anni ed è con suo zio, nonché proprietario della Specialized Stumpjumper sui cui sta pedalando, che Nibali possiede ancora oggi…

Anche se non ha vinto, infatti, il protagonista principale della marathon elbana 2022 è stato proprio Nibali, che ha infiammato gli entusiasmi dei fans, ma anche degli avversari. Non ce ne vogliano i grandi nomi della Mtb, ma ritrovarsi spalla a spalla con un campione stimato e rispettato come lui è stato un sogno per tanti.

Ma qual è il rapporto tra Nibali e la Mtb?
Come ha assemblato la sua Wilier Triestina URTA SLR?
Si aspettava un livello così alto nel mondo delle Marathon off-road?
Ci sarà spazio in futuro per qualche altra gara di Mtb?

Per rispondere a queste (ed altre) domande lo abbiamo raggiunto al telefono e dalla chiacchierata sono emersi tanti dettagli interessanti, che non nascondono il suo amore per la Mtb, che non è nato di certo “ieri”.

Nibali e la Mtb

In alto, Vincenzo pedala in Mtb con il cugino da allievo di primo anno. Qui sopra, oltre 20 anni dopo, è in griglia alla Capoliveri accanto ad Alexey Medvedev

– Prima esperienza agonistica in Mtb: riassumila con tre parole.
– La riassumo con una sola parola: divertimento!

– In un commento sui social l’hai paragonata al Fiandre, come sensazioni e fatica. Ti aspettavi che una marathon di Mtb fosse così dura e che il livello atletico fosse così alto?
– Sì, l’ho paragonata al Fiandre perché dopo l’arrivo ero stanco dalla testa ai piedi, come accade al Fiandre dopo chilometri di tensione, pavé e ritmo altissimo. Non sono abituato a questo tipo di sforzi. Il livello degli avversari, invece, me lo aspettavo: esco spesso con Filippo Colombo e Juri Zanotti, che abitano vicino casa mia, quindi so quanto vanno i bikers…

Nibali e la Mtb
Sul Muro della Leggenda, nella prima parte di gara, insieme a Fabian Rabensteiner e Juri Ragnoli, che poi hanno chiuso primo e secondo. In questo tratto Vincenzo ha incendiato il pubblico!

– La Mtb ti piace molto e l’hai sempre usata in allenamento. Ma nessuno si aspettava di vederti così presto in gara. Cosa ti spinge, dopo la tua lunga carriera, ad attaccare ancora il numero in un contesto come quello del fuoristrada?
– L’ho fatto principalmente per divertimento, dopo aver finito la stagione su strada, con una gamba buona, ho colto l’occasione e sono andato a Capoliveri. In realtà, tutto era nato parlando con Simone Velasco, mio compagno di squadra alla Astana Qazaqstan team, nonché ex biker che è originario proprio dell’Elba. 

Lui alla fine non è venuto perché è stato convocato al Giro del Veneto, quindi sono partito da solo, con la famiglia. Ho vissuto il weekend in modo molto tranquillo, il pomeriggio prima della gara sono andato anche in spiaggia…

– Perché hai scelto proprio una gara tecnica e tattica come la Capoliveri per il “debutto”?
– Perché in questo periodo non c’erano altre soluzioni, ma la gara è bella e il posto pure, quindi mi sono buttato. Il percorso non lo conoscevo molto, infatti ogni tanto mi sono sentito spaesato ed ho preso qualche rischio di troppo, però è stato divertente.

– Hai provato il forcing subito dopo la partenza: avevi in mente qualcosa o hai seguito l’istinto?
– Ti dico la verità, ero un po’ preoccupato dalle discese. Il giorno prima avevo provato quella dopo il GPM ed ho visto che era selettiva, piena di polvere, buche e curve secche. Quindi mi sono detto: per sicurezza la prendo davanti, poi vediamo.

In testa sulla prima salita…

– Vedendo la gara da fuori ci è sembrato che tecnicamente tu non abbia perso molto rispetto ai tuoi rivali, anzi… Cosa ti è mancato per seguire i primi nel finale?
– Nel finale mi sono proprio spento, crisi totale. Ho sottovalutato la gara, che è durata 4 ore ma con un consumo calorico di 1.000 kj l’ora, che sono tanti. Mi sono anche alimentato male, la mattina ho fatto una colazione scarsa, senza pasta o riso, che invece ci stavano bene. Inoltre, mentre gli altri in discesa recuperavano o comunque faticavano meno, io ero a tutta anche lì, quindi ho bruciato il doppio. Negli ultimi chilometri ho rallentato, mi sono alimentato e del mio passo sono andato all’arrivo: non era uno dei miei obiettivi e non l’ho preparata a dovere, ma di sicuro si poteva fare meglio.

