Le ruote gravel del futuro secondo Dangerholm. Roba da matti, ma...

Redazione BiciDaStrada.it
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Le ruote gravel del futuro secondo Dangerholm. Roba da matti, ma...

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Come saranno le ruote gravel del futuro?
Ha provato a immaginarle (e poi se le è fatte costruire per davvero) Gustav Gullholm, in arte Dangerholm.

Il risultato è qualcosa di mai visto, che di certo non passa inosservato e che estremizza le ultime evoluzioni tecniche che da qualche tempo a questa parte caratterizzano le bici gravel…

ruote gravel

Chi è Dangerholm?

Prima di parlare di queste avveniristiche ruote gravel, spendiamo due righe per spiegare chi è Dangerholm.

Si tratta di un eccentrico e appassionato ciclista norvegese diventato una vera e propria star dei social grazie alla creazione di bici super customizzate firmate Dangerholm: biciclette superleggere o mezzi personalizzati anche nei colori e nelle scelte tecniche estreme.

Le sue creazioni inizialmente riguardavano soprattutto il mondo della Mtb e della Bmx, ma negli ultimi anni, anche in virtù di un filo diretto con Scott, è sempre più attivo in ambito road e gravel. QUI, ad esempio, avevamo parlato di una Addict RC firmata da Dangerholm dal peso di soli 5,8 kg.
Se volete saperne di più, QUI trovate il link al suo profilo Instagram.

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Come sono fatte le ruote gravel di Dangerholm

Le ruote gravel sviluppate da Dangerholm portano all’estremo i concetti di canale largo e profilo alto e sono ottimizzate per l’uso di pneumatici 700x57 o 2.1-2.25”.

Larghezza esterna: 52 mm
Larghezza interna: 45 mm
Profilo: 70 mm
Mozzi: Extralite Hypersmart 3, che possono essere convertiti tra Boost e 100/142 mm.

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A sinistra un classico cerchio da mtb 29" con canale interno da 30 mm. A destra la ruota sviluppata da Dangerholm. La differenza è enorme...

Le ruote gravel immaginate da Dangerholm sono diventate qualcosa di reale grazie alla collaborazione con alcune aziende canadesi.
Faction Bike Studio è un'azienda che offre lavori di design, sviluppo e industrializzazione ai clienti di tutto il mondo. 
Lx Sim è specializzata in simulazione di ingegneria avanzata.
Lx Lab dà vita a questi progetti attraverso la prototipazione e la produzione di compositi locali in Québec, Canada.

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Al momento sono stati realizzati solo 4 prototipi e per queste ruote non è prevista la messa in produzione, ma chissà che non possano aprire le porte a una nuova generazione di ruote gravel, magari solo un filo meno estreme…

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È solo uno studio di concept, o forse…?

Ma come è nata un’idea del genere? Quale ragionamento c’è dietro?
Ok la volontà di creare hype e dibattito sui social, ma in realtà alla base c’è un ragionamento non del tutto campato per aria, che Dangerholm ha spiegato nel suo post su IG.

“Per alcuni tipi di terreno è innegabile che gli pneumatici larghi e ad alto volume siano migliori e più veloci, come dimostra la crescente diffusione di questa configurazione tra i corridori d'élite e gli appassionati di gravel. Ma i cerchi sono rimasti sostanzialmente invariati finora e quindi non sono più proporzionati rispetto alla crescente larghezza degli pneumatici.
Questo comporta una perdita nella stabilità di guida e molto probabilmente un'aerodinamica tutt'altro che ottimale .
L'unica eccezione a questa situazione è la Zipp 303 XPLR, che ha aggiunto vantaggi sia aerodinamici che prestazionali con la sua larghezza interna di 32 mm, abbinata a pneumatici da 40 o 45 mm”.

Dangerholm afferma che grazie ai cerchi con canale interno da 32 mm ha potuto ridurre la pressione di gonfiaggio, ottenendo una maggiore stabilità, oltre a un maggiore comfort, aderenza e velocità sui terreni sconnessi. Un concetto che, a grandi linee, possiamo confermare anche noi di bicidastrada.it

Prendendo spunto dalle Zipp 303 XPLR, il norvegese ha voluto spingersi ancora oltre, mantenendo le stesse proporzioni ruota/pneumatico, ma sviluppando un cerchio specifico per gomme da 57 mm.

Il canale da 45 mm è veramente estremo. Lo stesso Dangerholm ammette che una larghezza interna da 40-42 mm con fianchi più spessi (e robusti) per mantenere una larghezza esterna di 50-52 mm potrebbe essere la soluzione ottimale. 

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Il ragionamento, però, nel complesso non è campato per aria. Se pensiamo che molte ruote da strada oggi hanno canali interni da 23 o 25 mm, ottimizzati per gomme da 30-32 mm, e vanno benissimo, allora è lecito immaginare che il canale da 25 mm nel gravel sia sottodimensionato…?

Quasi sicuramente non vedremo mai delle ruote come queste in produzione, ma non ci sentiamo di escludere che potremmo arrivare a qualcosa che gli si avvicina, sopratutto in fatto di larghezza interna del canale…
E voi cosa ne pensate? Fatecelo sapere nei commenti al post facebook che trovate qui sotto.

QUI trovate altri contenuti dedicati al gravel pubblicati su bicidastrada.it

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