Ne proviamo tante e ne conosciamo tantissime.
Ma soprattutto abbiamo imparato a capire quali caratteristiche, di ognuna delle bici che abbiamo provato, riesce a colpirci, a piacerci o a piacerci meno.
Quindi, com’è fatta la nostra bici da strada ideale?

Non potendo esprimere preferenze personali su specifici modelli (cosa che inevitabilmente influenzerebbe le vostre scelte e ci renderebbe anche meno credibili) abbiamo deciso di concentrarci sulle caratteristiche tecniche che più apprezziamo di una bici da strada.

Ognuno dei tester di BiciDaStrada.it ha risposto in base alle proprie necessità, esperienze, caratteristiche fisiche e preferenze.



NICOLA CHECCARELLI
La mia bici da strada ideale è sicuramente con freno a disco.
E non per ragioni di marketing o perché il mercato ormai quasi ci obbliga a questa scelta.
Ma perché dopo aver testato le bici disc di ultima generazione, qualche volta ho ri-pedalato sulla mia “vecchia” bici rim brake e, credetemi, mi sono accorto che non tornerei indietro per niente al mondo.

Badate bene, non tanto (o non solo) per l’efficienza della frenata, ma per le sensazioni generali che una moderna bici disc sa offrire: più scorrevole, più rigida lateralmente, più sicura…

la nostra bici da strada ideale

Mi piace ancora fare granfondo e gare (i miei cari colleghi mi dicono che ho ancora una bella “carogna” agonistica…) e per questo amo le bici racing.
Tra le aero e le bici da corsa “tradizionali”, scelgo queste ultime, magari con la giusta attenzione all’aerodinamica, perché le trovo più versatili e adatte alle mie caratteristiche (vado piano dappertutto, ma in salita mi difendo un po’ meglio che in pianura ?)

E il peso?
Beh, diciamo che come tutti la mia bici ideale deve essere leggera, ma non estrema.
Nel senso che preferisco sacrificare qualche grammo a vantaggio di rigidità torsionale e guidabilità.
Credo che un mezzo intorno ai 7 kg sia un compromesso ideale.

Per quanto riguarda i rapporti, tra le varie opzioni sul mercato, preferisco corone anteriori non troppo piccole, magari compensando con un pacco pignoni posteriore con una rapporto “salvavita” (30, 32 o 33 in base alle proposte dei vari marchi).
Dopo averlo usato in quasi tutti i test dell’ultimo anno, difficilmente rinuncerei ad un gruppo elettronico. E’ vero, costa di più e non ti fa andare più forte ma, come per il disco, una volta abituato è difficile tornare indietro…
Dovendo fare i conti con il budget, preferirei un elettronico non top di gamma (Ultegra o Force) piuttosto che un meccanico top.

Veniamo infine alle ruote, che come sapete sono il componente che più incide sulle prestazioni della bici.
Per la mia bici ideale scelgo un profilo tra i 40 ed i 50 mm, in modo da usarlo un po’ ovunque, con canale interno da 21 mm e una larghezza esterna pronunciata, che per l’esperienza che ho fatto aiuta in termini di aerodinamica, ma soprattutto di stabilità e guidabilità.
Gomme tubeless da 26-28 mm, in grado di garantirmi l’equilibrio giusto tra comodità, scorrevolezza e tenuta di strada, con un peso non eccessivo.

SIMONE LANCIOTTI
Ci sono quattro elementi che sulla mia bici da strada ideale non possono mancare:
– i freni a disco
– rigidità e precisione del telaio
– ruote rigide e leggere
– luce led-radar posteriore

Provenendo dalla Mtb non potrei mai rinunciare alla potenza e alla modulabilità di un freno a disco idraulico.
Non credo di dover aggiungere altro.
Non ho necessità che la mia bici sia super leggera, mentre preferisco di gran lunga che sia reattiva e precisa nella guida.

Diciamo che una bici da 7,3-7,4 Kg pronta per uscire è perfetta considerato che sono un ciclista che se tornasse ad essere un agonista incallito arriverebbe a pesare 79-80 Kg.
Quindi in salita devo andare sulla difensiva e non avrebbe senso impazzire sulla leggerezza.

la nostra bici da strada ideale

Sul fronte rapporti non mi trovo bene con il mix corone 50-34 e preferisco un 53-39 abbinato a una cassetta 11-30: così ci sono tutti i pignoni che servono.
Cambio elettromeccanico?
Sì, ma non è strettamente necessario.
Mi piace, e anche tanto, ma riconosco che è piuttosto un vezzo tecnologico per appagare il proprio ego piuttosto che una reale necessità tecnica.
E se devo averlo sulla mia bici, allora deve esserci il collegamento wireless con il ciclocomputer, in modo, ad esempio, da visualizzare il rapporto utilizzato.
E allora, sì, così mi piace di più e diventa anche utile.