Nibali ha grande manico e in discesa se l’è cavata bene, però ci ha confidato di aver fatto molta più fatica degli altri. Per rimanere coi primi è stato sempre a tutta anche in discesa e nel finale lo ha pagato…

– Parliamo della bici: utilizzi una Wilier Triestina URTA SLR con montaggio da appassionato vero, non è una bici di serie. Hai scelto tu i componenti o ha seguito i consigli di qualche amico biker?
– Ho fatto tutto da solo. La bici mi è stata fornita a inizio anno da Wilier, montata con Sram XX1 meccanico, pedivelle da 175 mm, forcella Fox 32 SC e ruote Miche K1, come esce di serie. Io ho fatto qualche modifica, montando una forcella Fox 34 SC con travel di 120 mm e compressione a tre posizioni: l’intermedia mi piace molto, penso sia utilissima.
Poi ho scelto una guarnitura con misuratore di potenza e pedivelle da 172,5 mm che mi sono state fornite da Leonardi Racing e ho montato anche un reggisella telescopico FRM OBI1. Le ruote Syncros Silverton SL, invece, le ho comprate da solo perché mi piacevano. Ah, poi ho usato anche due inserti Vittoria, dietro più grande e davanti più piccolo, montati nelle gomme Pirelli Scorpion Mtb H sia davanti che dietro, per evitare rischi inutili.

Nibali e la Mtb
La Wilier Triestina URTA SLR di Vincenzo NIbali. In questo caso, però, sono montate le ruote Miche K1 di serie al posto della Syncros Silverton SL utilizzate a Capoliveri.

Nibali e la Mtb
Vincenzo è molto attento ai dettagli tecnici e ha personalizzato la bici con alcuni componenti aftermarket. Ha scelto, ad esempio, una guarnitura Leonardi Racing perché gli permetteva di avere aste da 172,5 mm, come su strada. Leonardi Racing è anche la rotellina del cambio

– Come ti regoli sul setup di sospensioni, gomme e tutto il resto? Vai a sensazione o ti sei confrontato con qualcuno?
– Premetto che vado in Mtb da anni ed ho avuto diverse bici in passato, come la Cannondale Scalpel quando ero in Liquigas, la Specialized Epic nei primi anni in Astana e così via, quindi un po’ di esperienza ce l’ho. Mi piace sperimentare e lavorare sul set-up.

In garage ho tutti gli attrezzi necessari e faccio anche qualche lavoretto per gli amici, quando ho tempo. La pressione della forcella l’ho trovata da solo, partendo dalla tabella sui foderi e facendo delle modifiche, poi ho provato anche ad aggiungere o togliere i token, alla fine ne utilizzo due. Ho chiesto consigli anche ai ragazzi di Wilier per le pressioni, poi ho agito in base alle sensazioni.

– E l’assetto in sella?
– Adesso i biker pedalano molto avanzati, ma a me non piace molto, infatti ho un assetto vicino a quello della bici da strada, per non soffrire troppo il passaggio tra i due mezzi. Ma niente visita biomeccanica, vado a sensazione, partendo dall’arretramento sella per poi lavorare sull’altezza del manubrio e tutto il resto. Alla fine ho trovato un buon compromesso.

Nibali e la Mtb
Niente biomeccanico per Vincenzo, che ha trovato la posizione sulla Mtb in autonomia, cercando di rimanere più vicino possibile a quella su strada

– Quanto pesa la tua URTA SLR in configurazione “racing”?
– Sono sincero: non l’ho pesata! Penso intorno ai 10,5 kg ma non sono sicurissimo.

– Gira voce che parteciperai alla Cape Epic il prossimo anno: è vero? Con velleità agonistiche o solo per divertirti e vivere un’avventura?
– Esatto, farò la Cape Epic con il Team Q36.5, insieme all’ex professionista Ivan Santaromita. Lui ha smesso da 4-5 anni, sta tornando ad allenarsi adesso, quindi vedremo con quale approccio riusciremo a correrla. Di sicuro bisognerà arrivarci preparati.

– Escludendo la Cape Epic, rivedremo Nibali nelle gare di Mtb in futuro? E con quale spirito?
– Dipende tutto dagli impegni che avrò, ma qualche gara “minore” come avvicinamento alla Cape Epic la farò, soprattutto per allenarmi e trovare il giusto feeling con il mezzo.

– E se Celestino dovesse chiamarti in maglia azzurra con la nazionale marathon?
– Non credo che farebbe al caso mio, almeno al momento non ci penso proprio. Ho un grosso impegno con il nuovo team Professional che stiamo allestendo, con 24 corridori da seguire e tanto lavoro da svolgere, quindi avrò meno tempo per dedicarmi agli allenamenti in bici.
Il fuoristrada, per me è un puro divertimento, senza altri scopi, ma avendo corso per tanti anni non sarebbe logico staccare completamente da un momento all’altro, voglio farlo gradualmente. Mi piace lo sport, amo mettermi in gioco e in Mtb mi diverto davvero tanto!

Nibali e la Mtb
Nibali in Mtb da allievo di secondo anno. Già si nota l’attenzione ai dettagli tecnici: la forcella è una RockShox Judy (una delle migliori all’epoca) e alcuni componenti sono FRM.

Insomma, oggi tutti parlano dei giovani fenomeni di questi anni (VdP, Van Aert, Pidcock) e di come si siano formati anche grazie alla multidisciplinarietà, ma la capacità di andare forte in più discipline non è un concetto nato in queste ultime stagioni.
Basta vedere il “vecchio” Vincenzo, che è stato un grande (e un precursore) anche in questo…

A proposito di Nibali e la Mtb, chiudiamo con un video divertente che un paio di anni fa diventò virale sui social, i protagonisti sono Nibali, Pozzovivo e Ulissi in versione bikers ? ??

 

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