“Il cicloturismo non è per tutti”.
Non sono parole di qualche nostalgico resistente al cambiamento che cerchi di scoraggiare i nuovi entusiasti della bici.
A dirlo, anzi a scriverlo, è Paolo Pinzuti, il CEO di Bikenomist, la società organizzatrice della Fiera del Cicloturismo che si è svolta nei giorni scorsi a Bologna.

Proprio così, perchè secondo Pinzuti:
“Il cicloturismo non è fatto per chi non ha tempo da perdere, per chi è più interessato alla meta che al viaggio, per chi va di fretta”.

Fiera del Cicloturismo

In un presente in cui il tempo è sempre più tiranno, dev’essere questo ad avere fatto da irresistibile richiamo per le oltre 19.000 persone che si sono messe pazientemente in fila tra sabato e domenica scorsi allo Spazio Dumbo di Bologna, per prendere parte alla seconda edizione della fiera dedicata al turismo a pedali.

Gli espositori della seconda edizione della Fiera del Cicloturismo

Un successo meritato per un evento ben organizzato e ben promosso, dove siamo stati a prendere il polso della situazione nella prima delle due giornate, sabato 1 e domenica 2 aprile scorsi.

La fiera in realtà ha preso il via già venerdì 31 marzo con la giornata di forum B2B riservato agli operatori di settore.
Tra gli espositori presenti nella parte fieristica operatori, associazioni, ma soprattutto destinazioni turistiche.

Fiera del Cicloturismo

Tra queste presenze immancabili e attese, come Gran Canaria, Tenerife, Slovenia o Toscana, territori già ben presenti nell’immaginario del ciclo-viaggiatore.

Ma anche destinazioni meno note e sorprendenti, come la Cappadocia o la Val d’Aran, e anche molte gradite presenze italiane –  mai pensato di visitare il Biellese o di percorrere la strepitosa Ciclovia dei Parchi in Calabria?

Fiera del Cicloturismo

Muoversi in bici: si impara sin da piccoli…

Nell’area coperta che la Fiera del Cicloturismo ha dedicato ai bambini c’era uno spazio dove sperimentare il movimento a corpo libero e naturalmente una zona bici.

Qui era possibile affidare i bambini a istruttori qualificati per una mini-scuola dove imparare come stare in sella e affrontare le piccole sfide quotidiane della strada, dai semafori alle salite, senza farsi spaventare.

Fiera del Cicloturismo

Anche per gli adulti alla Fiera del Cicloturismo c’era tanto da imparare.
Ai workshop di meccanica, ad esempio, dove ai partecipanti è stato mostrato come assicurarsi di avere la bici in ordine prima di partire e come affrontare i piccoli imprevisti tecnici che possono presentarsi durante un viaggio.

A disposizione del pubblico anche un laboratorio di biomeccanica e una zona dedicata a bici e accessori da viaggio con annessa area test.
Spazio anche per le bici cargo, oggetto di sempre maggiore curiosità da parte del pubblico.

Non sono mancate nemmeno le social ride verso i colli bolognesi, su distanze e percorsi diversi, a cura di Veronica Santandrea, alias Carabiga.

 

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Grande partecipazione agli incontri con gli esperti

Fitto il programma dei talk aperti al pubblico.
Dagli incontri con gli atleti – fra gli altri Omar di Felice, Marco Aurelio Fontana e Domenico Pozzovivo – ai racconti di terre e viaggi da cui trarre ispirazione.

Molto partecipati anche gli incontri con esperti che hanno spiegato ai ciclo-viaggiatori o aspiranti tali come ci si prepara ad affrontare un viaggio in bici.
Dalla scelta della sella alla preparazione fisica all’allestimento della bici giusta, sono infatti molti gli aspetti di cui ci si deve occupare quando si decide di viaggiare in bici.

La scelta di non dare per scontato nessuno di questi aspetti testimonia della volontà della Fiera del Cicloturismo di rivolgersi a tutti.
Non solo ciclisti esperti ma anche e soprattutto chi un viaggio in bici lo sogna e lo desidera senza essere ancora un ciclista.
Il numero delle presenze sembra dare conferma al fatto che questo è l’approccio giusto quando si parla di cicloturismo.

Un approccio inclusivo al cicloturismo

L’interesse per questo tipo di incontri e di formazione sembra dirci qualcosa di importante sul ciclo-viaggiatore di oggi.
Non più necessariamente un appassionato praticante che vuole pedalare (anche) durante le ferie, magari affidandosi a tour operator per tutti i servizi annessi e connessi.

A scegliere di viaggiare a pedali è spesso chi usa la bici per gli spostamenti quotidiani piuttosto che come pratica sportiva (come dimostrano le tantissime biciclette che affollavano lo spazio Shimano allestito a parcheggio).

Oppure ancora chi se ne serve nel tempo libero senza avere una preparazione specifica in ambito ciclistico, e che vorrebbe scegliere la bici anche per le proprie vacanze.

Il ciclo-turista è meno turista che viaggiatore.
Non più consumatore pronto ad acquistare un pacchetto, magari anche diverso dal solito, ma preconfezionato da qualcuno.

Identikit del ciclo-viaggiatore

Per chi sceglie la bici le fasi preparatorie sono parte del viaggio stesso, che contribuirà a rendere unica la sua esperienza.
Eccolo dunque raccogliere informazioni per scegliere la sua futura destinazione.

Ascoltare i relatori per affinare le sue conoscenze, rifocillarsi con un panino e una birra mentre chiacchiera con altri ciclo-viaggiatori per raccogliere consigli e suggerimenti.
Il suo viaggio è già iniziato.

Non importa che sia solo, in coppia, con figli al seguito o con gli amici.
Non importa nemmeno quale bici sceglierà, gravel, Mountain bike, strada o elettrica.

Quello che ne fa un ciclo-viaggiatore è un atteggiamento che molto probabilmente è lo stesso che lo anima nel quotidiano.

Chi viaggia in bici solitamente è più propenso a usare la bici anche negli spostamenti di tutti i giorni, e molto probabilmente sarà una persona consapevole dell’impatto delle sue azioni sull’ambiente.

Non più consumatore ma generatore dell’esperienza di viaggio

Ecco dunque che il ciclo-viaggiatore diventa un turista estremamente appetibile per un territorio.
Chi viaggia in bici arriverà infatti dopo avere già creato un legame con il posto che andrà ad esplorare, che sarà dunque più motivato a rispettare e valorizzare con la sua presenza.

Presenze di questo genere sono quelle che fanno bene a un territorio, e che possono fare la differenza per zone che diversamente resterebbero tagliate fuori dall’indotto del turismo tradizionale.

Attenzione però, perché per lo stesso motivo il ciclo-viaggiatore arriverà con delle aspettative chiare su cosa lo attende.
Per “convincerlo”, è necessario essere genuinamente pronti e disposti ad accoglierlo.

Come emerge anche da quanto abbiamo visto a Bologna, il livello di coscienza e conoscenza di chi viaggia a pedali e il senso di community in ambito cicloturistico sono molto forti.
Questo fa sì che un territorio possa trarre tanto giovamento dall’attenzione all’accoglienza e dalla presenza di servizi adeguati rivolti ai ciclisti quanto possa perdere il “treno” rappresentato dalla forte crescita del cicloturismo.

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