Passiamo alle ruote.
Sono un vero fissato delle ruote, della scorrevolezza, del comfort e soprattutto della reattività.
Quindi, devono essere leggere e rigide, ovvero con cerchio in fibra di carbonio.
Qui, sulla bici da strada, il cerchio in carbonio è molto meno esposto al rischio di rotture rispetto alla Mtb e me lo godo un po’ più serenamente.

Quindi, cerchio in carbonio da 21 mm di larghezza interna e altezza di 40-50 mm.
I mozzi e i cuscinetti dei mozzi vanno trattati con cura maniacale, perché fanno una differenza enorme.
Le ruote di ultima generazione sono il componente che più di tutti mi ha stupito: l’aerodinamica e la qualità dei materiali ha stravolto le prestazioni di questo componente, di per sé già cruciale per il piacere di guida e per la velocità di qualunque bici.

E le gomme?
Meglio se tubeless: sono più morbide, senza diventare più lente.
Resistono meglio alle forature senza diventare più pesanti.
Serve un po’ di manualità nell’installarle, ma nulla di trascendentale.
Larghezza di 25-26 mm, mescola di alta qualità e siamo a posto.
Sulle gomme meglio non andare al risparmio e meglio non fissarsi sul peso.

Poi, le luci.
Sì, le luci led.
Quella posteriore non manca mai, anzi, sarò più preciso: il radar Garmin Varia RTL510 non manca mai.
Perché mi rende più visibile e mi fa capire quando arriva un’auto alle mie spalle.
E spero di cuore, per tutti noi appassionati, che le bici da strada del futuro integrino le luci led nel manubrio, nell’attacco manubrio o in qualche altra parte del telaio.
Su strada, anche di giorno, possono fare la differenza fra l’essere visti e il passare inosservati.

Infine, il misuratore di potenza.
Per me, non agonista, quando ho imparato ad usarlo e a capirlo è stato il momento che ho deciso di non usarlo.
Per me non è indispensabile.



EMANUELE MARIANESCHI
La mia bici da strada ideale è una bici DA CORSA.
Si, perché anche se alterno periodi di foga agonistica assoluta a periodi di “stacco” totale la mia bici deve essere corsaiola, lei sì.

Sono fatto così: un anno voglio spaccare il mondo, il successivo magari me la voglio semplicemente godere, ma quello che amo è comunque avere una bici dalle prestazioni al TOP.

la nostra bici da strada ideale

La mia bici ideale deve essere in carbonio ovvio, e avere un ottimo equilibrio tra leggerezza e aerodinamica.
La preferisco completamente integrata, ma non è indispensabile.
Altrimenti basta che abbia un passaggio cavi pulito.

Il peso?
Non mi ci fisso troppo, quando siamo sui 7,2-7,3 chilogrammi sono soddisfatto, ci sono molti altri fattori che incidono sul comportamento della bici oltre il peso, ve ne parleremo a breve in un articolo specifico.

E poi, perché no, deve essere BELLA.
Sono attento a tutti i dettagli, in particolare alle cromie e alle grafiche e la mia bici ideale si deve comunque contraddistinguere in mezzo al gruppo.

Freni a disco o rim?
Ho avuto per 30 anni bici rim brake e non sono di quelli che dicono che non frenano, ma il discorso è un po’ più ampio e anche se sono solo due anni che utilizzo bici con freni a disco vi dico che non tornerei più indietro.
Il connubio perno passante-disco trasforma completamente la bici, diventa estremamente più rigida, sicura e innegabilmente quando c’è da frenare al limite la differenza c’è!

Sistema di trasmissione rigorosamente elettromeccanico.
Anche se non c’è un vero e proprio vantaggio in termini di prestazioni, e anche se a dire la verità in due/tre occasioni mi ha lasciato a piedi, comunque non riesco più a farne a meno.

La cambiata è sempre precisa e silenziosa, si hanno tantissime possibilità di configurazione dei comandi e delle modalità di cambiata, insomma è come avere il cambio automatico in macchina, quando lo provi non ne puoi fare a meno.

Rapporti.
Adoro la classica “padella” da 53/39 ma in vari test ho utilizzato guarniture 52/36 e devo dire che comincia a piacermi… sarà l’età!
Al posteriore la mia cassetta ideale è sempre stata 11/28 ma ultimamente un bel 11/30 mi ha salvato la gamba in molte situazione e a dire la verità l’ultima acquistata è stata proprio questa.

E poi le ruote.
Per me le ruote sono in carbonio con profilo da 40 millimetri, punto.
Un profilo medio, che rende sempre gradevole la bici dal punto di vista estetico e che riesco a sfruttare in tutte le situazioni.
Mi piace fare salita, in media i miei allenamenti più lunghi presentano un dislivello di circa 2000 metri, ma allo stesso tempo voglio fare velocità in pianura e avere una bici guidabile in discesa, e con questa altezza del profilo riesco sempre a trovare la quadra del cerchio.

