Il mondiale nelle Fiandre per gli azzurri si è chiuso con il decimo posto di Sonny Colbrelli.
Sicuramente un risultato deludente rispetto alle attese, ma per come si era messa la gara le cose potevano andare anche peggio.
Alla fine eravamo lì a giocarci la medaglia, ma ci sono stati corridori più forti.

Il mondiale nelle Fiandre è stato anche l’ultimo da CT per Davide Cassani, che dopo 8 stagioni lascia la guida della nazionale.
Amato o odiato, Davide in questi anni ha avuto il merito di aver sempre difeso gli azzurri, creando un forte spirito di gruppo.

saluto di Cassani

Cassani si è congedato dalla nazionale con un lungo post su Facebook, in cui ancora una volta ringrazia tutti gli azzurri, racconta le sfortune della gara iridate nelle Fiandre e si toglie qualche sassolino dalle scarpe. Ve lo riportiamo integralmente qui sotto.




“Un CT è felice quando si vince, un CT è arrabbiato quando si perde con sfortuna, un CT è deluso quando non c’è gioco di squadra e un CT è orgoglioso quando i suoi ragazzi ci mettono l’anima aiutandosi a vicenda.  

Io, domenica, sono stato orgoglioso dei miei ragazzi.

Oggi il mondo va così: se vinci sei un fenomeno, se perdi sei una nullità. Quando vinci servirebbe un treno con 100 vagoni per far salire tutti: amici veri, tifosi sinceri, ipocriti e ruffiani. Se perdi sei un cretino, un brocco, un fallito.

Sono stato corridore e sono stato CT. Ho corso 9 mondiali e ne ho diretti 8.
So cosa vuol dire vincere, perdere, cadere e soffrire, imprecare ed esultare.

saluto di Cassani
Bettiniphoto

Domenica, 170 km dall’arrivo: “chute, chute, Italy”, avverte radio corsa.
Scendo di corsa insieme ad Archetti, il meccanico. Ballerini sdraiato a terra, 10 metri più avanti Matteo Trentin già in piedi:”ho rotto la bici, ho rotto la bici”.
Archetti corre a prendere quella di scorta, io mi inginocchio a fianco del Ballero.
Il viso è una smorfia di dolore, dalla bocca escono solo gemiti ma non molla.
Si rialza, a fatica inforca la bici e riparte. Un paio di minuti e riprendiamo Trentin, abbasso il finestrino: ”come va Matteo”. È arrabbiatissimo: ”non va bene un c… ho male all’anca, non riesco a pedalare”. Ma non molla, rientra in gruppo.

Radiocorsa:”foratura di Ulissi”. Marco Velo si attacca al clacson e pigia sul gas. Archetti scende di corsa, Diego Riparte.
Cinque minuti e altra chiamata: “foratura di Moscon”. E mancano ancora 150 km.
E tutto questo nello spazio di 20 km.

saluto di Cassani
Trentin, rientrato dopo la caduta, guida l’inseguimento azzurro. Foto facebook.com/matteo.trentin.79

Nel frattempo evadono una quindicina di corridori con quasi tutte le nazionali.
Cosa fanno i nostri? Si ricompattano, si organizzano e cominciano a menare.
Trentin sta male, Ballerini peggio. Ma tirano, si sacrificano.
Senza bicicletta zoppicherebbero, ma loro non devono camminare, vogliono pedalare.
Il loro mondiale sanno che è finito ma non quello dei loro compagni. Tirano per 30 km. Ballerini e Trentin poi De Marchi, poi Moscon poi Ulissi e quei 50 secondi di ritardo vengono annullati con la forza della disperazione, con il desiderio di riaprire una corsa che poteva finire lì.

Poi va in fuga Bagioli, e alla fine arrivano anche Nizzolo e Colbrelli insieme a tutti i più forti.

Ho ricevuto tantissimi messaggi di affetto e alcune critiche, sinceramente non mi hanno fatto né caldo né freddo. Ormai sono temprato agli attacchi di persone capaci solo di insultare travalicando educazione e rispetto.
Oggi sono un ex CT sereno e orgoglioso perché ho diretto una squadra vera dove tutti hanno lasciato da parte l’interesse personale pensando sempre al “NOI”.

Nizzolo e Colbrelli, insieme a Bagioli erano nel gruppo dei migliori. Foto facebook.com/sonnycolbrelliofficial

Hanno superato un momento bruttissimo (cadute e forature) trasformandolo in un vantaggio, lanciando 3 loro compagni tra i 17 che si sono giocati la corsa.
E voi dite che abbiamo corso male? Dite che sono un incapace perché siamo arrivati decimi? Non mi importa nulla di quello che scrivono gli “odiatori”.
Quando offendete me perché non abbiamo vinto un mondiale in linea, non vi rendete conto che state offendendo loro, i nostri azzurri, la loro generosità, il loro coraggio il loro spirito di sacrificio.
I nostri corridori hanno sempre cercato in tutte le maniere di conquistare la vittoria, ma se non ci siamo mai riusciti è perché abbiamo trovato sulla nostra strada qualcuno che quel giorno è andato più forte.

Si sono sempre battuti con orgoglio e onore. Hanno sempre dato l’anima, hanno sempre pensato alla squadra, hanno sempre onorato la maglia che indossavano ed è per questo che io li ringrazierò, sempre.
Perché nella vittoria e nella sconfitta sono sempre stati uomini.
Io ho diretto dei Leoni. Leoni veri, non da tastiera.
Ed è per questo che sono sereno.

Domenica sera li ho abbracciati, uno a uno e il loro grazie rimarrà per sempre scalfito nel profondo del mio cuore.

PS: questo il messaggio di Matteo Trentin che ha scritto ieri, lunedì nella nostra chat
“Ragazzi, ancora una volta abbiamo corso da squadra. Abbiamo ribaltato una situazione drammatica in un vantaggio, i risultati vanno e vengono, ma lo spirito che abbiano creato in maglia azzurra è qualcosa che resta. E giovani come  Bagioli sono pronti a coglierlo”.

Qui sotto il nostro commento alla prova mondiale:

Julian Alaphilippe ancora campione. Solo applausi!