Altra cosa: adoro il tubolare.
Sarò un po’ vecchio stile, però le sensazioni che riesce a darmi il caro e vecchio tubolare sono per me impareggiabili.
Questo comporta, però, il fatto di possedere due ruote, perché come ben sappiamo per allenarsi non è la soluzione migliore.
E così, crepi l’avarizia, per me sono necessarie due coppie di ruote: una tubolare per correre e una copertoncino o tubeless per allenarmi.
Per ora utilizzo copertoncino con camera d’aria, ma molto probabilmente a breve passerò a tubeless perché più confortevoli.

Sezione?
Per le coperture, la sezione da 25 millimetri è la mia preferita, poi magari in certe situazioni posso arrivare a 28 millimetri, ma difficilmente mi spingo oltre.

Chiudo con l’argomento powermeter.
Lo ritengo un ottimo strumento di preparazione, l’ho usato per prepararmi a dovere nel periodo invernale/primaverile per arrivare pronto alle gare, poi lo lascio da parte e vado a sensazioni.
Quindi se c’è bene, altrimenti non è un problema.

DANIELE CONCORDIA
La mia bici da strada ideale deve essere un mezzo pratico, sicuro e divertente.
Sì, perché essendo nato sulla Mtb e non facendo quasi mai gare su strada, uso la specialissima solo per gli allenamenti o per le lunghe uscite.
E mi piace anche…
Queste le caratteristiche ideali:

– 
Telaio tradizionale o “semi-aero”: mi piace la salita, mentre non amo la pianura. Quindi, non vedo il senso di una bici troppo aero.
Inoltre, anche esteticamente le linee pulite e snelle di queste bici mi piacciono di più.
– Peso moderato: anche se i miei obiettivi non sono agonistici, mi piace avere un mezzo leggero e reattivo in salita.
Ma non troppo esasperato, perché poi in discesa voglio stabilità.
Diciamo che 7,5/7,8 kg potrebbe essere già un peso accettabile.

– Freno a disco: sulla mia bici da strada attuale ho i rim brake, ma se dovessi scegliere la mia prossima bici, la prenderei a disco. Dal 2005 uso questo tipo di freni sulla Mtb e amo quel feeling, la frenata potente ma modulabile in tutte le situazioni…
Insomma, per me sono superiori.




– Ruote a medio profilo: attualmente ho dei cerchi in alluminio a profilo medio-basso, ma non sono il massimo della rigidità torsionale.
Probabilmente, un profilo da 40 mm in carbonio potrebbe essere la scelta più giusta, sia come peso che come versatilità.
E ci monterei dei copertoncini da 26-28 mm con mescola molto morbida.
I tubeless a mio avviso sono poco pratici.

– Misuratore di potenza: lo uso da qualche anno ed è molto utile in allenamento. Ma anche nelle uscite a sensazione mi piace avere i watt sotto controllo e analizzare i dati quando torno a casa.
– Piega manubrio compact: ancor più che in Mtb, su strada per me è fondamentale avere la giusta piega. Preferisco quelle in carbonio e di tipo compact, perché riesco a stare molto bene in posizione bassa e ad impugnare meglio le leve freno.
– 52/36 anteriore: la rapportatura giusta per il mio stile di pedalata, con un 11/28 o 11/30 posteriore e con pedivelle da 170 mm.

SIMONE LUCCHINI
La mia bici da strada ideale… non è una bici da strada. ?
Da qualche anno infatti mi sono avvicinato al mondo gravel, rimanendone fortemente attratto.

la nostra bici da strada ideale

Quattro i motivi per i quali preferisco una gravel bike ad una più tradizionale bici da strada:
– Maggiore comodità
– Polivalenza nell’utilizzo
– Fascino
– Possibilità di carico

Non essendo alla costante ricerca della prestazione, prediligo una bici comoda piuttosto che un mezzo dalle geometrie “corsaiole”.
Il peso non è per me un elemento discriminante nella scelta della bici, anche se qualche grammo in meno non dispiace mai.
Usando la mia gravel anche per uscite su strada, ho optato per una trasmissione 2×11, così riesco ad avere sempre il giusto rapporto.

Meccanico o elettronico?
L’affidabilità e la precisione del gruppo meccanico difficilmente lascia dubbi.
Devo ammettere però che non sono indifferente al fascino di un gruppo elettromeccanico senza fili…



La polivalenza delle bici gravel è per me irrinunciabile.
Difficilmente utilizzo copertoni sotto i 40 mm di sezione e piuttosto che ridurre la larghezza preferisco giocare sul disegno del battistrada per cercare scorrevolezza ove ce ne fosse bisogno.

La prima cosa che mi colpisce osservando una bici gravel è il suo fascino simile a quello delle muscle-car.
Assomigliano, se vogliamo, a delle bici da strada “pompate”.
Un punto di incontro tra il tradizionale mondo della strada e quello delle Mtb.

la nostra bici da strada ideale

Infine, ma non per ordine di importanza, le gravel sono bici che nel 90% dei casi offrono la possibilità di essere caricate come muli.
Bici per divertirsi in settimana e per viaggiare nel weekend.
Anche in questo ritroviamo la praticità di utilizzo e polivalenza di cui parlavamo prima.

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